HeartQuakes day01 Fabriano _ Matelica 28km 690mD

Impossessatomi della credenziale e salutato Jacopo, gironzolo ancora un po’ per il centro della bella cittadina per poi risalire verso il bnb: altra doccia, diario e si ronfa.
Sei e mezza apro gli occhi, un quarto d’ora e mi alzo: alla consueta routine aggiungo un taping di supporto alla fragile caviglia sinistra, di conseguenza perdo un po’ di tempo… con la pratica migliorerò.
07.30 son comunque in discesa verso il bar panificio visto ieri: cappuccino, doppia brioche cicciona, pizzetta tonda per le emergenze, zaino in spalla e via.
08.00 e aggancio il CTM in piazza, che mi fa gironzolare un po’ per ricondurmi, come previsto, poco più in là del bar ed iniziare a salire verso l’Eremo di San Silvestro.
Dal parco si segue dapprima l’asfalto principale, poi una secondaria ed infine un’ampia sterrata, probabilmente un acquedotto, che sale nell’ombra tra gli alberi.
Poco più di mezzora per toccare l’asfalto (08.35 km04), attraversare un borghetto e gettarsi nel bosco lungo un sentiero che, dopo aver ritrovato la strada (09.00 km05+), la costeggia nel verde per agganciare la principale verso l’Eremo, lasciandola in fretta per preferirle una via crucis pedonale (09.15 km06+) che conduce alle  spalle del complesso religioso (09.30 km07).
Dieci minuti, tra dare un occhio alla chiesa e aggirare gli edifici, sono sufficienti per raggiungere il piazzale superiore, dove mi aspetta una sosta con coca ghiacciata al bar (09.40).
Fin qui non ho trovato anima viva: solo il rumore ritmico dei passi e dei bastoncini, nessun movimento, nessun suono, nessun animale… uccelli non pervenuti.
Mi ricarico seduto all’ombra un quarto d’ora: due chiacchiere in simil romanaccio con un un paio di vacanzieri avventori, uno sguardo distratto alle cronache elettorali di The Donald (l’attentato) e son pronto a ripartire.
Manca poco alle 10.00 e son già sulle ripide scalette che mi riportano in traccia, tagliando l’ampia curva che ho fatto salendo.
Resto sull’asfalto anche quando il cartello indica di scendere nel bosco: ho visto che posso agganciare una mulattiera che mi riporterà comunque sul percorso… eccola infatti, dopo una tranquilla passeggiata a mezza costa, che stacca a gomito in decisa discesa (10.15 km09).
Quindici minuti sul fondo bianco e polveroso, perfetto per la mia due ruote (se non fosse in garage), e dopo qualche curva sinuosa riprendo a camminare sul CTM ufficiale (10.30 km10,5) che mi porta, complice anche uno strappetto verticale, tra i prati in località La Capretta (10.40 km10,7).
Un bianco curvone taglia l’erba falciata da poco e già pressata nelle classiche balle rotonde, e seguendolo mi godo una bella forestale veloce, in prevalente falsopiano e benedetta dall’ombra che, senza deviazioni, fila dritta alla forcella Sant’Angelo (11.10 km13).
Si scollina, dunque: giù nella valle dello Stretto, che al suo nome tiene fede e poi piega a gomito per passare il testimone alla valle Toiano ed alla sua ampia mulattiera, in pieno sole fino alla confluenza con un’altra bella pista, ancor più bianca ed accecante (11.40 km14,5)!
Dieci minuti ancora e, poco dopo un bivio con evidenti indicazioni per le ruote grasse, mi godo una pausa acqua e pizzetta all’ombra di un gruppetto d’alberi nel frinire delle cicale (11.50 km16): meglio approfittare di quest’angolo “fresco”, che non so quando sarà il prossimo!
Ovviamente, trascorsi i venti minuti di sosta, dopo un altro tratto abbacinante ecco una bella galleria vegetale che ancor meglio si sarebbe prestata allo scopo… ma va bene così e me la godo camminando nel fresco degli alberi, che mi accompagnano quasi fino a ritrovar l’asfalto (12.30 km18) che conduce tra i prati, senza fallo, ad Esanatoglia (12.45 km20).
Varco il portale nelle mura e faccio mio un tavolino all’ombra: birra da mezzo e focaccia con lonza e formaggio mentre si chiacchera con Luca ed altri avventori.
Qualche altra birretta per sfidare il caldo meridiano, ma ormai è ora di ripartire: al batter delle 15.00 son già in strada, letteralmente, prima su principale, poi su secondaria in fase di asfaltatura (caldo next level) e finalmente giù a gomito a sterrare bianco e polveroso tra i casali per poi risalire una tenue traccia tra grano ed erba medica (15.20 km22).
Ritrovo il tratturo e lo seguo fino all’aia di un’azienda agricola (15.45 km23,7) dove l’asfalto, per fortuna ombreggiato, torna padrone e porta ad attraversare il rustico borgo di Terricoli e poi, per secondarie, fino al corso e al centro di Matelica (16.30 km28).
Una rapida ricerca, sia web che interrogando i locals: il bnb ha chiuso tempo fa, gli altri son fuori questione se sei un pedone, ci sono due hotel ed uno ce l’ho davanti… per stasera va bene così.
Stanza, doccia, bucato minimal, spesa frutta e liquidi al super subito sotto, e relax in branda aspettando l’ora di cena: pappardelle ceci, guanciale e rosmarino, abbondanti; filetto di maiale al pistacchio; mezzo di Verdicchio.
Sto quasi per cedere alle pappardelle: buonissime e veramente abbondanti MA roventi, sudo come un maiale, ed il Verdicchio aggiunge solo grado alla temperatura interna… comunque ce la faccio, e con il maiale impanato mantengo il calore a livello!
Ma non si fanno prigionieri, ed anche questa epica sfida è vinta.
Pago il conto e vado a fare un’altra doccia, va là!

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