CounterClockWise day18 Aiguebelle _ Venaus 139km 2540mD
06.30: la tenda è umida, ma il venticello che tira garantisce un minimo di asciugatura… terminerò comunque per strada, quindi impacchetto tutto e via, a scroccare i servizi igienici al palazzetto, dove sono sistemati i runners.
07.30 e attraverso il paese in cerca di cibo: colazione a buffet da Claudette & Monique, che oggi serve benzina extra! Uova, salumi, formaggi e yogurt più le consuete cose dolci di patisserie… oh là!
Da poco suonata l’ora, ed alle 08.05 partenza ufficiale: risalgo la valle stando sulla sinistra, all’ombra delle creste aguzze e frastagliate, dove fa proprio un bel freschetto!
Supero un passaggio livello ciclabile a lato strada, mentre l’acqua, come già ieri, ruscella gorgogliando ovunque (08.45 km11).
A St Etienne de Cuines (09.45km27,5) la valle si stringe e la strada si fa in salita, per poi scollinare mentre fa ormai molto caldo: si passa sotto l’autopiste e sopra il fiume L’Arc, mentre su di un cocuzzolo un castello posa di vedetta (10.05 km32,5).
Proseguo sul lato opposto della vallata, oltrepasso St Jeanne de Maurienne (10.25 km38) e giungo in super discesa a
Le Bochet, dove la traccia lungo la gola del fiume è sbarrata da un cancello (10.55 km44,5): improvviso la rotta fino a St Julien Bourg, dove faccio sosta e rimappo il percorso (11.10 km48)… ne approfitto anche per mangiare qualcosa e bere un po’ su di una panchina nel piccolo parco giochi del villaggio.
Un quarto d’ora e proseguo in salita sull’asfalto, che abbandono in breve per la sassosa sterrata di servizio del cantiere di un canale di raccolta (o roba simile) da cui scendo scodando fino alla D1006, dove non trovo il sottopasso promesso e continuo quindi sulla principale fino a St Michel, dove mi fermo dieci minuti all’Office de Tourisme per raccogliere un po’ di informazioni… e ne approfitto anche per fare spesa e merenda (11.50).
Mezz’ora esatta e riparto, attraverso l’affollatissima e trafficata località (da qui si accede al Col Galibier ed al Telegraph, mitici passi del Tour) e proseguo sulla principale, raggiungendo in fretta l’impianto di risalita della
station invernale Orelle (12.45 km62 900mslm), un quarto d’ora dopo la quale ecco la prevista deviazione su secondaria tutta tornanti, dovuta ad una ingente frana che ha bloccato la strada.
Si inizia dunque a salire, anche duro, sotto il sole rovente (13.00 km66), mentre la strada principale risulta visibile a fondovalle: ultima rampa e finalmente posso scollinare (13.30 km69 1160mslm) e scendere a bomba su St André, dove organizzo pausa pranzo ed asciugatura teli di fronte alla Marie (13.35 km70,5), ovviamente deserta, mentre il vento inizia a farsi sentire.
Un po’ di pane, formaggio e frutta all’ombra, recuperando ogni tanto i teli sbatacchiati dal vento verso fondovalle, ed alle 14.20 è ora di ripartire: a Modane, grosso e brutto centro, tiro dritto (14.30 km74) per continuare a salire verso il Fort Marie Therese, imponente e stratificata fortificazione che domina la strada, da cui è separata da una profonda gola (15.10 km81,5). Breve sosta per scattare qualche foto, tentato dal catering di un evento: non credo però di riuscire a mescolarmi agli invitati in giacca e cravatta, quindi desisto dal provare ad avvicinarmi al buffet, sia pure a malincuore.
Un tratto in discesa e, all’uscita del borgo di Bramans (15.30 km87), ecco un’ulteriore deviazione per lavori, mentre il vento si fa ancor più forte.
Da Termignon de Val Cenis (15.55 km93), si sale ancora, contro il vento spietato: a Lanslebourg (16.20 km98,5) il Mistral ha ormai rotto i coglioni! Mi sta veramente esaurendo: sole caldo, pendenza e vento contrario esigono un severo pedaggio… è ora di sosta!
Croissant, dolcetti alle mandorle, fanta fredda ed acqua ghiacciata e si torna in sella, di nuovo e sempre controvento, a muso duro (16.55): adesso si fa sul serio, è l’ultima salita!
Fortunatamente, dopo il primo rettilineo, i tornanti tagliano ora il lato opposto della valle, alberato, dove, specie nella prima parte, il vento si avverte molto meno. Su lento e costante, dunque, senza mai mollare fino a raggiungere il pilastro con l’iscrizione Col de Mont Cenis (18.25 km109 2420mD, quota 2083mslm).
Quasi nessuno in vista, a parte un paio di signori in piumino: ancora a petto nudo, utilizzo un van come scudo antivento per una sosta vestizione, mangio una barretta e mi ributto in pista nel giro di dieci minuti, ora vestito di goretex.
Percorro a mezzacosta il perimetro del grande bacino idrico, godendo dell’imponente panorama, ancor più impressionante, forse, nei colori dell’imbrunire (19.00 km114)… raggiungo così, principalmente in discesa nel goretex sbatacchiante, una sorta di centro visite accerchiato dai camper dal quale, ancora un po’ di pazienza, con un’ultima serpeggiante e precipite discesa varco, quasi senza accorgermene, il confine con l’Italia (19.20 km123).
Sempre in forte discesa, a pennellare curvoni nella luce ormai fredda, finché la traccia mi suggerisce uno stretto e pietroso sentiero nel bosco (19.25 km125) che, con ultimo tratto verticale, mi riporta sulla strada, da cui raggiungo Moncenisio giù a bomba.
È ormai l’ora giusta, e a Novalesa (19.55 km134) inizio a scrutare in cerca di un locale adatto alla bisogna: in fondo ho passato le Alpi oggi appositamente per concedermi una cena degna di questo nome!
Sempre in discesa giungo a Venaus (20.05 km138) dove non resisto al richiamo della Trattoria San Martino: pappardelle al ragù di fassona, hamburger di fassona con tortino di verdure, mezzo di grigliolino ed Amaro del Matto per finire!
Vade retro, Francia: per via di mangiare, non ce n’è per nessuno!
Sono le 21.30 quando riprendo la bici: su suggerimento dei ragazzi della trattoria pedalo le strade acciottolate del paese diretto allo storico presidio NoTAV di Venaus, dove il signor Biagio, custode ufficiale del sito, mi permette di buttare il sacco a a pelo su uno dei tavolacci… approfitto del lavabo per una rapida toilette, mi tolgo la polvere di dosso ed è ora di mettere in orizzontale le stanche ossa!