Via della Costa day02 La Spezia _ Levanto 30,5km 1219mD

Sveglia, colazione al bar in piazza, lavare i denti, finire lo zaino, riconsegnare le chiavi e via, si va: ore 08.05 e si solcano i marciapiedi spezzini fino alle prime scalette che portano a Rebocco (08.15 km01) per poi seguire il segnavia Cai521 ed imboccare a filo asfalto una pietrosa scalinata di bassi gradoni che costeggia i terrazzamenti di ulivi (08.30 km02), girare ad angolo retto a tagliare su dritto, ora con gradini più ripidi, che portano al borgo di Torracca Inferiore da dove, traversato l’asfalto, sempre sul lastricato si giunge a Torracca Superiore (0850 km03+) e si prosegue fino a Sant’Anna (09.00 km04): ormai lo sguardo può spaziare, abbracciando il golfo di La Spezia, purtroppo anche oggi coperto dalle nuvole.
Freddo no, vento neppure, caldo pure troppo!
Sempre in bosco, si sale ora al paesello di Sommovigo e su rustici scalini si scende all’asfalto giungendo al passo Foce (09.10 km04,5 240mslm) da cui l’asfalto porta serpeggiando al borgo di Cozzano (09.30 km06) e cinque minuti dopo ecco la rampa di antichi gradini che sale verso le Cinque Terre: si entra nel comune di Riccò del Golfo.
In breve si giunge al bel borgo di Castè, in evidenza sulla linea del crinale (09.45 km07,25): quadri e sculture metalliche ne punteggiano i muri e gli archi in pietra, un cane abbaia dal più alto dei terrazzi, nessuno in giro. Proseguo.
Le foglie crocchiano sotto le scarpe sui sentieri lungo i muretti a secco: una cerva sbuca dal folto alla mia sinistra… uno scampanellare ed ecco il segugio sulla sua pista: i latrati si perdono nel bosco, nel folto di una forra alla mia sinistra.
Giungo a Carpena (10.00 km08): dovrebbe essere l’ultimo paesello, meglio bere mezza borraccia e rifare il pieno alla fontanella, ho altri venti chilometri da fare… da qui seguo il sentiero tra i castagni continuando a salire di quota fino al bivio La Croce, sempre nel folto del bosco (10.35 km 09,5), dove resto su AV5T proseguendo sul crinale, col mare a sinistra, proprio dove punta l’altra traccia, dritta verso Riomaggiore.
Si disegna un quarto di cerchio a mezzacosta, passando sotto al monte Galera e raggiungendo, in cinque minuti, la Sella omonima (10.50 km10,5  712mslm) cui segue in breve, tra le ghiande, la Sella sotto al monte Cuna (11.15 km12) da cui proseguo fino al Prato di Corniglia, piccolo spiazzo aperto nel folto bosco (11.30 km13,5 610mslm) da cui si sale piano tra lecci e felci.
Cinquecento metri e dieci minuti e, al bivio successivo, si inizia a salire più deciso: si passa a mezzacosta sotto il monte Castello ed alla omonima Sella (12.15 km16,5) da cui si continua a salire verso Piana della Corvara, area attrezzata con tavolini (12.25 km17), e poi, finalmente, dalla sella sotto il monte Pertuso si scende lungo un bel toboga che perde velocemente quota (12.30 km17,5) e che in dieci minuti mi porta al bivio successivo, da cui una mulattiera digrada verso Foce di Grignana (12.40 km18 640mslm), sorta di crocicchio nel bosco dove sentieri, mulattiera ed asfalto si intrecciano.
Basta un quarto d’ora di sentiero per toccare l’asfalto un chilometro dopo e, fatti altri cinquecento metri, tornare a salire, ma stavolta con più calma: altri dieci minuti ed è ora di sedere su di un ceppo a mangiare il panino preso stamattina.
Venti minuti possono bastare: si riparte ed in dieci minuti ecco l’ennesimo bivio, da cui stavolta, però, si vede la cala di Monterosso (13.35 km20,5).
Da qui si prosegue paralleli alla costa, dapprima in saliscendi e poi in discesa fino al Passo del Termine (13.45 km21 544mslm) dove si ritrova la strada che attraverso per prendere nuovamente il sentiero, stavolta in salita: si inerpica su scalinata di tronchi fino ad un poggio corredato di panoramica panchina e poi torna a scendere proseguendo sulla cresta, ora in continuo saliscendi tra i lecci e le ginestre, il mare sempre sulla sinistra a far capolino tra le fronde, la valle boscosa a destra, un casolare ad occhieggiare ogni tanto.
Mezz’ora ed un paio di chilometri  e sono ormai nel comune di Levanto: il nastro d’asfalto mi porta in un attimo alla Colla di Gritta (14.45 km24,5 345mslm), grosso incrocio da cui prendo il sentiero Cai574, sempre in discesa ma ora su comoda mulattiera che digrada nel bosco, godendo di un ampio panorama sui borghi arroccati sull’opposto versante della valle.
(Venti minuti ancora e mi accorgo che Strava è in pausa, il conteggio fermo a 24,5km… ne avrà saltato almeno uno e mezzo).
Il paesaggio è un po’ diverso ora: ruscelli scorrono su vene di roccia nera (sarà ardesia?) e si raccolgono in piccole pozze, il fondo della mulattiera si fa sabbioso.
Qualche breve strappetto a spezzare il ritmo, un bivio a sinistra per procedere in quota (15.20 25,5km) ed in quindici minuti altro incrocio, ora cementato e tra le casupole, per scendere forte, serpeggiando lungo un piccolo torrente (15.35 km26+)  fino a località Sella Mereti (15.50 km27,5) dove la valletta si spiana e si allarga, conducendo ormai alla periferia di Levanto (16.00 km29).
Breve sosta birra e panino, poi in stanza appena dietro l’angolo: 16.30 e contatore fermo, diciamo a 30,5km, dai.
Doccia, varie ed eventuali e mi butto in branda in attesa dell’ora di cena: vado da Picea. Bel locale, buona la pizza, beverina la birra, goloso il dolce ed onesto il prezzo: promosso.

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