Enego Loop day01, Enego_Asiago 60km, 1864mD
Tempo di collaudare i nuovi cingoli del mio blindato tritatutto: canale maggiorato, raggi montati in quarta e ruotone tassellate antiproiettile.
Urgono fondi tecnici e pendenze assassine: provo un overnighter che promette sudore e lacrime, Asiago Loop here we go!
In realtà la partenza la sposto ad Enego e quindi prevedo già una modifica in km e dislivello: inoltre le nevicate delle due ultime settimane, così ad occhio, avranno da dire la loro.
09.30, parcheggio in Cornetta, scarico, mi vesto, un caffè e dopo venti minuti inizio a scaldarmi pedalando con calma, alzandomi verso il Tombal: al bivio mollo la principale asfaltata, dirigo verso Valmaron e sterzo subito su rampa sterrata assassina diretta a Casara Lèrche.
Qualche metro a spinta, poi di nuovo a pedali, ma dalla casara si spinge un bel 150mD tra i pascoli rinverditi dalle ultime piogge, mentre una coppia di poiane mi compatisce dall’alto.
Oltre il Canal del Brenta le pendici nord del Grappa ancora biancheggiano di neve, il sole scalda ed in maniche corte si sta benone: avanti con calma ed ecco che tra due macchie di abeti il pendio spiana e con due colpi di pedale raggiungo la mulattiera che dal Tombal sale al Lisser, agganciando il Loop.
È un’ora che pedalo e spingo (bè, mezza e mezza, va), ed un goccio d’acqua e cinque minuti di sosta ci stanno, ma adesso si fa sul serio: la bella strada militare serpeggia comoda srotolandosi verso l’alto, e mezz’ora è sufficiente per giungere al cospetto del Forte Lisser, quasi 250m più su.
Tutto chiuso. Nessuno in giro, solo vento e silenzio.
Il tempo di qualche foto e di infilare il gilet antivento e si riparte: giro attorno alla fortezza e mi sparo in discesa lungo la pista Rossa, scodando sulle macchie di neve ormai fradicia e sui piccoli pantani formati dal suo scioglimento.
I copertoni lavorano bene ed i freni sembrano all’altezza: oh yes!
Sotto malga Primo Lotto ho perso ormai 300metri, giro a sinistra e via su asfalto verso il rifugio Valmaron, dove è già ora di sterrare lungo il sentiero dei Cippi.
Tra i ceppi rivoltati ed i tronchi schiantati da Vaia, solco l’altopiano in divertente offroad, dal fondo vario e tecnico a tratti, fino all’albergo Marcesina cinque minuti dopo mezzogiorno: arrivare in Barriccata è ormai un attimo, ma appena infilata l’ombra tra i pini, è neve e ghiaccio.
Ci provo un quarto d’ora, ma non si passa: o affondo a mezza ruota o non ho aderenza… sapevo che poteva succedere, quindi dietrofront senza troppe storie.
Torno all’albergo Marcesina e faccio il punto: direzione Ortigara e provo a riagganciare il percorso più avanti, passando per malga Buson.
In effetti, in 6km la bella mulattiera al sole mi riporta in traccia: spavento qualche cervo e pesto un po’ di neve sulle curve in ombra, ma la lettura delle carte è facile, e arrivo dove previsto.
Sono le 13.00 e ho percorso solo 24km: boh, luce ce n’è, vediamo come butta da qui.
20 minuti e 2km dopo, al bivio successivo verso l’Ortigara, ancora neve, ghiaccio ed abeti a fare ombra: non si passa, quindi breve sosta, punto mappa e giù in discesa, abbandonando il Loop che invece continua a salire.
Son le 13.45 e il sentiero si srotola tra il folto di abeti, che permettono alla neve di conservarsi facilmente: si passa comunque senza troppi problemi, ed in breve, dopo una meritata sosta panino e pianificazione, ecco Campomuletto e poi Campomulo.
Due chiacchiere con un paio di locali intenti alla manutenzione degli impianti e infilo a spinta una valletta boscosa, fredda ed innevata: un 100m più in alto becco la mulattiera promessa e posso nuovamente pedalare tra i pascoli (ore 15.00, km34) diretto verso Casara Longara.
Di nuovo sopra i 1600m, giù a bomba sulle sassose e fangose pendici della omonima pista da sci, raggiungendo le Melette, 200m più sotto (15.30, 38km): e adesso?
Troppo presto per l’asfalto e chiudere la giornata: risalgo, prima a pedali e poi, il grosso, a spinta, verso la Meletta di Mezzo.
Un po’ di sudore ed un po’ di pazienza ed ecco l’arrivo degli impianti a Malga Melette di Ristecco (16.10): ho riguadagnato la quota perduta. Mi rivesto, che il vento taglia, rimonto in bici e mi destreggio tra neve, fango e ghiaccio prima di trovare un bel fondo stabile e raggiungere la Bocchetta Slapeur (16.40, 1600mslm, 42,5km).
È un bivio, e scelgo di restare in quota tra i pascoli “soleggiati”, dato che tra gli abeti sotto di me a sinistra vedo ancora la neve: tutto bene fino a casara Melette Davanti (17.00), ma i sentieri riportati sulla mappa sono tracce in discesa “fuoripista” nel pascolo cosparso di detriti carsici.
Mmm, vediamo: trovo un segnavia Cai, lavorando di freni traverso il pendio erboso fino alla linea del bosco un centinaio di metri sotto, trovo un bivio e, spalleggiando lungo una scalinata d’assi, seguo la traccia più battuta.
Errore: una scoscesa pietraia mi taglia la strada ed il bosco è sconvolto da Vaia, cancellando la traccia. Bici in spalla, provo a passare tra tronchi schiantati e radici strappate dal terreno, ma ho già capito che devo tornare indietro. Senza bici scendo un altro centinaio di metri, ma non è fattibile: a spalla esco dal bosco ed a spinta torno al bivio, sotto lo sguardo di una cerva perplessa.
Ore 18.00, al bivio ricompongo delle tabelle Cai e prendo la variante di sinistra, stavolta subito senza bici: scendo fino alla linea dei faggi per sicurezza… Vaia ha infatti decimato gli abeti rossi, dell’apparato radicale più superficiale, ma ai faggi, più robusti, ha fatto un baffo: se riesco a seguire il sentiero fino a quest’ultimi dovrei avere buone chance di arrivare a fondovalle.
Così è: a colpi di motosega i tronchi più grossi son stati smezzati, ed un centinaio di metri sotto il sentiero appare libero. Su di corsa, recupero la bici e un po’ in sella e molto a mano raggiungo la faggeta: da qua è solo questione di attenzione e pazienza.
18.40, 50km: finalmente sui 1200mslm becco la mulattiera che sale da valle… una breve sosta acqua e biscotto, falsa partenza e poi si va sul serio: falsopiano iniziale, poi forte discesa su prato e bella forestale, mentre tramonta tra pascoli e boschi con ampie aperture sul fondovalle… tempo mezz’ora ed eccomi sbucare sulla strada per Gallio, in contrà Schivi(19.10, 53km).
Da qua è ormai un attimo raggiungere Asiago e l’hotel Alpi, dove termina la giornata odierna (ore 19.35, km60, 1864mD+).
Bè, tappa stravolta ma divertente!