S2N day24 Alcácer do Sal _ Ericeira, 116km 1120mD

Monto la tenda, faccio la spesa al market di fianco, lava e stendi, sistemo la bici e, finalmente, barba, capelli, doccia.
Cena autogestita e poi in branda, a sbeffeggiare le ferocissime zanzare dal bozzolo della mia tenda!
La notte è fresca ma asciutta, ed alle 06.15 son già in piedi: campo smontato, bici pronta, colazione in autonomia e, ore 07.30, si può andare.
Si parte nella luce ancora incerta del primo mattino: un paio di curve e sono già sulla strada principale. Qualche ultima risaia a verdeggiare sulla sinistra, pascoli punteggiati d’alberi sulla destra, ed in breve risaie e pini marittimi cedono il passo alle querce da sughero, che ritornano in grande stile, e allo scampanio dei bovini al pascolo… cielo coperto, venticello fresco, fortunatamente ancora scarso il traffico.
Procedo in continuo saliscendi, seguendo l’andamento del nastro asfaltato, e tempo venti minuti è già ora di togliere la maglietta e aprire la camicia (07.50 km09).
Cinque chilometri ancora e si traversa un fondovalle molto aperto, risaie a sinistra e mais a destra, entrambe colture che richiedono disponibilità di acqua: infatti ci sono dei canali che attraversano i coltivi  e fanno capo ad una zona abitata qual’è il paesone agricolo di Palma (08.10 km14,5).
Lo si attraversa e via dritto senza storia verso Aguas de Moura (08.50 km30), dove si lascia la principale IC1 per la E5: un rapido zigzag nelle vie del paese per prendere la più tranquilla secondaria tra le vigne ed i campi di mais, punteggiati di casette e fattorie.
Si intercetta poi una bianca sterrata tra i vigneti ed i radi pascoli, animati solo da qualche cavallo (09.05 km35,5) .
È la volta poi di un tratto asfaltato che accompagna ad un cavalcavia: oltre ai binari un piccolo gruppo di case con un bar chiuso, e la svolta su una pista, a seguire un recinto che si inoltra tra i campi (09.25 km38,5).
Poi sono frutteti e vivai, fattorie, vecchie casette abbandonate, paesini, muretti, tutto lungo la pista polverosa ed a tratti sconnessa che attraversa le campagne dritta come una lama e conduce all’ennesimo piccolo borgo, dove vinco la tentazione rappresentata da un bar aperto (10.00 km48) ed inizia l’asfalto, le case cominciano a farsi più vicine e l’ambiente si fa più urbano.
Sovrappasso i binari su un cavalcavia e la campagna lascia il posto alla città: sono alla periferia di Pinhal Novo (10.10 km53) e dopo qualche giravolta ecco una ciclabile (km54,5).
Quest’ultima, dall’ottimo fondo veloce, scorre in una periferia urbana allargata fatta di capannoni, parcheggi, recinti, piccoli pascoli, vecchie fattorie, centri commerciali, attività varie e benzinai… si vede già Lisbona sulla riva opposta della baia ed in breve eccomi a Monijo (10:35 km61,5).
A poca distanza dall’entrata nella zona industriale della città, la ciclabile si discosta dalla principale per costeggiare una zona umida su quella che, evidentemente, era la sede precedentemente utilizzata da una linea ferroviaria: la pista termina infatti alla vecchia stazione del paese!
Da qui un tratto lastricato conduce tra grandi capannoni dismessi e porta direttamente nel piccolo centro storico, dove il colore predominante è, come sempre, il bianco.
Ma io devo andare al traghetto e quindi proseguo: si torna a costeggiare il marisma mentre i capannoni lasciano nuovamente spazio a serre, muretti, siepi di fichi d’india e cespugli fioriti… sempre dritto ed ecco l’imbarcadero Seixalinho (10.55 km68): ho perso il traghetto per un soffio, il prossimo alle 12.30!
Evabbè! Faccio il biglietto e sterro fino a Samouco, dove mi concedo una tardiva colazione (11.10 km70,5): giusto mezz’ora e, in dieci minuti, torno alla darsena, dove registro la traccia e azzero i contatori (11.50 km73 430mD).
Mi giunge un messaggio dall’ostello: niente posto per la bici, prenotazione annullata!
Manca poco all’imbarco e devo escogitare qualcosa: i posti disponibili in città sono pochi e carissimi, dove posso andare?
Ore 13.00, Lisboa: neanche mi accorgo di attraccare, ma un’idea ce l’ho, vediamo se è fattibile!
Ok, eccoci: i segnali dell’universo mi dicono di non restare a Lisboa… posso invece montare la bici in treno, senza supplemento, e raggiungere Cascais. Da qui, chilometraggio inalterato per arrivare a Sintra e poi tornare sulla costa, ad Ericeira.
Leggero ritardo, ma si parte (13.45): il treno segue la costa, e posso così rivedere dal finestrino Belem ed il monumento a Colòn… mi spiace non poter pedalare questi luoghi, ma in fondo li ho già camminati in infradito qualche anno fa, va bene così.
Raggiungo la meta alle ore 14.30, scarico la dueruote e mi fermo per un kebab e doppia coca: adesso si può andare!
Ore 15.00, si lascia Cascais risalendo le balze del Monte Estoril, regno delle ville residenziali, e poi ecco la bella pista ciclabile con cui si scende a costeggiare l’autostrada, che scorre sul versante opposto (15.15, km04).
Un paio di chilometri e si gira per l’autodromo Estoril, preannunciato dal rombo dei motori su di giri (km06,5): incredibile, ma la traccia vuole portarmi proprio all’interno del recinto del circuito!
Mi fermo col ragazzo della security all’ingresso per analizzare le possibilità, mentre il ritorno di fiamma delle marmitte punteggia la conversazione italo-portoghese: alla fine resto sulla strada che scorre tra il circuito e l’autostrada per poi infilarmi in un altro quartiere residenziale (15.35 km09,5), prendere la E9 e, finalmente, l’incrocio per Sintra… si sale!
Raggiungo il parcheggio dei bus, poi la strada si fa più stretta e, in un chilometro e mezzo, eccomi in piazza a Sintra (16.05 km15): turisti ovunque, ma qualche foto la faccio anch’io!
Venti minuti e si riparte: la sinuosa e ripida discesa, molto divertente, mi porta alla base della collina su cui sorge la storica città e da qui, una volta raggiunto il paesello sottostante, si ricomincia a salire seguendo il profilo delle boscose colline (16:30).
Breve illusione offroad con uno sterrato che si infila tra le case (16.55 km24) e poi, nuovamente su asfalto, si arriva a Sao Joao da Lampas, dove mi fermo per comprare frutta e bottiglione (17.00 km26,5).
Quindici minuti per schienare il tè e mangiare le pesche e si riparte: in un attimo tocco Assafora (17.25 km31), poi bella discesa alla cala della Praia de Sao Joao, da cui purtroppo bisogna risalire, anche abbastanza decisi (km34) e poi, ecco il momento avventura!
Il sentiero roccioso a filo scogliera mi lascia appeso sopra gli scogli e con il rio Lizandro da attraversare (17.40)!
Bah! Scendo da solo per trovare la via, torno su, porto giù la bestia dagli scogli, traverso il fiume, traverso la spiaggia e raggiungo la riva (1.755 km35,8)… ormai dovrebbe essere fatta!
Risalgo dalla spiaggia tra le auto incolonnate, seguo la strada litoranea fino ad Ericeira, poi ciclabile o marciapiedi ancora un po’ verso nord… arrivo davanti alla Ocean House con la bici a mano per fare compagnia a Lisa, da Hannover, che sta spingendo una bici enorme con tanto di statua del Buddha, cassetta in legno – cuccia, con cagnetta, quadretti ed ammenicoli vari, chitarra!
La sua meta è una comune oltre il crinale: le auguro buon viaggio, io per oggi sono arrivato (18.30 km43)! 

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