MAGS day02 San Vito _ Rifugio Racollo, 81,5km 2070mD
Sveglia alle 06.30, colazione ed affardellamento e pochi minuti alle otto siamo al via: giù sul selciato del borghetto agricolo fino al paese sottostante e poi sull’asfalto della strada per il Gran Sasso.
La pendenza è modesta ma costante, e si sale tranquillamente incontrando altri riders: lasciamo alle spalle la chiesetta alpina (08.30 km06,5) proseguendo a salire.
La rotabile spiana con belle aperture sulla testa della valle, dove il Team si ricompatta (09.00 km11,5), ed in breve conduce al Valico delle Capannelle (09.05 km13): qualche foto ed il gruppo riparte coeso, in forte discesa.
Dieci minuti (09.15 km18) e, al ritmo dei Boney M, ci si butta a destra nel bosco su strada forestale sterrata o inghiaiata, che serpeggia tra gli abeti e porta giù al borgo di Santa Maria prima ed al paese di Arischia poi, da cui si piega tra i campi e si prosegue tra i boschi: è un bellissimo tratto, tra carrarecce, sterratone e singletrack, che conduce al santuario della Madonna del Cascio, non prima però di aver affiancato la bici sull’ultima discesa, erta e molto scassata (10.30 km31,5).
Aspettiamo un quarto d’ora che il Team si ricomponga prima di scendere con attenzione lungo il sentiero, frequentato da molti camminatori diretti al santuario: giungere alla periferia della città è questione di poco, ed in breve eccoci entrare nel centro de L’Aquila (ore 11.00).
Gironzoliamo un po’ tra le vie, nello struscio del sabato mattina, prima della richiestissima sosta in pasticceria (11.20 km38,5).
Venti minuti e si riparte: capoluogo alle spalle, raggiunto Aquilentro si torna a salire costeggiando il torrente Raiale tra erte pareti rocciose.
Inizia a piovigginare e ignoriamo la traccia che, da Paganica, si porta sull’altra riva tra prati e boschi, per restare sull’asfalto fino a Camarda (12.15 km49), da cui traversiamo il corso d’acqua e torniamo sul percorso ufficiale, ovviamente in salita!
Piove forte, ormai, e l’acqua ruscella sul manto stradale: su lo stesso, che ormai ci siamo!
Allo scoccare dell’ora siamo a Filetto, di fronte alla trattoria Maciotti???(13.00 km58,5): primo traguardo raggiunto!
Mentre sostituiamo la roba bagnata con quella asciutta esce il sole, e così possiamo utilizzare le bici come stendini: nel frattempo il Team si ricompone e per le 13.30 possiamo sederci a tavola.
Purtroppo l’assalto dei riders ha colto di sorpresa i gestori, e prima di un’ora e mezza non riusciamo ad avere i nostri piatti: per fortuna gli gnocchi e le fregnacce allo zafferano, ricotta e pancetta sono ottimi!
Caffè e si riparte: sono le 15.05 ed il sole, che ha resistito fin qui, ci abbandona e viene sostituito da un altro round di pioggia, che in breve si fa seria!
Mario ingrana le ridotte ed impone il ritmo, io cerco di stare incollato: saliamo duro sotto ai nuvoloni, con il paese sotto a sinistra ed i contrafforti da espugnare a destra… quaranta minuti e giungiamo ad un passo che da accesso ad una bellissima valle da pascolo, animata da pochi capi di bestiame (Prato Fonno, credo, 15.45 km64) dove i ragazzi del Mags hanno allestito un ristoro.
Breve sosta e qualche foto alla bellissima vallata, e si torna in azione, sempre sotto la pioggia ed in leggera salita si contorna la valle fino alla testata del Pian di Fugno, dove ci si connette alla Statale 17bis (16.00 km66,5).
La salita è aperta e panoramica, ma i nuvoloni non fanno proprio simpatia: per un po’, però, sgocciola e basta, a singhiozzo, e procediamo spingendo tranquilli fino al bivio successivo, dove dovremmo lasciare l’asfalto per un singletrack tra i pascoli (16.35 km72): neanche il tempo di girare e piove sul serio!
Il resto del Team ancora non si vede: breve sosta meditativa sotto lo sporto di un rifugetto a bordo strada… giusto un quarto d’ora e decidiamo di provare la, per noi due, prevista deviazione verso Campo Imperatore dal bivio di Sant’Egidio: tanto a star fermi ci stiamo raffreddano ugualmente!
Via in salita, sospesi tra i pascoli, dapprima sferzati dalle raffiche e quindi flagellati da un forte temporale: perdiamo quota sotto il diluvio, tra le nuvole basse contro il vento tagliente, con scarsa visibilità e freddo cane… ok, tentativo abortito!
Ci fiondiamo in precipite discesa sollevando vele d’acqua, solcando pascoli dai quali perplessi bovini e dubbiosi equini ci osservano passare, giungiamo alla svolta decisiva, attraversiamo un pratone fangoso e segnato dagli zoccoli ed eccoci al Rifugio Racollo (17.15 km81,5).
In molti i riders che vi hanno trovato riparo, alcuni in attesa di proseguire, noi, invece, ci fermiamo qua!
Abbandonate le bici contro muro del rifugio e scaricato l’indispensabile, ci fiondiamo in doccia per poi indossare vesti asciutte in attesa della cena, mentre il tempo peggiora ulteriormente ed il ricovero si riempie sempre di più…
Anche i restanti componenti della squadra ci raggiungono, ed una volta sgocciolati e docciati, ci si dedica ad un po’ di cazzeggio mentre fuori il diluvio non accenna a smettere.