S2N day04 Alcaraz _ Siles, 75km 1670mD
Ore 07.30: ronfato otto ore, ma adesso tocca proprio alzarsi!
Sistemo le borse, manutenzione alla bici e via, ore 08.30, in cerca dei churros!
Ne prendo tre, e serve un cafè con leche per uno per mandarli giù: per un po’ dovrei avere autonomia!
09.00 circa e si parte, ovviamente subito in salita, sulla rampa in cemento dietro alla caserma dei pompieri: poi si procede ad arrampicarsi su sabbia e rocce rosse su un sentiero da capre… ricordatevi di chiudere il cancello dietro di voi, quindi!
Basta un chilometro per rendersi conto della difficoltà e della durezza del percorso: single track sassoso tra gli ulivi, affiancando la alambrada, 7kmh come media e finalmente, raggiunti circa i 1100 metri di quota, il sentiero spiana e mi permette di rifiatare… gran colpo d’occhio sul pueblo di Alcaraz e la valle sottostante.
Ancora sulla traccia incisa nella dura terra rossa, poi un cancello da aprire e richiudere e, 09.35 km4,5, ecco l’asfalto secondario.
Poche centinaia di metri e un cartello con indicazioni mountain bike segnala un single track (ma semo sicuri???) che sinceramente non mi sento proprio di affrontare: solo oltrepassare il guard rail è complicato, il fondo appare da subito troppo pietroso e sconnesso per riuscire a gestirlo con la mia bici stracarica… ma anche con una qualsiasi mtb farebbe paura, direi, quindi a malincuore ma proseguo lungo la strada (09.40 km05).
Mentre pedalo tranquillo in salita incrocio una cabra montesa, una specie di incrocio tra il camoscio e lo stambecco: colore e corna da stambecco su gambe slanciate da camoscio… ci guardiamo per un po’, poi ognuno per la sua strada.
Rimango a mezza costa sulla sierra, poi al km08 si scende: curva a gomito e provo a riprendere la traccia… sollevo la catena dissuasiva e, su sassosa sterrata, entro nella Microrreserva de Molatas y los Batanes, un’area umida nel fondovalle di un canyon a ferro di cavallo, più o meno… per riprendere la traccia ufficiale, al di là della gola, si gira “a gancio” fino in testa alla valle, per poi risalire l’altro versante.
L’erta è subito cazzuta, mi godo 500 metri a spinta per riprendere quota: ore 10.20 e km11, rieccomi su tra i pascoli, con il suono dei campanacci in lontananza… ma non saprei dire a quali bestie siano attaccati!
Cinque minuti ancora e riecco la traccia a solcare un pianoro alberato.
Lentamente, ma si continua a salire tra i pini nella parte sommitale della sierra, ed ecco una sorta di incrocio con un’indicazione mountain bike per proseguire sul sentiero principale (10.45 km14,5): un quarto d’ora e si scollina (11.00 km17, 1500mslm).
Discesa veloce e divertente a raggiungere, nei pressi di una stalla, un’intersezione con la strada ed una fonte d’acqua gelata… olè (11.10 km19, 1270mslm)!
Breve sosta per ripartire lungo la CM3216 ed entrare nella Sierra del Segura, diretto in salita al Puerto del Barrancazo (11.35, km22, 1428 mslm) e subito giù al Cortijo de Tortas (11.40 km24), per imboccare una bella pista forestale all’incrocio un chilometro dopo, e risalire su fondo compatto e dalla pendenza costante attorno al 10-12%… per fortuna gli alti fusti dei pini provvedono un po’ d’ombra, vacca miseria!
Mezzogiorno e km27, un gorgogliante ruscello mi aspetta a fine salita, a verdeggiare un piccolo pianoro: da qui la pista scorre pianeggiante fino ad un più ampio pascolo d’altura (12.15 km29, 1530mslm) da cui resto sulla pista e, dapprima a mezza costa e poi in discesa, riprendo la traccia e raggiungo la strada asfaltata (12.35 km33,5 1380mslm).
Ignoro un sentiero e resto sulla AB516 asfaltata, raggiungendo il Puerto las Crucetillas (12.55 km36 1450mslm) da cui, finalmente, si scende tosto per agganciare la strada principale (km44) ed in breve raggiungere il pueblo di Riopar (13.20, km47 1170m).
Evidentissima differenza tra il fresco vento sulle sierras e l’aria caldissima che sale da fondovalle a frenarmi la discesa.
Una volta al pueblo, a bomba entro al Dìa a comprare frutta, una coca fresca ed un litro e mezzo di tè: sulla panchina di fianco, all’ombra, faccio fuori tutto.
Poi, ormai a contatori spenti, un giretto per il paese e sosta al chiringuito per plato combinado y cerveza.
Ore 16.00 e calore ancora assassino, ma bisogna andare: lungo la traccia fino al Lagunazo, ma ancora una volta il single track, per il Campamento San Juan questa volta, non convince (16.15 km02) quindi, tentativo abortito, riaggancio la strada e raggiungo il Puerto del Arenal (16.40 km06, 1150mslm) dove si rientra in traccia.
Dal passo si scende facile, con ampie curve sulla bella strada anche mediamente trafficata per gli standard locali, circondato dalle cime più alte delle sierras… scendendo forte si amplifica l’effetto phon dell’aria calda che risale le valli.
Passo veloce alcuni borghetti, tra cui spicca il nome di Cueva Ahumada (16.50 km10,5).
Sempre sulla principale ma alle 17.00 con km13,5, prendo il bel tratturo Cordel de Andalucia, sterrata che corre nel fondovalle e riporta sulla strada, da cui si torna a separarsi per riprendere un altro cammino: lo si abbandona subito a sinistra e leggo il temuto segnale “single track” sul navigatore… mi addentro nella boscaglia e mi trovo davanti al consueto muro di piante che impedisce, o comunque rende molto difficile, il progredire. Abbandono la bici e mi faccio un 150metri a piedi: si confermano le difficoltà, quindi decido di ritornare sui miei passi e riprendere la strada.
Diciannovesimo chilometro, altro borgo microscopico dal nome evocativo, Molinos Pataslargas, dove, con una sorta di inversione ad U, imbocco il Camino del Salero, che si inoltra in una valle affiancato dalle roveri e da un gorgogliante ruscelletto.
Dapprima in piano, poi sale tra gli ulivi: ore17.35 si abbandona l’evidente tracciato per un sentiero in discesa a destra, giù ad occhio tra gli ulivi, dove non è sempre facile trovare la strada… per azzeccare la traccia che dovrebbe portarmi verso la civiltà, devo infatti abbandonare la bici in mezzo un campo e farmi una bella camminata!
Finisco comunque per trovare la linea migliore per scendere ed infilarmi in un bosco poco frequentato: è ormai passata mezz’ora (18:05 km 23) quando riemergo dal regno dei cinghiali su una strada sterrata evidentemente utilizzata.
Ancora salita e poi giù sul ghiaino verso il pantano (18.15 km26) da cui risalire: l’ultima rampa all’8-10% è troppo, e scoppio a metà.
Mi fermo all’ombra di un salice, sgocciolando, poi spingo fino alla principale.
Posso rimontare in sella e raggiungere Siles ed il bar Mezquita: una cerveza y limòn, jefe (18.35 km28 500mD)!
Dopo una lunga pausa e qualche tentativo trovo una piazzola al camping Rio Molinos, quasi tre chilometri più giù, lungo il fiume omonimo: arrivo sulle sponde in discesa e poi, in un chilometro quasi due in falsopiano, eccomi arrivato.
Tenda, doccia ed alle 21.00 provo a fare autostop verso il pueblo…