Dìa13, Giovedì 25, Carcaboso-Aldeanueva del Camino, 39.5km
Ma sono di più, almeno 1.5 o 2 di più… mantengo però il chilometraggio della guida, per uniformità. Comunque, 40 o 42 che siano, un bel giro: bello lungo e bello panoramico.
Allora: ieri sera, finito il primo tempo della partita con la nazionale spagnola sotto di uno, il cuoco demoralizzato si infila in cucina ed è così possibile ordinare. Per me Garbanzos con trippe, speziati con chiodi di garofano, pepe nero e pimienton: molto macho e molto buono! Poi filete ruso, filetto russo: una specie di cotoletta alla milanese alta tre dita. Poi un flan casero con panna montata super buono, tutto innaffiato dal primo vero buon vino tinto spagnolo. Poi orujo per suggellare la lauta cena… e il bravo oste offre pure un giro! Grande!
La sera è bella fresca, si sta proprio bene, ma sono le 23 passate, e la routine chiama: lavarsi, zaino da imbastire, provviste da preparare… poi a letto.
Dormo benissimo, le temperature, decisamente abbassatesi venendo al nord, conciliano il sonno ristoratore. Alle 05 mi sveglio, ma mi alzo solo mezz’ora dopo.
Alle 06 parto, attraverso il paese addormentato accompagnato da un concerto in piena regola di latrati ed ululati, e mi inoltro tra le fertili campagne ed i pascoli.
Già albeggia, e posso così osservare i verdi campi ed i monti sullo sfondo: potrebbe esser un panorama della nostra pedemontana, se non fosse per gli strani cespugli piumati!
Tra le querce ed i muretti a secco, il sentiero sale verso un fantastico altopiano: anche qui, tra massi erratici e bovini, querce e muretti la fanno da padroni e la luce radente del mattino colora tutto con una mano di magia. E’ il luogo che più mi colpisce, tra quelli visti finora.
Sono ormai le 08, e quel masso mi chiama: è ora di sosta! Seduto sul sasso muscoso sbrano tre tortini e bevo un mezzo litro d’acqua e limone. Mi occupo anche delle vesciche: sono deluso dal Betadine, che non funziona affatto bene come il suo concorrente spagnolo, il Topionic.
Il piacere di camminare tra questi magici paesaggi si prolunga fino a raggiungere l’arco di Caparra, la cui silhouette è assurta a simbolo stesso di questa Via: all’improvviso, eccolo! Solitarie vestigia di una città, quella di Caparra, appunto, il camino vi passa proprio sotto. È ora di sosta, per me, e visto il luogo e la presenza di un sito archeologico visitabile (i resti della città, prospicenti l‘arco), mi concedo quaranta minuti.
Arrivano anche Luca ed Yvonne, i milanesi, ed un polacco che ha dormito a Oliva de Plasencias.
Riparto, e in un’ora e quaranta sono al bivio dal quale il camino sarà questione di interpretazione ed intuito: come riportano le guide, infatti, il suo corso è stato pesantemente alterato dalla costruzione dell’autostrada.
Sarebbe relativamente facile seguire la carretera sino al paese, ma la sola idea di almeno 11km di asfalto è rivoltante: con un po’ di pazienza e di naso riesco ad aggirare autopista e provinciale e, al costo di allungare il percorso dei fatidici 2km, riesco a cavarmela percorrendone solo un paio sull’odiato bitume bollente.
Faccio così trionfalmente ingresso in paese dal vero camino, ed eccomi in albergue. Doccia, bucato, stendere e stretching e le 15 diventano magicamente 17. Opto per un sonnellino, che viene interrotto dall’hospitalera che viene, in malo modo, a riscuotere. Svegliato bruscamente, il primo impulso sarebbe lo strangolamento o, almeno, la raffica di bestemmie; poi recupero lo status di pellegrino mite e pacifico, porgo la credencial ed i soldi. Ormai sono in piedi, vado in farmacia e, orrore, l’amato Topionic non è disponibile! Magari domani… una birretta al bar dove mangerò stasera, per informarmi sugli orari della cucina, ed eccomi qua.
Ho fatto un sonnellino fino alle 20, poi mi son trovato con Piotr il polacco per cena.
Ensalada campera, lomo y batatas. Cerveza y tarta de queso.
E adesso eccomi connesso (hanno il wifi) per postare questo diario.
Alla nostra destra la catena montuosa dei Pinajarro, a chiudere la valle la catena dei Gredos, che separa la Extremadura dalla Castilla: domani si scollina e si cambia regione, ma il clima è già cambiato: le notti sono più fresche, ed anche ora, non sono ancora le 22, è fresco… ma me lo avevano detto: appena lasci la Extremadura ti lasci il caldo alle spalle. Comunque, con oggi, sfondiamo i 450km camminati, ‘sto fresco me lo sono guadagnato!
Devo ancora ritirare la roba stesa ad asciugare, preparo il sacco e via, stasera mi sa che vado a letto presto… domani, in compenso, mi sveglio tardi, che ho una tappa defaticante di poco più di 20km…