S2N day22 Aljezur _ Sines, 104km, 760mD

Lavo la bici all’ingresso del camping, pianto la tenda tra gli eucalipti, doccia: ritorno alla tenda e metto anche il telo esterno, che il sole sta scendendo e, prima volta in tre settimane, l’umidità si fa sentire sul serio!
Ottima scelta, che alle 06.30 del mattino il telo è bagnato e la bici luccicante d’acqua!
Appendo lo strato superiore a sventolare mentre sistemo ed affardello il resto: ammazzo un po’ di attesa extra a colpi di biscotti ma alle 08.00 la reception è alle spalle, via subito su secondaria e poi a sterrare tra i campi zigzagando rispetto la principale per poi distanziarsene precisamente in una valle laterale lontana dalla costa, ricca di coltivazioni di mais, pini, querce da sughero, viti e allevamenti di bovini, mentre si procede tra isolate casette e piccole fattorie (08.30 km07).
Eucalipti, pini, campi di stoppie e sabbion: questo il riassunto dei faticosi chilometri successivi (08.50 km10), ma quando si esagera… abbandono la sabbia presso un rudere, sblocco e richiudo un cancello e torno in strada (09.05 km12).
Procedo spedito sulla principale asfaltata di fresco e, complice una bella discesa, arrivo a bomba sul fondovalle di Odeceixe e attraverso il fiume Seixe (09 15 km16,5): qui mi viene proposta una rampa che potrebbe essere la sorella minore di quella di ieri… e mi rifiuto di farla! Cambio strada, che c’è un limite anche al masochismo!
Ok allora: 09.30 19km e provo a tornare in traccia prendendo una secondaria e subito dopo un single track sul bordo di un canale di irrigazione che scorre parallelo alla principale… in vista serre e orti, oltre alle consuete pinete.
Si abbandona il canale per inoltrarsi nella campagna tra bovini al pascolo, balle di fieno e brughiera fiorita.
Sì procede su pista sabbiosa, ma questa volta sempre pedalabile: cambiano le culture e si presentano delle piante di vite a dimensione, diciamo, italiana, poi si scavalca nuovamente il canale per arrivare al paese di Brejao (09.50 km23,5).
Tiro dritto su veloce carrettera secondaria per poi tornare a sterrare in direzione della costa (10.05 km27): procedo tra serre di lamponi, more e altre colture che non riconosco, campi di fragole e di grandi piante sconosciute dai fiori violacei.
Più mi avvicino al mare più aumenta l’umidità e più l’aria si fa fresca: ormai sono in vista della praja di Zambujeira do Mar (10.20 km31,5) dove mi fermo cinque minuti dopo per fare qualche foto e una tardiva colazione.
Riparto (10.55 km32,5) e presto imbocco un sentiero tra belle casette di pescatori in bilico sulla scogliera: discesa asfaltata in una caletta, trasformata in piccola darsena con imbarcadero, e la traccia non ha niente di meglio da fare che… risalire la scogliera sul versante opposto superando un dislivello di almeno 30 metri con una stretta scaletta in legno!
Eccheccazzo! No way!
Risalgo quindi alle variopinte baracche, riguadagnando la poca quota persa e vado a riprendere la carretera che, invece di seguire il profilo della punta, la taglia dritto per dritto: attraverso così una zona aperta adibita a pascolo, scandita dalle recinzioni, sia in rete che in filo spinato, qualche bassa siepe di rovi e qualche filare di alberi… scarso il traffico, l’oceano sempre a sinistra e la temperatura ancora piacevole, anche grazie ad un vento sempre presente che, però, non è mai troppo insistente da impedire una regolare pedalata (11.25 km 40).
La pista gira dunque verso l’interno: attraverso l’aia di una fattoria con le prime mucche pezzate bianche e nere che vedo, di solito son in tinta unita, bionde o rosse… la pista si fa molto sabbiosa, al limite del pedalabile, e poi, mentre il fondo migliora, si seguono i reticolati proseguendo tra i campi ed i pascoli (11.45 km44,5).
Si giunge così ad Almograve, dove arraffo una coca al volo e riparto in cinque minuti (12.15 km50,5)… alle 12.40 km56,5 torno sulla carretera dopo due chilometri e mezzo di penitenza a denti stretti su strada rurale profondamente incisa dai cingolati e dalle tracce riempite di sabbia… sembra di lavorare col martello pneumatico, roba da matti!
Ancora sterrata fino a ritrovare, con un sospiro di sollievo, l’asfalto che, in dieci minuti, mi offre una tienda in cui comprare un bottiglione di tè e, placata la sete, subito dopo giungere in centro a Vila Nova de Milfontes: altra main street dedicata ai surfers, ma a me interessa solo la pizzeria… è ora di sosta (13.15 km64)!
Rifornito di carboidrati, sono pronto ad azzerare e ripartire: 14.45  e km00, si va!
Si sterra sabbioso appena usciti dal paese: ore 15.00 km04,5 un cancello impedisce di seguire il track e quindi ritorno sulle mie tracce ed in dieci minuti riecco la carretera (15.10 km06).
Mai domo, o forse eterno ingenuo, molo l’asfalto per l’accesso alla praia de Malhao: che cazzata (15.20 km08)!
La pista è modello martello pneumatico, la traccia parallela alla costa un unico lungo, profondo, impietoso, fosso sabbioso: di pedalare non se ne parla, si spinge. E dalla mappa stimo siano almeno otto chilometri.
Studio una soluzione e, dopo ottocento metri, imbocco la prima deviazione che mi porterà, con qualche gancio, a ritrovare l’agognato e pedalabile bitume: ecco il reticolato (15.40 km09,5)!
Seguendo la pista che gli scorre al fianco trovo, dopo un chilometro, un fondo roccioso che mi permette di restare in sella: basta poco, ormai, per trovare l’asfalto all’altezza di Ribeira de Azenha (16.00 km12).
Cinque chilometri dopo mi lascio alle spalle il piccolo agglomerato di case con il pittoresco nome di Foros da Poucha Farinha e proseguo sulla strada asfaltata, solcando un brullo altopiano di stoppie mentre sulle colline alla mia destra troneggiano degli impianti eolici.
Ore 16.20, km19 e concedo un’altra possibilità alla traccia lasciando la principale per imboccare l’ennesima, sterrata in terra rossa: dieci minuti e, dove dovrei trovare un sentiero, trovo un passaggio chiuso ed un tratto arato (16.30 km20). Non ho voglia di tornare indietro: passo comunque e attraverso il pascolo sabbioso, rivoltato dagli zoccoli delle mucche che mi guardano timorose.
L’ennesimo quarto d’ora a spinta mi permette di chiudermi un cancello alle spalle e di tornare sull’asfalto in cinque minuti, con vista sulla baia di Sines e sulle sue installazioni portuali (16.50 km23,5).
Al trentesimo chilometro la secondaria confluisce nella litoranea: il traffico si fa intenso e ci si diverte meno, ma non c’è alternativa.
Cinque chilometri e in zona porto commerciale, credo, si trova una ciclabile: un facile tratto lungomare, una rampetta in salita ed ormai si arriva alla Capitaneria di Sines (1745 km38)… ancora un paio di chilometri ed ecco l’ostello, proprio in centro (18.00 km40).

Potrebbero interessarti anche...

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
Translate »