S2N day09 Trevelez _ Durcal 77,5 km 2110mD

Sveglia consueta, ma mi alzo un quarto d’ora dopo: scendo in cerca di colazione e la trovo seguendo un burbero montanaro andaluso che inizia la giornata con un bicchiere di aguardiente… io, al solito, cafè con leche y tostada.
Sistemo le borse e la trasmissione e si va: baruffo un po’ col coso ma, alla fine, attraverso il Rio Chico di Trevelez e dirigo verso il capo opposto del paese, per lasciare il Barrio Bajo alla volta di quello Alto, per tacer del Barrio Medio (08.40 km00)!
Quindici minuti ed un paio di chilometri sull’asfalto e si gira verso monte su pista in cemento, direzione Barrio Alto ed oltre!
Si sale al sole tra i castagni e gli orti, mentre la frazioni più a valle sono ancora avvolte dall’ombra della montagna che domina il paese.
Mentre risalgo la pista diviene sterrata: un allevatore sta conducendo al pascolo la sua cavalla araba col puledro, scortato da una coppia di mastini e da un rumoroso cane da pagliaio; in lontananza la testa della valle risuona dei campanacci delle vacche al pascolo.
Il sole si è già fatto caldo, il cielo è limpido: risalgo tra i piccoli poderi recintati ed i frutteti dove i pensionati della valle sono già intenti al lavoro… ciliegi, alberi di noci, meli, fagioli, cavalli, asini, qualche pecora, mentre tutto attorno risuona il canto delle acque abbondanti che scorrono dalla sierra verso valle.
Il percorso sale meno aggressivo, adesso, e finalmente, raggiunta ormai la quota dei pascoli, spiana (09.20 km04, 1680mslm).
Si sale con molta calma, ora, e guadagnati altri 100m di quota, si rimane leggeri sulla pista quasi sospesa tra i boschi di pini verso valle e le praterie da pascolo verso monte, ad inerpicarsi verso i contrafforti della sierra (09.40 km06, 1780mslm).
Si scende veloce, adesso, e la pista si interrompe di colpo nel nulla: c’è un largo e profondo barranco da attraversare (09.45 km7,5).
Arrivare in fondo al canyon non è poi così difficile, ma risalirlo richiede molto più tempo e calma, visto che la bestia d’acciaio non collabora!
Il fondo è ghiaia, sabbia, roccette molto mobili, la pendenza molto forte, ma un passetto alla volta,  eccoci oltre l’ostacolo, sotto un grande albero a rifiatare.
Via di nuovo, ed in un attimo ecco il Mirador Barranco de los Alisos (10.05 km10,5 1670mslm), un punto panoramico non così eccezionale, secondo me… poi al bivio successivo TransNevada scende a sinistra mentre TransAndalus, e di conseguenza Altravesur, continuano a salire verso destra (10.30 km13 1620mslm).
Cento metri più su, attraverso un ponte su una barranca veramente seria, con un bel corso d’acqua vorticoso (10.35 km16, 1730mslm): bel punto panoramico, questo sì!
Un quarto d’ora ed, improvvisamente, eccomi su asfalto in mezzo al traffico di furgoncini che trasportano gitanti vari e roba simile (10.50 km19): ignoro un singletrack kamikaze e, su bitume nuovo di zecca, è un amen raggiungere Capileira per fare uno spuntino (11.00 km23,1450mslm).
Mi faccio bastare quindici minuti e mi ributto in discesa, superando Bubion e poi Pampaneira (11.40 km28), dopo la quale tocca risalire lungo pista dalla pendenza che ora, a questa quota, sotto il sole alto e con il caldo umido, pare ancora peggiore (1155 km34, 930mslm).
Muso duro e si cerca di arrivare su prima possibile: supero una prima curva con vestigia di civilizzazione (12.40 km38, 1300mslm);  mezz’ora dopo l’aria cambia di qualità, spirando più fresca (13.10 km40 1460mslm); poi la fuente Las Rosas mi delude, è in secca (13.45 km43,5 1710 mslm).
Supero un bel ponte in curva nel bosco: è il Puente Pal, sul rio Chico (13.55 km44 1760mslm), ed a 5minuti ed un chilometro da qui c’è l’area ricreativa omonima (14.00 km45). Molta acqua corrente ma una sola fonte, peraltro poco generosa: l’area appare abbandonata e vandalizzata, che peccato.
Io comunque stendo lo stuoino all’ombra e chiudo gli occhi: sosta!
Un’ora piena e tocca ripartire: pochi colpi di pedali, i pini si diradano, poi si corre in campo aperto: si vede il mare, anche se tutto è coperto dalla foschia, e lo sguardo si dirige in direzione di Motril, oltre quella linea di colli.
Ora è discesa, anche tecnica, su fondo ripido e sassoso, ma si può sempre peggiorare: si abbandona la pista per un singletrack nel bosco di castagni, tra rovi e muretti, in risalita su fondo infido (15.35 km52,5 1450mslm).
Hike-a-bike moment, insomma, e si risale tra i castagni fino ad un corso d’acqua dove inizia la parte veramente brutale: salita verticale su fondo friabile, dove anche stare in piedi è una scommessa.
Spingendo e smadonnando, sudando come un porco, riesco a tirare su l’incudine a pedali fino a dove il sentiero è, perlomeno, camminabile (1555 km53,3): ancora poco ed ecco la radura della Casa forestal del Tello (16.00 km53).
Inutile aggiungere che è abbandonata e non in grandissima forma.
Però c’è una bella fonte: sosta veloce, meritatissima. La pista fa il paio con la casa, altrettanto poco utilizzata e manutenuta: pedalabile, comunque, ma con pendenza assassina… a meno che non sia io ad esser proprio cotto!
La catena richiede rumorosamente attenzioni: pit stop trasmissione (16.25 km54,5 1610mslm). Dieci minuti possono bastare: su ancora, cattiva e sporca… troppo stanco, quasi, per notare le belle creste e le ghiaie che dominano sui pascoli sottostanti e sulle macchie di svettanti conifere.
Ore 16.50 km55,3 1700mslm la traccia spiana un po’ … due minuti ancora e si arriva finalmente alla pista forestale: da qui dovrebbe essere tutto più facile!
Giù in discesa: mentre scendo sento i fischi del pastore e lo scampanellare degli armenti che rientrano in stalla… nella valle sotto di me ci si prepara per la sera.
È sempre tremolante ed afoso, ma da quassù si vedono gli embalse, la costa, città e  paesi.
Bivio su sterrata sassosa ed impegnativa, si resta in quota, poi si sale: ma è ora di scendere (1880mslm), sia pure non troppo in scioltezza dato il fondo semidistrutto dal traffico agricolo e sa quello pesante.
Alcuni bivi cui fare attenzione (ore 17.40 km61, 1830mslm; ore18.00 km64) ed ecco dopo un altro paio di chilometri, la Fuente Sabuco… visto il caldo che mi assale mano a mano che scendo di quota, una sosta è il minimo!
Buche, scossoni, saltelli e saltoni, inchiodare e derapate: km69 e tocca fermarsi a rimontare una cage che ha ceduto alle vibrazioni assassine.
Una cabra montesa mi aspetta per una battaglia di sguardi, poi se ne va con sufficienza.
Ormai ci siamo: di là di un canyon possente, ecco Niguelas.
Attraverso un ponticello e risalgo in paese (1850 km72,5):  birra e pianificazione e si riparte… ci è  voluta una mezz’ora ma poco lontano da qui, a Durcal, mi attende un letto (19.40 km77,5)! 

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