Dìa12, Mercoledì 24, Canaveral-Carcaboso, 39.5km
Le signore belghe si alzano alle 05 per prepararsi la colazione… io le sento e mi sveglio, ma resto ancora mezz’ora nel sacco, che si sta bene: l’aria che entra dalla finestra spalancata a fianco a me è bella frizzante, bene!
Alle 06 saluto tutti e via, si parte. Uscito dal paese l’orientamento è subito fonte di perplessità, ma riesco a non sbagliare e mi infilo in una stradetta in salita tra cespugli prima e querce e pini poi. Raggiungo un’insellatura tra le colline, e scendo tra le querce da sughero. Si procede poi tra le vacche al pascolo sino a Grimaldo dove, alle 07.30, mi concedo un buon café con leche y tostada. C’è anche una fonte, e riempio la borraccia. Sono quasi le 08 e riparto. Ancora vacche, tori e vitelli al pascolo tra le querce, poi il terreno si fa un po’ più scabro e le querce cedono agli arbusti… comunque una zona molto bella, ed un sentiero molto rilassante.
Poi il panorama cambia, si risale l’altro versante della valle, su polveroso sentiero e tra stoppie ed arbusti… prima della sommità del colle, e prima del prossimo bivio, goffi animali attirano la mia attenzione. Alla mia sinistra un intero campo, giallo di stoppie secche, è occupato da queste strane pecore che procedono saltellando o al breve trotto e poi… aprono le ali! Cazzo, sono grifoni! E sono tantissimi, almeno 25 o 30!
Si corrono incontro, saltabeccando… poi spalancano le ali, si spostano un po’ più su e ricominciano. Raggiunta la sommità del campo (che è una superficie inclinata) volano dietro al crinale: sono dieci minuti che li osservo, e sono tutti volati di là. A fare che? Stanno roteando nell’aria tutti assieme, adesso, e da dietro la collina si alzano in spire concentriche, riempiendo il cielo. Poi si spostano, vengono verso il mio versante della collina continuando a sfiorarsi, ad avvitarsi e a risalire… resto ad osservarli finché si fanno piccoli, laggiù… cazzo, che roba!
Le 11.15 sono passate, ormai, e si prosegue: al bivio a destra, verso la discesa.
Si prosegue a fianco di un canale ricco d’acqua che sembra essere il motivo del verdeggiare lussureggiante di questa vallata: filari di querce, salici e siepi dividono campi verdi e ben coltivati, irrigati a pioggia o ad “inondazione”; canaletti secondari portano l’acqua ovunque, gli animali brucano con golosità l’erba verde. Rispetto all’altro lato della collina sembra un altro mondo.
Già si vede la prossima meta, il paese di Galisteo, circondato da alte mura: cerveza, aspettami! Alle 12 entro dalla porta del Rey, poi un giretto per il paese e, alle 12.20, all’hogar del pensionista per la birra-limone da mezzo in boccale ghiacciato, che arriva corredata di stuzzichini di carne e peperoni, che hanno vita breve.
Ma si riparte, che adesso viene il peggio: 11km di asfalto, e sono già le 12.40!
Si esce dal paese, si passa sul ponte romano e… si va a naso, che segni non se ne trovano fino al paese dopo, Aldehuela, che dista 6km. E grazie tante che non ho sbagliato strada. Poi, curate le prime due vesciche di questo camino (sorelle gemelle: mignolo destro e sinistro), rush finale fino a Carcaboso: sono le 14.55, e fa caldo, signori, anche se il vento, ormai fedele amico, lo rende più sopportabile… fosse sempre così!
Trovo un letto al bar Pacense, da dona Elena: doccia, bucato, vesciche, stretching, diario. Tra un po’ alla tienda e vedere se riesco a connettermi.
Dormito un’oretta, fatto la spesa, fatti due passi e… visto una moretta nel parco con pc sulle ginocchia: c’è la rete della biblioteca cui connettersi! Ed eccomi qua! E se volevate qualcosa da leggere, bhè… mi ha preso la mano, mi sa!
Ho cercato di andare a cena, ma la nazionale spagnola sta perdendo contro gli Usa, e il cuoco non è disponibile ad andare in cucina… aspetto.
Stasera sono arrivati anche un signore da milano e sua moglie, partiti oggi da Canaveral: se il cuoco si decide, mangiamo assieme.