Un, dos, tres! First three days on the Camino and more…
ok, eccomi bello comodo seduto ad un internet point peruviano nella cittadina di Sanguesa, in Navarra.
stamani, infatti, sono passato dall’Aragona alla Navarra: ma cos’è successo in questi giorni (a parte il fatto che non ho ancora scoperto dove sono gli accenti su questa tastiera spagnola? e neanche ho capito perché mi fa gli “a capo” ad interlinea doppia…)
22/06 da Milano a Lourdes
partito da Milano alle 07.10, con la rottura di dover fare il biglietto per il resto del viaggio a Ventimiglia, grazie alla pessima performance della biglietteria internazionale, internazionale solo di nome.
per fortuna il treno è in orario e faccio il biglietto senza problemi, però solo fino a Nizza, non oltre, proprio non si può.vabbè.
a Nizza va peggio, 40 minuti di tempo per la coincidenza e più di trenta persone in fila: fortunatamente riesco a fare i biglietti, ma non ad evitare innumerevoli cambi, dato che il treno per Lourdes non ha posto per me. il simpatico bigliettaio francese mi propone dunque di passare per Marsiglia, cambiare per Tolouse, poi via fino a Lourdes, da dove il giorno dopo si ripartirò per Oloron Saint Marie.
avrei dovuto capirlo subito che sarei passato per Marsiglia! a Genova sono saliti due ragazzi che da Bologna andavano a vedere la partita dell’Italia a Nizza ed uno dei due ha tirato fuori dallo zaino un libro… visto che avevo deciso di risparmiare i miei per il cammino, ho gettato uno sguardo da sopra la sua spalla alla pagina che aveva aperto: mi è sembrato di riconoscere una frase… ma no, con tutti i libri che ci sono… quando ha girato pagina ho buttato ancora l’occhio e un nome ha attirato la mia attenzione: Gelou… no, non sbagliavo. Jean Claude Izzo, il cantore di Marsiglia! Caos Totale, il primo libro della trilogia.
ed infatti, contrariamente ai programmi, è proprio x Marsiglia che dovrò passare.
ok, il viaggio prosegue dunque verso Toulose, in prima classe (non c’erano altri posti) ma con l’aria condizionata ko… e te pareva! a parte la presenza in scompartimento di due topoline francesi di ritorno da Tunisi, niente da segnalare.
arrivo a Lourdes alle 23.19 e mi dirigo verso il centro, dato che non mi lasciano dormire in stazione.
vengo accolto dal festoso canto “campeones, campeones” e comprendo cosi che l’Italia ha perso. mi spiace per i bolognesi, tanta strada per niente!
cerco da dormire e mi dirigo alla Cite St. Pierre dove, mi dicono, accolgono i pellegrini: sì come no!
per me non c’è posto, ma a forza di scarpinare lo trovo al Village de Jeune: per 7.30euro ho una stanzetta e posso anche farmi la doccia!
alle 01.30, finalmente, spengo la luce.
Dìa01 23/06 Passo del Somport – Jaca
06.30 sveglia e via di corsa verso la stazione, che devo fare il biglietto e colazione: ma le indicazioni che mi ha dato il guardiano notturno del village mi portano alla stazione degli autobus, dall’altra parte del paese: corsa alla gare de trains e ciaociao colazione.
giungo a Oloron Saint Marie dove, finalmente, faccio colazione al bar della stazione: il cafè-au-lait fa schifo, il croissant è pure peggio (se possibile) ed il barista è proprio brutto. buongiorno.
da qui parte il bus che mi scarica al confine franco-spagnolo, al passo del Somport, alle 11.30.
mi cambio, faccio fare il timbro, bocadillo y vino, e sono pronto per cominciare. sono le 12.00
scendo dunque di buon passo dal passo (ah ah) pirenaico, e subito mi imbatto in un paio di plotoni di soldati spagnoli che provano le discese in corda doppia… c’è anche una soldatessa, molto carina. sono tutti molto presi, e molto giovani.
tiro dritto e mi sparo 16 chilometri di sentiero di montagna, me ne restano altri 16 di asfalto: metto i sandali e via, arrivo a Jaca. sono le 20: ci metto una vita a trovare l’albergue, ma alle 20.30 posso posare lo zaino e pensare a fare doccia e bucato.
l’ostello chiude alle 22, quindi devo essere veloce a trovare un posto per mangiare: mi fermo al bar del pellegrino, per non sbagliare, e sbrano il mio piatto di uova, bacon, patate e peperoni. accompagnati da un birrone.
ceno in compagnia di sven, pellegrino tedesco pazzo scatenato, partito da casa il 1 gennaio in bici, che sta percorrendo tutti i cammini di Spagna (sono molti) e, avendo ormai finito, tra pochi giorni torna in Francia, a Carcassonne, e poi giu per la costa fino a Gibilterra, e da li in Marocco!
ok, ora tutti a letto.
Dìa02 24/06 Jaca – Santa Cilia
sveglia tardino, alle 06.45 e partenza alle 07.30: tutto chiuso, niente colazione.
mi dirigo di buon passo verso Santa Cilia, prima su strada provinciale poi su piste di terra tra boschi e campi. per un po’ mi accompagna il crepitio dei fucili: penso che ci sia una esercitazione in corso, al fuoco di copertura delle mitragliatrici segue quello dei fucilieri… chissà non arrivi qualche pezzo di piombo impazzito!
comunque tiro dritto fino al bivio per Santa Cilia e decido di deviare per visitare il favoloso sito di San Jjuan de la Pena… bravo. fatto pochi passi mi accorgo di non aver più il cappello: torno al bivio e non lo trovo, mollo lo zaino e vado più in giù… eccolo. avrei dovuto capirlo: il cappello stava cercando di dirmi “no, non farlo! non andare”. cazzo, aveva ragione! 24 chilometri di asfalto, 800m di dislivello, strada bollente prima e diluvio poi… lasciamo perdere.
e alla fine di tutto, ero talmente “cansado” che ho tirato via due foto al favoloso sito e me ne sono tornato di corsa sotto la pioggia.
Santa Cilia non arrivava più, e solo alle 16 ho posato lo zaino nel bel albergue pulito ed accogliente.
doccia, bucato e vado a fare la spesa, che è da ieri sera che non mangio!
per fortuna due pellegrine tedesche (attempate) hanno fatto mezzo chilo di riso e ne hanno consumato forse un paio… a chi il resto? bhè, vi dico che c’ero solo io… in compagnia di due mostruose vesciche! ahi ahi!
Dìa03 25/06 Santa Cilia – Artieda
e cosi, vesciche o no, parto. cerco di cucirle alla meglio e alle 07.30 sono in strada. la giornata è subito caldissima, e si va su piste in terra e pezzi in asfalto. i piedi mi fanno malissimo, ma tiro dritto, solo qualche sosta per spurgare le vesciche usando ago e filo, e poi via ancora: gli ultimi chilometri sono una tortura, ma alle 16 sono all’albergue.
tolte le scarpe i piedi sono uno sfacelo, e faccio fatica a lavarmi e a lavare, mi trascino penosamente in giro e mi fermo a rompere le balle a junior, il cucciolo di sharpei del rifugio.
dopo cena, brillante idea: mi faccio dare siringa e betadine e riempio le vesciche di disinfettante. domani vediamo.
26/06 Artieda Day Off
bhè, la cura del dottor carlo funziona, le vesciche si sono seccate e riesco a camminare decentemente.
però, spronato da pellegrini ed hospitaleros, decido per un consulto con un dottore: c’è un centro de salud a Berdun e, fortunosamente, dei pellegrini partono da Artieda in taxi per Jaca e mi ci accompagnano.
l’infermiera non fa nulla più che bendarmi e mi dice di non camminare: bel consiglio, grazie!
bhè, io vedo un ufficio postale e, per vendicarmi, spedisco a casa i sandali bastardi! ben vi sta!
poi trovo un passaggio per Artieda: sarà il fascino del pellegrino? mi fermo nel pueblo per il resto del giorno a sonnecchiare e chiacchierare in patois con gli altri pellegrini.
alla sera Spagna-Russia e temporale: decido di partire prima delle sei.