Camino Vasco Day00
A letto tardi e sveglia presto, butta lo zaino in auto e sfida il nebbione che c’è un aereo da prendere!
O meglio, un paio: primo scalo a Barcelona, poi cinque ore da buttare, spese a leggere e dormicchiare nella piazzetta interna di Starbucks approfittando del tiepido sole e dell’aria fresca, e poi altro volo fino ad Irùn, anche se sulla carta l’aeroporto è quello di San Sebastian.
Aeroporti semivuoti, gente mascherata, blandi controlli… niente isteria o psicosi, sembra tutto ormai digerito, come se fosse la nuova normalità… e magari lo è. Cazzo.
Bè, solo completare i documenti richiesti dalla Spain Health mi ha fatto venire il mal di testa… chissà che le cose tornino come prima o quasi!
E insomma: mediterraneo alle spalle, Pirenei innevati sulla destra, curva ad U sull’oceano ed ecco la pista di Irùn, incastonata tra la costa basca, il confine francese e le tipiche case bianche coi travi rossi a vista.
Jorn mi ha preceduto di poco, facendo scalo nella capitale: mi aspetta, stranamente senza zaino… la domanda è: rimasto a Berlino o a Madrid???
Qualche indagine e ci assicurano che domani gli verrà consegnato in hotel: lasciamo nome ed indirizzo, e ci incamminiamo per sgranchire le zampe sui tre chilometri che ci separano dal centro. Gente a passeggio ed in bici, alcuni mascherati ed altri no, negozi aperti, luminarie natalizie, temperatura piacevole… non fosse per lo zaino mancante, tutto ok!
L’hotel Alcazar è un po’ vecchiotto, ma pulito e confortevole: doccia bollente e poi in centro per birrotte e carnazza, che lo stomaco brontola!
Un veloce passeggiata sotto la pioggia e si torna in stanza, che son copà e la branda chiama!
Incrociamo le dita per lo zaino, valà!
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