Traversée Corse Day02 Corte_Zicavo 94km 2140mD

Seratona della vigilia: 300gr di pasta (ma potevo fare tutto il pacchetto) con sugo pomodoro e basilico bio ma senza sale, due birre da mezzo e una baguette… ed è subito cenone!
Come dolce un pain chocolat ed una tazza di tè verde, prima di buttarmi in branda con Barbero, magister condottiero, ed un suo saggio su Carlo Magno finché il sonno non mi colga!
Mi sveglio giusto un paio di volte per svuotare un bottiglione da litro e mezzo di tè, ma alle 06.30 occhi aperti sul serio, colazione a colpi di tè, baguette e pain chocolat (sempre loro), toilette  affardellamento ed eccoci, ore 07.40 e via nel vento e nella spessa brina del mattino!
Subito a sbagliar traccia per togliersi il pensiero e poi, agganciata la T20, basta pedalare: ovviamente si sale dal primo colpo di pedale, ed in breve tocca spogliarsi di un paio di strati, che il motore bolle!
Solo qualche accenno di falsopiano a spezzare l’uniforme salita, mentre il sole supera le basse colline all’orizzonte.
Curvone in discesa a sinistra e mollo la noiosa T20 prendendo una salitella a destra che, con un paio di anse, porta a San Petru Venaco (08.30 km07,5): neanche il tempo di dire “bai” e subito giù in discesa a far fischiare i freni nel bel villaggio di Venaco, che mi lascio alle spalle 
Eccomi quindi in precipite e serpeggiante discesa (08.40km11), che impone di tornare a stratificarsi di giacchetta e windstopper: non c’è un raggio di sole, e si crepa di freddo!
La discesa mi sbatte a fondovalle: curva a gomito e precario ponte a traversare il fiume (08.50 km15,5) per riguadagnare la quota perduta, su asfalto bombardato e pendenza d’ordinanza.
Costone sulla sinistra, torrente, boschi e qualche prato a destra: tutto tace, surgelato dal manto bianco della brina… nessuno in giro, le aguzze montagne innevate a far da sfondo, luminose di neve a contrastare con la valle, cupa di ombra.
Traverso il silenzioso villaggio di Noceta, dove fumano almeno un paio di camini (09.25 km20,5), e continuo a salire, per scavalcare il crinale e giungere al borgo di Rospigliani (09.45 km23), da cui si sale ancora fino ad una rotatoria che immette sulla D243 (10.05 km26 880mD) che prendo a destra, finalmente al sole, in direzione Vezzani.
Mentre mi sbrino un attimo, faccio una breve chiacchierata in francese e dialetto corso con un indigeno, probabilmente geneticamente modificato perché mi rivolge la parola senza mostrare fastidio e non mi mollerebbe più!
Mi preannuncia ben 14km di discesa: seguo quindi la strada fino a Vezzani, bel paesone anche parecchio animato (10.15 km27), poi sempre a bomba fino al borgo di Saparelle cui segue un tratto in falsopiano, poi giù ancora fino a Salastraco (10.40 km41) dove mollo la D a favore di una dissestata secondaria in salita (10.50 km44) che mi porta tra rocce ed abeti oltre il crinale, a serpeggiare sopra il maquis su stretta e divertente strada di montagna, che impone di pinzare deciso i freni prima di ogni curva cieca!
A breve piombo su di un nastro d’asfalto che risale il canyon scavato da un impetuoso torrente: sono giunto alle panoramiche, ed erte, “Strette di l’Inzecca”.
Paretona a destra, basso muricciolo a sinistra ed oltre, qualche decina di metri più sotto, il torrente, oltre il quale si ergono strapiombanti pareti di roccia: figo!
Ovviamente c’è da salire, neanche a dirlo!
Al km46 o giù di lì una galleria da accesso alla vallata successiva: scendo lungolago e poi continuo a serpeggiare lungo la riva a mezzacosta, in costante ma tranquilla salita.
La strada copia il corso d’acqua anche in un paio di svolte imprevedibili fino a superare il corso d’acqua su un ponte che introduce a Ghisoni (11.50 km55): Signor te ringrasio, che xè un bar verto! Sosta subito, almeno dieci minuti al caldo co un caffè de bojo, che so un toco de giasso!
Sono bagnato fradicio, troppo difficile indovinare come vestirsi oggi: tolgo tutto e mi godo un caffettone, mentre chiedo ai locals, intenti all’aperitivo, info sulla strada… bene, il passo è percorribile!
Qualche macchia di neve o poco più, dice Vincent, mentre Didier aggiunge, guardando i copertoni “con quelli vai dove vuoi!”
E così sia, fratello!
Il bar chiude, ed è ora di ripartire: 12.20 e si va, subito su attraversando il paese sulla via principale (e schivando un torello intento a scegliere quali gradini leccare, tra le varie entrate disponibili)… mezz’ora senza storia ma quasi sempre soleggiata per agganciare la D69 (12.50 km62) dove, all’ombra, trovo la neve ed il manto stradale ricoperto di un leggero strato di ghiaccio.
Si prosegue comunque in sicurezza in prevalente falso piano, su pendenze sempre moderate, a godere delle sporadiche macchie di sole che, poco efficaci sul fisico, rinfrancano almeno lo spirito.
La strada è costeggiata da castagni, alcuni dei quali molto vecchi e poderosi, che mano a mano che si sale iniziano ad essere sostituiti dalle conifere… ogni tanto una vacca irsuta fa capolino tra gli alberi o si rilassa a bordo asfalto.
Finalmente (13.15 km67 1800mD) attraverso il torrente, di cui finora ho risalito la sinistra idrografica, mentre le macchie di neve si intensificano: la strada è principalmente libera e scorrevole, ma procede ancora in ombra ed io aspetto con impazienza di uscire al sole e godere di temperature più piacevoli.
Raggiungo La Maison Forestiere de Marmano, che sarebbe poi il nome di questa foresta d’alto fusto tipica della corsica settentrionale: ancora 5km mi separano da Bocca di Verde, dove la salita darà un ultimo strappo.
Tempo di una foto e faccio il punto (13.45 km70 1950mD, quota 1150mslm): il ghiaccio ormai sulla strada non c’è solo in corrispondenza dei torrenti ma è abbastanza uniformemente presente; i copertoni però tengono bene e procedo senza fallo, ma sempre in ombra e sempre con un leggero vento che impedisce di togliere strati anche se sto sudando come un animale!
Le curve si fanno più strette e più continue, a tornanti; la pendenza della montagna aumenta ma si pedala ancora abbastanza in scioltezza… ci siamo quasi!
Un ultima rampa glaciale ed ecco Col de Verde, madame et monsieurs (14.10 km72,5 2190mD quota 1290mslm)!
Di fronte al Relais Col Verde, posto tappa del GR20, sosta al sole nel piazzale privo di neve: tolgo tutto e mi cambio con un paio di strati asciutti, poi mangio un panino, un pain chocolat ed una barretta, che da colazione ho preso solo un caffè!
Bè, caldo xè n’altra roba, ma bello imbottito ed al sole non si sta neanche male…
Impacchetto tutto e riparto, optando per restare sulla principale, che immagino abbastanza pulita, invece che prendere la forestale con l’innesto del GR20, coperta di almeno quattro dita di neve crostosa (15.05). Errore: probabilmente l’orientamento a sud fa sì che, a forza di sciogli e ghiaccia, si possa mollare i freni solo dopo una decina di chilometri di “Holiday on Ice”… il capitombolo è in agguato ad ogni curva (15.30 km82)!
Finalmente libero di piegare in curva posso schivare agevolmente i neri maiali a passeggio, lasciare Planeca sulla destra e piombare verso valle.
Al villaggio di Cozzano saluto ragazzine che conducono alla cavezza cavalli addobbati in modalità natalizia (15.50 km90) e proseguo a mezzacosta per giungere in un amen ed alcune charcuterie dopo (ecco perché i maiali in fuga) a Zicavo (16.00 km94 2140mD).
Inchiodo davanti al Gite Le Paradis chez madame Louise, che telefonicamente mi spiega come prendere possesso della magione: sbaracco tutto, doccia ustionante e mi scaravento sotto la trapunta in attesa.
Tè caldo davanti al fuoco, aperitivo con Cap Corse Rouge e crostini col patè, zuppa sarda, salsiccione di maiale non abbastanza versato nella fuga, polenta di castagne, insalata, formaggio vaccino savoiardo e formaggio di capra corso, beaujolais e grappa ai frutti rossi di madame in persona… e chiacchiere in italofrancocorsoinglese davanti ad un ceppo di faggio scoppiettante: gnanca mae, sto nadae!
Bon Natale (in corso)!

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