Dìa24 Padron – O Cadavo Baleira, 29km, -135km?
Padron? Ma non eri a A Fonsagrada?
Sì, ma il borgo dove si trova l’albergue, 2km fuori dal pueblo, si chiama così.
Non parliamo di chilometri, che qua le guide danno tra i 22 ed i 31: io seguo la mia, per coerenza, ma probabilmente oggi, se c’è errore, è in difetto…
E bhè, il conto alla rovescia è approssimativo, visto che il miliario rimane un po’ più su del pueblo, ma insomma… poi tanto qua si capisce anche poco, con cippi distanziometrici ed etichette mancanti, quindi va bene così, dai, giusto per farsi un’idea: in altre parole, siamo parecchio vicini a Santiago, tipo tre giorni di marcia…
Comunque comunque… sveglia alle 0630, colazione as usual e partenza alle 07 o poco più.
Via a razzo tra i campi stillanti umidità e le nuvole che più basse non si può. Raggiungo in breve Villardongo per un tratto di camino, alla fine del quale le frecce sembrano scomparire… mentre esploro, inutilmente, i dintorni mi raggiunge un viandante madrileno. Di comune accordo imbocchiamo la carretera chiacchierando, passiamo un cartello con la scritta “hospitales” ma lo ignoriamo: è sprovvisto della conchiglia regolamentare… Era lui? Boh! Fatto sta che non riusciamo a beccare il camino all’uscita di Montouto e tiriamo dritto per carretera fino a Pedravella, dove facciamo sosta al bar (0920). Vabbè che tanto non si vede niente, che le nuvole oggi non si alzano (o forse siamo noi a restare bassi?), però l’aver saltato un pezzo di monte mi rode parecchio… 10 minuti e mi levo dalle palle: magari da solo non mi sfugge la prossima conchiglia!
Eccola, subito fuori dal paese: salitona mozzafiato e spaccagambe fino a A Lastra (1020), dove compare un miliario a -141,5km. Un pezzetto di carretera e subito ancora camino, come al solito alternando salite e discese, fino a O Cadavo Baleira: sono le 1140, il che depone a favore di una tappa breve… boh. Ci sono alcuni zaini in fila appoggiati alla parete dell’albergue, e ci aggiungo il mio: adesso basta aspettare.
Comincia a piovigginare (o è la nebbia asturiana?) e, nell’attesa, vado a fare la spesa x pranzo e colazione. Quando torno la fila si è infoltita, e siamo già ai limiti della capienza dell’edificio: per gli altri apriranno il Polideportivo. Alle 1300 la puntuale hospitalera apre, e si può provvedere alla routine doccia-descanso: bello pulito mi concedo un paninazzo gigante e mezza stecca di cioccolato, pedicure e poi un bel riposino, che sarà il tempo (o il panino) ma ho proprio sonno…