Traversée Corse Day03 Zicavo_Propriano 61,5 860mD

Notte stellata e ventosa: il cielo, enorme e nero, fa da sfondo agli astri, giganteschi e brillanti, mentre gli alberi vibrano e stormiscono, unico suono nella notte del villaggio.
Si sta bene sotto le coltri, ma alle 07.00 ho gli occhi aperti: prima delle 08.00, però, alzarsi non ha senso… la breve tappa prevista per oggi sostituisce quella per Bonifacio, soppressa causa traghetto, e taglia diretta verso la costa ovest, quindi me la posso prendere con calma.
08.30 e faccio colazione con madame, sempre chiacchierando, prima di terminare di caricare la bici e partire.
Sono le 10.00 ed il sole è ormai alto, ma il caldo è un’altra roba: il termometro in giardino segna 5 gradi, ma grazie al vento sembrano decisamente meno!
Bisogna comunque andare: attraverso il paese per la via alta, fiancheggiata dalle antiche facciate in pietra con le targhe in italiano, e seguo il fianco della montagna in dolce salita tra i castagni.
Brina e ghiaccio ricoprono spesso l’asfalto, ed ogni curva è buona per scivolare… o per nascondere un maiale girovago!
Occhi aperti, quindi, fino al bivio per San Petru (10.45 km09,5) dove tengo la destra e proseguo per Aullene.
I faggi prendono il posto dei castagni, mentre le rocce a lato strada trasudano acqua e sono ora coperte di ghiaccio e ghiaccioli: sole, fatti vedere!
13 chilometri pedalati e la strada mi porta al Refuge Col de la Vaccia, davanti al quale si stacca una strada serpeggiante che scende verso il fondo valle attraversando la macchia: io, invece, proseguo ormai in quota diretto al colle.
Sono passate le 11 da cinque minuti e, finalmente, mi ritrovo al sole mentre la strada spiana ed il colle mi si para davanti: ancora qualche giro di pedale ed il cartello Alta Rocca, sforacchiato come d’ordinanza, mi segnala la fine di questa salita (11.10 km14,5 490mD quota 1190mslm).
Un mare di nuvole di fronte a me, interrotto solo dalle scure creste dentate; dietro, invece, i picchi innevati ed il passo Col de Verde attraversato appena ieri; sulla destra la macchia mediterranea sfuma verso il mare, verso la costa ovest.
Mucche e cavalli bradi mi osservano quieti mentre scatto qualche foto e mi rivesto… un ultimo sguardo tutt’attorno e sono pronto.
Via in discesa, dunque: mentre perdo quota velocemente il benefico effetto del sole viene azzerato dalle feroci raffiche di vento che mi prendono d’infilata.
La strada scende regolare, tagliando dritta (o quasi) il versante, compatta e veloce tra la bassa vegetazione; una curva a gomito e cambio lato della valle: la strada si stringe e serpeggia, il fondo si fa scorbutico, torno all’ombra ed al pericolo verglas… ma il vento cessa di fischiare.
Il risultato, comunque, non cambia: freddo al sole e freddo all’ombra!
Passo il pugno di case in località Fuzaninco (11. 25 km17,5) e proseguo fino al grosso paese di Aullene (11.40 km26) dopo il quale si scende con attenzione: il ghiaccio è una presenza costante.
Perdo ancora quota con decisione, poi cambio versante, cambio fondo, cambio pendenza, cambio paesaggio ed eccomi a percorrere una fighissima strada di montagna tra aguzze rocce rosse, aromi e corbezzoli, muretti a secco e ruscelli, ponticelli e curvoni avvolti su sé stessi.
Il sole e la pendenza mi riportano in temperatura, e posso abbandonare windstopper e strati eccessivi, godendomi maggiormente la pedalata: questo tratto è spettacolare!
Scollino e mi fermo per tornare a coprirmi: da qui è praticamente tutta discesa fino al mare (12.30 km36)!
Scendo giusto un paio di chilometri e, in corrispondenza di un chiosco affiancato ad un calvaire, abbandono l’asfalto per una pista sabbiosa, pesante d’acqua e detriti, solcata da tracce di copertoni artigliati e incisa dalle piogge: ohhhhh yesss, si sterra a manetta!
Giù derapando sulle curve, schivando roccette e canalini, traversando rigagnoli e contribuendo, con sommo gusto, a spettinare il fondo della pista!
Un ultimo tratto sassoso e veloce tra alberi e cespugli e la pista confluisce nella rappezzata D557 (1345 km45,5), certamente dal fondo più veloce ma a cui stare comunque attenti: ci son buche niente male!
Giù a bomba, ed il mare ormai eccolo là, vicino!
Oltrepasso le casette arroccate di località les Martini (13.25 km49,5), lascio indietro Borgo ed i suoi verdissimi pascoli, scavalco la principale dritto per dritto ed inchiodo sulla spiaggia all’entrata della località marina di Propriano: sabbia e merenda (13.50 km60).
Il fratello del panino di ieri è ancora mangiabile, e fa la stessa fine del suo predecessore; c’è anche un pain chocolat, l’ultimo di una cucciolata di otto: amen, raggiungi i tuoi parenti!
Ore 14.15 e con qualche colpo di pedale percorro la via principale e, proprio a fine strada, dove iniziano le dune, ecco il mio alloggio per stanotte, l’hotel Le Lido (14.20 km61,5 860mD).
Devo comunque ammazzare un’ora, e ne approfitto per pulire e lubrificare la trasmissione. Poi cazzeggio sulla sabbia finché, all’ora prevista, posso entrare in possesso della mia stanza: scarico la bici, raso la testa, doccia bollente, roba pulita e un’oretta a passeggio in paese…