S2N day18 El Puerto Santa Maria _ Huelva, 124km 640mD 

07.15 e niente, mi tocca alzarmi anche oggi! Evabbè, solite cose e poi si esce in cerca di colazione che, urca!, trovo appena girato l’angolo, o quasi.
Classica tostada e cafè con leche ed in quindici minuti eccomi in sella per questo primo giorno post #Altravesur : le cose dovrebbero cambiare drasticamente, dato che nei miei piani c’è la costa atlantica da seguire verso nord (08.15)!
Bastano 03km e l’asfalto diventa una sterrata tra i campi che, un chilometro dopo sterza a sinistra tra le finche (08.30 km04).
Seguo la polverosa pista sterrata tra i poderi ed i corrales per agganciare un camino de servicio a lato strada principale (08.50 km10): si pedala contro il cielo bianco e l’umidità assoluta, una caligine incombente, mentre in lontananza si odono le sirene delle navi nella zona portuale. Tra i campi di mais ed i vari coltivi, girasoli, erba medica, pomodori, spiccano le palme e tra le cornacchie ed i colombacci appaiono i pappagallini!
Al tredicesimo chilometro lascio la via di servizio della carretera per prendere lo sterrato Cordel de la Capitana, che conduce a secondaria asfaltata tra i girasole e le colline punteggiate di palme, fichi d’India e cipressi: la strada affianca sulla sommità della collina un canale di irrigazione, che spiega il verdeggiare delle colture, tra le quali si aggirano numerosi trampolieri in cerca di preda.
Seguo la traccia a vista, e finisco ad una stazione di pompaggio di fianco un bacino: la strada è sbarrata, e devo quindi cercare un’alternativa alternativa (09.15 km19).
Trovo con facilità una soluzione infilandomi nel campo di fianco, passando tra gli irrigatori trovo un ponte in cemento che mi permette di riguadagnare la traccia su veloce e secondaria asfaltata, dove il numero di ciclisti incontrati finora in questi pochi chilometri surclassa di parecchie lunghezze quelli incontrati durante #Altravesur !
Fanno la loro comparsa alcuni vigneti, con la tipica varietà molto bassa sul terreno, tra cui spiccano le bianche fattorie andaluse.
Si passa sotto alla carretera su strada asfaltata secondaria tra vigneti, fichi d’India, serre e casette (09.25 km25): conduce ad una caratteristica rotonda terrazzata, coronata di ulivi, dalla quale si piega decisamente in direzione della costa  ormai vicinissima.
In breve, infatti, eccomi a Sanlucar de Barrameda, di cui percorro tutto il lungomare, dove i chiringuitos iniziano ad aprire (09.50 km32).
Di fonte alla storica Fabrica de Hielo, ormai museo, mi rendo conto che devo prendere un traghetto per passare di là del Guadalquivir… oppure giungere a Sevilla lungo il fiume e poi tornare verso la costa!
E traghetto sia, dunque!
Sulla barca solo io e la versione locale dei caparossolanti di Chioggia, in scooter con ruotoni maggiorati, reti, pali  rastrelli e catenacci vari…
Brevissima traversata (8€ con offerta speciale estiva) ed eccomi posare le ruote sul bagnasciuga (10.15 km35): cazzo, mica facile pedalare sulla sabbia!
Inizio incerto, poi ci prendo mano: seguo le tracce di un piccolo ungulato, capriolo o daino, credo, che sembra sapere il fatto suo!
Imparo così che la sabbia bionda è troppo asciutta, e si affonda; la sabbia mora troppo bagnata, e ci si impantana; la sabbia castana, invece, è pedalabile se non ci si va troppo di cattiveria.
Non a caso LA sabbia è femmina.
Piano piano, ma si va: sole alle spalle; estuario del fiume prima, e riva dell’oceano poi, a sinistra; dune a destra; orizzonti sabbiosi di fronte.
Procedo quasi regolare verso nord, anche se ogni tanto sbaglio e becco una vena di sabbia poco collaborativa, poi non riesco più a pedalare, vado a fondo: devo spingere (10.55 km 40).
Ne approfitto e mi fermo a chiedere informazioni a dei pescatori, molto presenti a scaglioni lungo la riva: mi raccontano che pescano Coquinas, dei molluschi che si raccolgono rastrellando la sabbia della riva con dei gabbioni, nei quali rimangono prigionieri. La stagione dura tutto l’anno, a parte maggio e giugno, cioè un mese e mezzo in cui stanno riproducendosi e quindi la pesca non è consentita: ma per il resto è caccia aperta, un lavoro molto duro, a mollo nell’acqua ad arare a mano la riva, usando sia le braccia che trainando le gabbie con catene avvolte attorno alla vita.
Ok, momento Quark terminato.
Riprendo a pedalare, ora avvicinandomi di più all’acqua: la catena gradisce ancora meno, ma si procede discretamente!
Ore 11.35, km49, altro tratto a spinta: noto delle impronte di zoccoli sulla spiaggia e le seguo, perché gli animali sembrano sapere meglio di me su quale tipo di suolo passare… non sembrano di cavallo, sono troppo piccole ed il passo è corto, penso un mulo o… ad un asino!
Ed è proprio un’asinella quella che accompagna Joshi nel suo viaggio dall’Almeria al Portogallo: il giovane tedesco di Francoforte ha intrapreso questo viaggio due mesi fa, con questa asinella che gli hanno affidato visto che lei era destinata proprio lì!
Passiamo il tempo chiacchierando, non so neanche quanto, mentre Burra annusa e mordicchia curiosa tutto i componenti e le borse della mia bici, poi un paio di foto e li lascio alla loro giornata di sole e mare.
Riparto alle ore 12.25, km57, ed in venti minuti la spiaggia, non più selvaggia, diviene regno dei turisti.
Ancora dieci minuti e poggio le ruote sull’asfalto cittadino (12.55 km62,5): mi avventuro tra le vie residenziali in cerca di una canna dell’acqua per sciaquare la trasmissioni impanata!
“Capitano! Vecchietto in giardino che annaffia i fiori a babordoooo!”
“Cazza la randa ed il pappafico, abbordaggio!”
E così ho lavato la catena e la bici, insomma… poi giù sulla passeggiata lungomare, tra turisti, negozi e caffè: una breve sosta per una lattina fresca, poi termino il paseo e raggiungo la sterrata nella pineta (13.20 km67)… saranno un 20km minimo nel nulla: torno indietro per la pausa pranzo, va là!
E dunque mi fermo all’ombra qui alla playa de Matalascañas, per gazpacho, paella, cerveza e, obbligatoriamente, pulizia a fondo e lubrificazione (13.30 km68,5).
Un’ora ed un quarto per ripartire, tornare su in pineta ed imboccare il camino del Asperillo, polverosa ma veloce sterrata a lato carretera (14.45).
Tre quarti d’ora belli regolari ed arrivo all’area di sosta de Cuesta Maneli, dove alte dune separano il mare dalla pineta, e dalla strada (15.30 km83,5).
Quattro chilometri dopo (km87,5) si gira tra gli eucalipti, e si sfila subito lungo un campeggio, con un bar che sembra aperto a tutti: la pista diviene asfaltata, adesso, e si inoltra verso la costa… il sentiero che dovrei prendere è sbarrato, quindi proseguo diritto e vediamo che succede!
Dopo una stazione metereologica la strada piega a destra ma una pista ciclabile prosegue in linea retta, sempre in direzione del mare, tra eucalipti, pini e macchia mediterranea, quindi proseguo in questa direzione, mentre dal sottobosco emergono mozziconi di tronchi bruciati, memorie di un passato incendio.
È da poco scoccata l’ora quando arrivo all’incrocio per Mazagon, dove si trova un camping (16.05 km94,5)… quasi quasi…
Ma no dai, che è presto!
Ancora qualche chilometro!
Proseguo lungo la costa senza far troppo caso alla mappa, ed arrivo al porto: no buono, c’è un solo ponte disponibile per passare il fiume, e non è qui.
Mi destreggio un po’ tra le case delle vacanze e aggancio, spero per poco, la nazionale (16.40 km103): all’altezza del Jardin Botanico, infatti, ho visto una traccia che… chiusa (106km)!
Allora provo questa che invece… chiusa dopo 200 metri.
Mi resta quest’ultima qua che promette… chiusa.
Torno sulla nazionale, per fortuna con larga corsia d’emergenza e poco trafficata, e testa bassa: zone industriali, installazioni portuali e petrolifere, binari e, finalmente, il ponte sul Rio Tinto.
Da qui alle bici è vietato, ma appena dopo il rio, al monumento a Colòn, inizia una pista ciclopedonale che conduce direttamente ad Huelva (17.15 km116).
Breve sosta logistica, acqua + Booking, e si riparte nei canonici quindici minuti: si costeggia la zona umida che introduce alla città, si ammirano installazioni gasiere moderne e pontili di archeologia industriale e, lasciato il lungofiume, Maps mi conduce, all’incirca, a destinazione, poco lontano dal centro città (18.10, km124 640mD).

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