Soave Loop (School’s out!) Day01 San Martino B.A. _ Camposilvano 73km 2243mD+

L’amico Mario mi prospetta un weekend su due ruote: i Lessini, finalmente!
Ottimo modo per festeggiare la fine delle lezioni: tour de force per correggere gli ultimi lavori e mettere i voti sul registro, a cena coi ragazzi e poi di corsa a riempire una borsa con quattro minchiate, che bisogna pedalare!
Sveglia, colazione e giù in garage a preparare la bici, reduce dai 500km dello scorso weekend lungo: risalgo la rampa ed ecco il socio, puntualissimo… dueruote in furgone e si va!
Autostrada, uscita Verona Est, parcheggio, vestizione e via: 10.20 e lasciamo alle spalle San Martino Buonalbergo e dirigiamo su asfalto, secondario appena possibile, verso Soave, che darà il nome al giro… suona molto meglio!
Su e giù tra colli e vigneti per una ventina di chilometri, un’ultimo strappetto per raggiungere il castello e poi giù sulla scalinata acciottolata fino al centro del bel borgo murato: qualche foto e… è l’ora dell’aperitivo!
Niente delizie vinicole locali, ma birra da mezzo e toast: l’umidità opprimente si fa sentire, e bisogna reidratare!
Ripartiamo che il mezzogiorno non è lontano, ed il sole, sia pure poco visibile, picchia fastidioso: l’asfalto ci permette di lasciarci Soave alle spalle ma, all’altezza della chiesa di San Colombano, lo abbandoniamo per pedalare la ghiaia della “Vecia Via della Lana”, antica direttrice lungo la quale il prezioso materiale giungeva nelle valli lessine per le operazioni di filatura.
Tra le colline tenute a vite, ulivo e ciliegi, affrontiamo muri e muretti gocciolando sui manubri, attraversando piccoli borghi agricoli e costeggiando fortezze e capitelli segnati dal tempo: mentre guadagniamo inesorabilmente quota il cielo grigio e pesante, purtroppo, impedisce allo sguardo di giungere lontano… il nostro orizzonte è limitato alle valli sottostanti.
Il fondo è molto mobile e tagliato dall’acqua, e le salite quasi sempre in doppia cifra: pedalare è una bella sfida! Per fortuna ogni tanto ci rifacciamo la bocca con un paio di ciliegie dagli alberi che affiancano la via!
Un po’ d’asfalto, sia pure in salita ma utile per rifiatare, un ultimo tratto sterrato nel bosco ombroso ed eccoci alla Trattoria della Collina: son solo 37km e 1000mD ma sembrano molti di più!
Comunque il piatto di tagliatelle alla cimbra è più che meritato!
Un’ora all’ombra e, dopo dolce e caffè, si può ripartire: caldo e umido non mollano, noi neppure.
Salita fino a San Bortolo delle Montagne, discesa asfaltosa a bomba fino a Selva di Progno e da qui ciclabile della Val d’Illasi lungo il torrente omonimo, dedicata a Don Ferrazza, che conduce fin quasi a Giazza. Quattro chilometri ancora ed ecco il borgo cimbro in testa alla valle, dove la strada muore (60km).
Mezz’ora di sosta ed una radler, ed alle 17.00 si riparte: giù al 20% tra le case lungo le acque spumeggianti a prendere la ciclabile sul lato opposto della valle, poi su in doppia cifra tra i borghetti ed i pascoli; sterrare duro tra i boschi ombrosi a ritrovare l’asfalto: da qui solo salita!
Dieci chilometri quasi sempre pedalabili, tranne un’ultima rampa ghiaiosa spaccacuore prima di scavallare per giungere a bomba Camposilvano e il rifugio San Carlo, dove branda e tavola ci aspettano (18.30 km73 2243mD+)!
Bici in garage, doccia rovente, un minimo di cazzeggio: ora di cena.
Gnocchi sbatui (tipici dei Lessini) al burro di malga, stinco alla birra, patate al forno, ricotta di malga e cioccolato, cabernet ed amaro… oh là!