Day06 Carbonia_Bacu Abis, 28km

Pare proprio deserta Carbonia, in questo primo dell’anno 2020, e trovare un locale aperto non risulta poi così facile: alle 20, comunque, riusciamo ad infilare le gambe sotto ad un tavolo alla Sa Foredda, che ci accoglie con antipasto di salumi e formaggi, buon vino e grigliata mista… pericolo digiuno, scampato!
Possiamo così ritornare alle nostre stanze per il giusto riposo: la notte passa velocemente e la sveglia suona impietosa, a ricordarci che è ora… di colazione!
Bevande calde, pane e marmellata, ed è ora di muoversi: via nel mattino luminoso ma umido, con una leggera foschia a velare il profilo dei colli che cingono la città.
Otto e venti e ci dirigiamo verso la miniera di Serbariu, che dobbiamo attraversare in direzione dei cumuli di materiale sterile, residui di lavorazione del carbone, che si vedono dal piazzale principale: procediamo sulla strada di servizio che conduce al canile municipale, alla discarica ed al centro di compostaggio, dopo i quali, finalmente, si cammina su sterrata nel profumo della macchia mediterranea (ore 0910).
In breve si scollina e si raggiunge l’entrata del sito archeologico del nuraghe Sirai, chiuso per lavori: sfortunatamente il cammino passa di qui, e non sono segnalate alternative (ore 0925). Perdiamo un po’ di tempo a studiare la mappa e a fare ipotesi, poi scavalchiamo e costeggiamo la base dell’insediamento, individuiamo la traccia, scavalchiamo per uscire e rieccoci ufficialmente sul percorso.
In data odierna è da segnalare che in questa parte del cammino la segnaletica lascia un po’ a desiderare: cartelli divelti, indicazioni poco chiare, cancelli e pascoli chiusi con catena e lucchetto e nessuna variante proposta… riusciamo comunque a procedere e seguiamo l’antica carrabile fenicio-punica-romana (con, a tratti, evidenti segni di ruote) che risale le pendici  verso l’Acropoli di monte Sirai, cui giungiamo solo dopo aver aggirato un’ampia marcita, forse conseguenza delle recenti e forti piogge (ore 1020).
Una breve sosta e via ancora, mancando di brutto, a quanto pare, il sentiero che dovrebbe condurci a valle: restiamo invece sulla strada d’accesso al sito e finiamo in prossimità di Sirai, da dove procediamo sulla principale verso Flumentepido per intercettare il cammino.
Da qui raggiungiamo il piccolo villaggio di Is Serafinis, dove appaiono strane frecce catarifrangenti e si incontrano nuovamente cancelli chiusi e sentieri traditori: torniamo sui nostri passi e ci arrangiamo, facendoci strada tra pascoli e poderi, fino alla periferia di Cortoghiana.
La cittadina, di evidente matrice razionalista,  si presenta con una viabilità assolutamente cartesiana e con edifici dalle forme semplici e squadrate, perfetto prototipo della città nazionale del secolo fascista: non so negli anni ’40, ma vista oggi non fa troppa allegria.
Comunque, vista l’ora, ci fermiamo in piazza per un’ora di sosta (ore 1230.)
Ripartiamo infilandoci nella pineta a nord del centro abitato, diretti, su comoda pista sabbiosa, verso la necropoli di Serra Maverru e da qui a Nuraxi Figus, villaggio delle ultime grandi miniere sulcitane.
Sfiliamo veloci verso l’intersezione con la sp82 che attraversiamo in direzione della miniera di Seruci (ore 1510) dalla quale in breve, tra pascoli, poderi ed ovili, giungiamo al villaggio nuragico omonimo, il più esteso dell’isola. Ovviamente il sito è chiuso, e siamo quasi a fine discesa quando incrociamo Mauro, il direttore, in zona per tutt’altro motivo ma che ci invita comunque a fare un piccolo tour dell’area.
La gentile offerta viene colta al volo, ed in breve veniamo introdotti ai segreti della cultura nuragica: ce ne vorrebbero, di curatori appassionati come lui! Grazie mille!
Ormai le 1615: il vento, oggi incessante, si è fatto ancor più tagliente… ora di proseguire!
Giù di nuovo fino alla sp108 e poi discesa fino alla principale, da cui ormai raggiungere Bacu Abis ed il nostro bnb è una formalità (ore 1725)…

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