Traversée Corse Day01 Bastia_Corte 104km 1610mD+

Ronfo della grossa, ma alle 06.00 occhi sbarrati: fuori è buio pesto e il petite dejouner è alle 07.00, tanto vale restare al calduccio.
Mi alzo e vado a far colazione prendendola con calma, che non prevedo di trovare rifornimento, tra i monti!
Poi toilette, borse ed affardellamento mezzo, regolo i conti e si può partire: 08.15 e siamo al via ufficiale!
Giù a bomba a Bastia e poi lungo la corniche su strada principale, spazzata dal vento, fino alla mezz’ora (08.30 km07), quando mollo la litoranea per costeggiare il Lido de la Marana e U Stagnu, area umida circondata dai canneti.
Breve sosta in spiaggia, poi si pedala su corsia ciclabile ricavata dell’asfalto stradale con un cordolo: sarà per lo scarso uso in bassa stagione, ma è molto sporca e piena di detriti.
Si procede comunque speditamente fino al cartello Lucciana, poco dopo il quale la ciclabile termina in corrispondenza del lido Mariana (km21,5): curva secca a destra verso l’interno, qualche ghirigoro ed ecco la chiesa Mariana, affiancata da resti romani (09.20 km24,5).
Dirigo verso una zona industriale, la attraverso ed oltrepasso anche la litoranea (09.40 km30) lasciando Lucciana alle spalle per salire lungo la Strada U Paese, lungo la quale raggiungo serpeggiando Borgo, che incombe dall’alto dal primo colpo di pedale (10.10 km34,5), preannunciato dalle isolate cappelle di famiglia (all’uso corso) che ad ogni tornante o tra il bosco, occhieggiano al ciclista straniero.
Nel cielo roteano dei cosi che sembrano gipeti, mentre corbezzoli, querce da sughero e macchia mediterranea fanno la ola al mio passaggio, sollecitati dal vento che soffia verso valle.
Il cielo è terso ed il sole splende, e nonostante il fresco si suda comunque copiosamente: il dislivello odierno si gioca da qua in poi, di fatto!
Breve sosta in paese e riparto a mezza costa: Borgo si staglia ormai contro la laguna, sullo sfondo l’isola d’Elba separata da un braccio di mare.
Continuo a salire tra querce e castagni sulla stretta strada solitaria, punteggiata da piccoli smottamenti, e raggiungo una sella, per scollinare nella valle successiva (10.30 km38.5).
Silenzio, solo il fruscio dei copertoni sull’asfalto, il fischio del vento ed il gorgogliare dei ruscelli mentre in falsopiano pedalo per agganciare la Strada Suprana verso Vignale (10.45 km41,5) da cui proseguo per raggiungere poi Scolca (11.05 km45,5) e scendere a bomba fino a Volpaiola (km48): ci si lascia il paese alle spalle per procedere a mezza costa verso Campitellu, cui arrivo in salita (11.15 km54).
Da qui salgo a Teghie (11.55 km56), piccolo borgo da cui imbocco la D5, finalmente in discesa.
Giungo al paese di Lento: è con emozione che vedo la vetrina di un bar, che purtroppo è decisamente chiuso (12.05 km59).
Fino a qui in nessuno dei paesi toccati, arroccati sugli speroni tra i boschi, ho notato segni di vita sociale, diciamo: ho incontrato un furgone della nettezza urbana ed un’auto delle poste, ma pochissime le persone, di cui ho intuito la presenza più che vederle.
In compenso le cappelle mortuarie sono ovunque!
A Canavaggia, qualche chilometro dopo (12.30 km64), un sorprendente vociare mi attira verso un capannone all’uscita del paese: mollo la bici ed entro, ed in effetti vi regna una inconsueta animazione… i locals, infatti, hanno delle birre in mano!
Purtroppo cibo non ce n’è, ma da ste parti sembra già tanto rimediare birretta e patatine!
Arraffo una sedia e mi godo il sole davanti alla sala sociale: ormai finita la pausa a “La sfida”, riempio la borraccia ed allo scoccare dell’ora si riparte.
Ore 13.00 e via, dunque, subito in forte discesa, la bella valle aperta a sinistra: tocca fermarsi due volte per aggiungere strati, perché il vento ed il freddo si fanno taglienti.
Solo qualche strappetto interrompe il divertente slalom sulle strette curve che tagliano il fianco della montagna, con sorprendenti aperture su cime frastagliate coperte di neve a chiudere l’orizzonte.
Nonostante la strada sia deserta è meglio affrontare le curve cieche con prudenza: numerose sono le vacche brade che amano sdraiarsi in mezzo alla carreggiata… e sempre sottocurva!
Scendo ora (13.45 km78) verso la pianura coltivata a vigneti, oltrepasso una prima linea ferroviara, poi un ponte sul fiume e giro su strada principale, direzione Ajaccio: infilo una secondaria a costeggiare una seconda linea di binari, passo oltre la stazione e freno a Ponte Leccia dove, magia delle strade maestre, trovo un vero bar aperto ed un minimarket (13.55 km81).
Sosta caffè doppio e pain chocolat, dunque, e veloce acquisto di barrette al superette… dieci minuti e son già a pedali, a seguire la T20: venti minuti fiancheggiando fiume e binari e a Francardo eseguo un taglio attraverso il paese (14.25 km88) per riprendere la Territoriale poco più in là, dove si restringe e sale…
Non la mollerò più fino a Corte, in costante salita, tenendo il fiume a destra fino a scollinare grazie ad una breve galleria: da qui discesa nella temperatura ormai più che frizzante, un ultimo strappo ed eccoci qua, in piazza a Corte, in pieno centro (15.15 km102).
Faccio il punto e, purtroppo, il mio alloggio è nella periferia commerciale: cancellare il traghetto ha significato anche perdere la prenotazione in centro città.
Scendo e risalgo, zigzago un attimo et voilà, eccomi arrivato (15.30 km104 1610mD+).
Tiro su la bici con l’ascensore, spacchetto tutto, doccia rovente e via di corsa a far la spesa al vicino Auchan: i locali chiudono verso le 20.00 o son prenotati… il cenone tocca autogestirselo!