MediterraneanConnection2021 Day20 Fuentes de Magana _ Borobia, 105km 2438mD
Una comoda stanza mi aspetta nel bell’albergue di Maite y Enrico, ma prima il padrone di casa mi offre di dare una scrostata alla bici con l’idropulitrice: cazzarola, subito!
Prima la bici, e poi tocca a me: doccia rovente e cena frugale giù alla plaza, che oggi ho esagerato!
Poi è ora di branda, che ormai gli occhi si chiudono da soli…
Sveglia alle 07.15: il tempo di mettersi in moto ed una poderosa colazione mi aspetta!
C’è Enrico di corvèe, e ne approfitto per chiedere un paio di cose sul percorso e scroccare un paio di dritte sulla bici: chi meglio di lui, che ha collaborato a questo tratto e compete nelle endurance di mtb?
Intanto che si chiacchiera affardello la bici nella limpida mattina ventosa, poi è tempo di saluti… e si va!
Si esce dal pueblo ed è subito bella discesa a fil di cresta nel mare di grano, dominando le valli sottostanti.
Poi un tratto a spinta per oltrepassare dei campi fresati (perdipiù in salita!) e riprendere a pedalare per ributtarsi in discesona atomica, ed anche tecnica, che conduce quasi al fondo della valle (09.45 km13 790m) dal quale, ovviamente, risalire.
Consueto su e giù fino all’ermita de San Baudelio (10.00 km16 750m), poi attraverso il rio a Cigudosa, giusto cinque minuti, ed ecco la carretera: si sale sul serio.
La strada si snoda tranquilla e costante, e raggiungo nuovamente la sommità su questo lato della sierra (10.45 km23,5 1050m): ancora un paio di curve e poi, mentre le trebbie girano, a sterrare tra i campi in saliscendi per raggiungere l’ermita de la Virgen de Ulagares (11.00 km27 1060m) e poi, decisamente più in discesa, Anavieja (11.20 km34 980m).
Mi lascio il pueblo sonnacchioso alle spalle, sbatto sul fondovalle et voilà, si risale! Attacco la dura rampa sassosa ma ormai ho capito che, a volte, prenderla di petto non conviene: km36, hike-a-bike!
Giusto un 500 metri a spinta per trovare un fondo pedalabile, e si rimonta in sella su buona pista di terra: ormai è una formalità arrivare ad Agreda (11.55 km42 930m).
Il paesone è in festa, e devo sgomitare per guadagnarmi cerveza y bocadillo. Faccio il bis di liquidi ed in mezz’ora riparto.
Carico d’acqua al camposanto, pro level trick, e trenta minuti di saliscendi sulla bella strada che conduce a Vozmediano, sorvegliato da un alto castello (12.55 km51,5).
Giusto un’occhiata da lontano e si continua a serpeggiare a mezzacosta (seeee, più o meno) fino ad entrare, ormai in decisa salita, nel Parque Moncayo ed in provincia di Zaragoza (13.20 km56 1050m).
L’acqua scorre copiosa tra torrentelli, fossi e fonti, mentre pedalo all’ombra di betulle e faggi: i parcheggi sono segnalati, ognuno all’altezza di una fonte diversa, e pieni di gitanti: mi rendo conto solo ora che è domenica!
Proseguo sempre in comoda salita tra acqua corrente e fonti varie, passo alla Fuente del Sacristan, dove noto una sorta di capanno-bivacco e mi fermo al successivo, alla Fuente de los Fraires (14.00 km63 1350m), per godere di un’oretta di sosta: materassino all’ombra di una vecchia quercia mi prendo avanti col diario, rosicchio un po’ di cioccolato, bevo un po’ d’acqua e dormo dieci minuti: sveglia, hombre, che si va!
Passa in fretta, un’ora!
E allora via, che da qui inizia la pista forestale che porta in cima al Montcayo, un pico di oltre 2000 metri!
L’inizio, lungo un canale che irregimenta le acque su questo lato del monte, è incoraggiante: pendenza moderata, fondo compatto, percorso ombreggiato.
Ovviamente non può durare!
La pista lascia il canale ed impenna decisa, ma il fondo rimane buono: via costante e, tranne 50 metri poco prima delle 16.20, al km74 raggiungo i 1857 metri che rappresentano la massima quota di oggi, sotto la cima del monte.
Spettacolare il panorama durante la salita, con ampie aperture sulla valle sottostante e sui monti più bassi, dalle forti connotazioni alpestri: ghiaioni, abeti, praterie sommitali, pareti scoscese.
Un tratto in quota e poi si scende decisi, giungendo al bivacco Refugio La Majada Baja (16.25 km76 1800m) dove una sosta di un quarto d’ora è il minimo sindacale: cioccolata, acqua, casco e guanti ed è ora di ributtarsi giù!
Raggiungere Beraton è questione di pochi minuti (17.00 km 82 1380m) e di un picco di adrenalina: discesa a ciòdo e riflessi da pilota da caccia… oppure morte! (Ok mamma, scherzavo!).
Dal pueblo il sentiero sfocia su carretera, comunque ad alto livello di emozioni, che purtroppo devo abbandonare troppo presto (17.20 km87 1050m) per buttarmi su pista sterrata che, indovina?, sale sul versante opposto della valle!
Ma porca troia!
Dai vecio, non mollare!
Si risale ai 1200 circa su fondo discreto, pista poco frequentata e molto “erbosa”, poi, cazzo!, si scende di nuovo sino ad una granja (17.40 km92 1000m) e ridaje che si sale!
Qua, per spargere sale sulle ferite, la pendenza aumenta ed il fondo peggiora: ghiaia, rocce, sabbia… insomma, repertorio completo!
Tengo duro e pedalo, ma poi tocca arrendersi: km95 evvai di hike-a-bike (che pare na roba bella, e invece…) quasi fino all’ultimo, ovvero al Collado del Tablado (18.45 Km97,5 1362m), dove arrivo a pedali ma solo per orgoglio e perché spiana quel che basta!
Eccomi praticamente sotto la cresta piena di turbine che vedevo dal Montcayo: te credo, c’è un vento che ti toglie la pelle!
Di buono c’è che da qui sembra tutto più basso, quindi dovrebbe esser tutta discesa… speriamo!
Giù a bomba sul veloce sentiero a solcare le praterie alpine controvento ed arrivare in breve al camino rural (19.05 km100.5 1200m), mentre le pendici sulla mia destra sembrano sparire nella caligine… umidità? Polvere? Fumo? Sabbia volante?
Boooh, non capisco cosa sia, ma sembra che il vento porti qualcosa…
Sia come sia, mentre la valle si allarga continuo a scendere e a prendere a spallate il vento che, se non erro, tira da nord, arrivando in breve a Borobia (19.20 km105 1116mslm 2438mD).
Inchiodo di fronte al bar restaurante El Rincon da Alvaro: cerveza ce n’è, una stanza pure ed anche il menù serale… aggiudicato!
Ps
È fumo degli incendi che stanno imperversando in Rioja, mi informano tra una caña e l’altra…