S2N day23 Sines _ Alcácer do Sal, 94km 730mD

Cose da lavare, doccia, passeggiata serale nel bianco centro di Sines, spesa di beveraggi e birretta meditativa, cena con torta finale strepitosa… poi approfitto del comodo materasso e mi sveglio con calma alle 07.00: ho la bici ancora da pulire, quindi ci metto comunque un’oretta, ma alle 08.05 si va.
Litigo un po’ col coso ma poi ci capiamo: si esce praticamente subito su contorta sterrata e dopo 3km si sovrappassano una serie di condotti del gas, di cui si Sines è la principale porta nazionale (08.15 km03).
La traccia vorrebbe farmi seguire la pipeline, ma gli altri cancelli sbarrati, i rotoli di concertina e di filo spinato mi fanno pensare che non sia una buona idea: provo comunque una stradina sabbiosa parallela, ma conduce ad una casa e torno quindi sull’asfalto, che dovrei comunque incrociare poco più avanti.
Infatti: ma basta poco per imboccare una pista a lato della strada che si infila tra gli eucalipti (08.35 km06,5).
Si affianca così la principale, ma ci si discosta quasi subito per entrare in profondità nella pineta e proseguire sulla pista sabbiosa, ma per ora sempre e comunque pedalabile… il rumore delle auto ormai non si sente più e non resta che godersi la solitudine tra gli alti pini ed i bassi cespugli.
Ovviamente non può durare: dopo aver spinto la bestia per due chilometri, provo a tornare a lato dell’autopista, sperando di trovare una suolo più compatto… potevo forse pensarci prima: all’interno della pineta, infatti, la sabbia risulta essere molto profonda, mentre qui di fianco alla strada, sia pure risulti meno piacevole pedalare, almeno non tocca spingere (09.10 km12)!
Proseguo quindi regolarmente fino ad un cavalcavia, dove la sterrata si addentra nella riserva naturale del parco Lagoas (09.20 km14): abbandono la traccia proposta dal coso e scelgo di proseguire sulla pista principale del parco, che sembra stata spianata di recente ed è stata in parte trasformata in massicciata, gettandovi delle pietre che garantiscono un certo grip… oltre a un certo effetto massaggiante al lato B, diciamo!
Giungo così alla periferia della città, pedalo agile sulla ciclabile ed eccomi a Vila Nova de Santo Andrè (09:30 km17): tempo dieci minuti e al bike shop Stand Coelho si rovesciano cassettine di rimasugli per trovare le viti che mi servono!
Eccole, finalmente!
Gentilissimi, non mi chiedono nulla e mi augurano buon viaggio… obrigado!
Caffè al volo al bar di fianco e via: ore10.00 esco dalla città a spinta in mezzo alle dune, eccheccazzo, e al diciannovesimo chilometro monto sulla statale per una breve pedalata… abbandono l’asfalto subito dopo per la consueta pista sabbiosa laterale!
Mi destreggio tra orti e case e al km21 monto su una secondaria molto secondaria per poi zigzagare su e giù tra le querce da sughero.
Ma è inevitabile: si spinge sul piano, si spinge in salita e si spinge in discesa… sabbia ovunque!
Arrivo ad un rigagnolo che dovrei attraversare per continuare a spingere e decido invece di fiancheggiarlo: la riva è più compatta e posso così raggiungere la strada pedalando (10.35 km24).
Intercetto così l’asfalto al paese di Brescos, giungo ad una intersezione e insisto sul track (1045 km25,5): un chilometro e mezzo e riecco el sabbiòn (km27)! Aaahhhhhh!!!
Spingo ancora un chilometro con le ruote che affondano fino ai cerchi e giungo ad un corral coi cavalli bardati in stile western (11.00 km28) da cui la pista diviene pedalabile, o ci si avvicina: un chilometro e ritrovo la carretera (km21).
Due fulminei chilometri dopo torno sulla direttrice principale, in direzione di Setubal (11.10 km31) su cui pedalo tranquillo facendo buoni propositi… che se ne vanno allegramente affanculo mezz’ora dopo, quando sterzo sull’ennesima secondaria verso la costa (11.40 km40,5)… ma questa promette bene!
Seguo l’asfalto e mi addentro in un’area privata: sembra condurre ad un campo da golf o roba simile… c’è una strada selciata che costeggia la proprietà sulla quale si può scorrere facilmente… speriamo che duri!
Tutto attorno sono in corso grandi opere di manutenzione nella pineta: ruspe e bulldozer spianano e sbancano, nuovi alberi più pregiati vengono piantati a sostituirne i vecchi pini… l’impressione è quella di un grosso investimento monetario.
La lastricata porta alla costa, io devo restarvi parallelo: tocca quindi lasciarla al km43 per una sterrata, sorprendentemente buona… mmmm, dov’è la fregatura?
Eccola servita!
Ottocento metri dopo ho di fronte un mare di sabbia. Mosso.
Affondo con tutte le scarpe per risalire una sorta di tagliafuoco che scala la duna di fronte a me: a giudicare dalla mappa, sulla sommità mi posso sganciare dalla traccia ed intercettare più in là qualcosa che pare meglio…
La dueruote, trasformata in aratro, pesa una tonnellata e la fatica è improba: rumore di V8 ed un boaro locale, cromato, luccicante e adorno di cerchiello per i capelli (ancora??? Si usano ancora??? Ma sul serio???) compare dal nulla per ammonirmi che “No good for bike: private! Call the police!” Gli rido in faccia “Tell me somethin’ I dunno, man! Call the cops: sounds like a good move to get the fuck outta here!” e continuo a spingere.
La sua faccia ed il fatto che resta lì insabbiato come uno scemo valgono l’episodio!
Più che gli sbirri, avrà chiamato un trattore!
Io, intanto, guadagnato il crinale, infilo il “sentiero” prescelto e, ore 12.15 km45, raggiungo un nastro in bitume che sembra un punto racconta resina, visti i numerosi bidoni e vasetti sparsi ovunque.
Pedalabile, ladies n gents!
Saliscendi a seguire il moto delle dune, poi decisamente giù, ed ecco l’insediamento originale di Pinheiro da Costa: una fila di casette biancoazzurre, tristemente abbandonate, ed una sbarra che tenta, inutilmente, di separarmi dalla strada (12.20 km47).
Butto la bici aldilà e mi concedo dieci minuti su di una vecchia panchina, scrostata ma ancora comoda e all’ombra, e svuoto mezza borraccia.
Basta cazzate: asfalto duro e puro!
Ore 12.45, km52, sterzo sulla strada principale, direzione Setubal… sì, lo so: quella di prima!
Nell’ultimo tratto vedo una pista sotto di me costeggiare le verdi risaie, punteggiate dalle cicogne in cerca di prede… mi dispiace perdermi questo sentiero, ma è questione di forza maggiore!
Di là delle risaie, ancora il poderoso sbarramento dell’alta duna parallela al litorale, ricoperta di pini marittimi, eucalipti e bordeggiata di canne e fichi d’India: le risaie sono in mezzo e, più a monte della strada, un altro terrapieno di sabbia segna il margine della pineta.
Ore 13.15, km63, eccomi al bel villaggio di Comporta: pausa pranzo, azzero tutto e medito sul da farsi!
Riparto alle 14.30, km00: imposto la traccia come gravel invece che mountainbike e, come previsto, è praticamente tutto asfalto a parte una finta in partenza!
Bè, diciamo che, vista la mattinata, va bene anche così!
Le risaie sempre a sinistra e la pineta sempre a destra, il traffico poco presente ma in compenso molta umidità, causata proprio dalla presenza delle coltivazioni di riso, suppongo: in ogni caso si procede speditamente nell’ormai rovente pomeriggio (15.10 km16).
Ancora mezz’ora abbondante con qualche rampetta e, 15.45 km27,5, sterzando verso la costa si giunge ad Alcácer do Sal: ovviamente l’ultimo chilometro e mezzo per guadagnare il camping è in salita, ma ormai eccomi qua (1600 km30,5)! 

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