Sabato 25 luglio, Picos de Europa Day04: Posada-Cain-Bulnes-Sotres
CarloPicosdeEuropa part 5: Posada-Cain-Bulnes-Sotres
Tentativo di sveglia alle 06.35: non riesco proprio ad alzarmi, e solo alle sette mi decido a tirarmi su. Sarà stata l’ennesima ed abbondante cena al Begona? Ieri sera crema di verdure, ternera alla plancha e, per dolce, il biscocho (brazo?) gitano, un rotolo ciccione straripante di crema pasticcera! Mitico! Ma no, non penso sia colpa della cena, è solo che ormai sono un po’ stanco, magari…
Comunque eccoci qua, mi concedo la colazione, in previsione della lunga sgobbata: batido de cacao (Luca docet), bombolone al cioccolato ricoperto di cioccolato, galletas al cioccolato e un pezzo di stecca di cioccolato. Poi chiudo lo zaino e via!
Si segue il rio Cares affiancandolo su sterrato fino a Cordinanes, poi tocca prendere la carretera, dalla terrificante pendenza, e seguirla in discesa fino a Cain, anche se a più riprese si può approfittare di un camino che porta al paesello, l’ultimo della valle. Sul primo tratto di sentiero un capriolo mi aspetta brucando senza paura, poi se ne va in fretta a farsi gli affari suoi… io proseguo, e sono subito al Mirador del Tombo, punto panoramico sulle cime soprastanti la Valdeon, e poi al Chorco de los Lobos, antico sistema di cattura dei lupi del monte Corona: venivano indirizzati dai battitori nel lungo corridoio formato da una robusta palizzata di tronchi, che terminava in una sorta di pozzo nel quale i predatori venivano facilmente uccisi. Via ancora, e si arriva a Cain: la carretera finisce, ed inizia la Senda del Cares, il cammino che segue il fiume nel canyon da lui scavato fino a tornare in Asturias. Mi concedo una breve pausa: sono le 09.20 e ho percorso 9km, scendendo da Posada (940m) a Cain (700m? Sulla carta non si capisce un beneamato!). Venti minuti dopo si riparte: c’è molta gente ed appare subito evidente che la zona è molto trafficata, visto la facilità e la fama del percorso.
Il fiume, nel suo tragitto verso nord per raggiungere l’oceano, ha scavato uno stretto e vertiginoso canale: l’uomo, negli anni 20 e poi nei ‘50, ci ha messo del suo, per captare le acque per una centrale idroelettrica. Il risultato è una serie di tunnel, cenge e ponti che affiancano ed attraversano il rio, forando o tagliando la costa calcarea che lo sovrasta: lo spettacolo è grandioso ed impressionante, anche grazie alla sua lunghezza… sono 11km!
Si va così, percorrendo il verticale paesaggio, fino ad incontrare, prima che la valle si allarghi, il confine tra le province di Castilla y Leon ed Asturias: son le 10.30.
Poi il fiume si fa meno impetuoso e la valle più ampia, e la discesa iniziata stamani raggiunge il suo punto più basso: 200m. Ma è una fregatura, perché subito c’è da risalire a Los Collados, a 500m, da cui si ridiscende immediatamente ai 200 di Puente Poncebos: nessun bar in vista, bisogna proprio raggiungere il paese, quasi 1km più in là… no, grazie!
Imbocco il sentiero per Bulnes, passo il puente la Jaya e mi fermo al puente Jardu a mangiare il fratello del bombolone di stamattina!
Ore 12.30, fatta merenda si riparte: il sole oggi picchia di brutto, e nonostante l’arietta fresca si suda alla grande! Sarà anche che adesso si risale di quota: Bulnes si trova a 670m, e prima di Sotres c’è il Collado de Pandebano, che fa segnare i 1200! Ahi ahi! Il sentiero va via bello deciso, e in breve posso concedermi una cervezaylimon al bar di Bulnes, dove resto mezz’oretta.
Manca un quarto alle 14 e riparto, il sentiero si fa più fangoso e si scivola spesso. Incontro Claude e sua moglie, che avevo visto al Vegabano e poi una tipa (parecchio carina) con il suo perro da presa canario, una specie di pitbull di 40kg però con il muso più lupesco… bella bestia, comunque: marrone tigrato biondo, estremità marrone scuro. Saluto la sua bella padrona e poco dopo le 15 sono al Collado Pandebano, il passo che segna il punto più alto della giornata ma non, purtroppo, l’ultima salita: c’è ancora da scendere alla Vega de Urrielu e poi risalire a Sotres, 1045m! Mi godo il sole sostando tra le mucche al pascolo, ma verso le 16 è ora di andare: due palle mortali, ‘sta discesa, ma ancora peggio risalire dalla vega fino al pueblo: la pista prima, la carretera poi, tirano come dannate senza dare respiro ma alle 16.50, finalmente, raggiungo il paese.
Una cerveza y limon a Casa Cipriano, e prendo pure una stanza, che non ho voglia di andare in cerca… adesso un po’ di riposo!