MediterraneanConnection2021 Day29 Zamora_ Fuenterroble de Salvatierra, 128km 1389mD
L’hospitalero Francisco mi accoglie col sorriso e sbrighiamo le formalità del caso, dopodiché subito in cerca di un menù!
Tutto buono ma con mooolta calma: torno in albergue per lavare e docciarmi ed è già l’orario concordato con Juan Pablo per portare la bici a fare il tagliando!
Giù di volata, carica la bici e via in officina da Miguel, che dopo una vita da meccanico di squadre corse racconta solo aneddoti su Marco Pantani!
Lasciamo la bici nelle sue capaci mani ed andiamo in cerca di una soluzione per riagganciare il cellulare al manubrio, poi, finalmente, un paio di birre nel locale più rock di Zamora.
Ma è già ora di ritirare il velocipede rimesso a nuovo (o quasi) e cenare a colpi di pinchos y canas prima che Francisco mi chiuda fuori!
Ore 22.00 e dindon al campanello dell’albergue, in perfetto orario… machedocojoni!
Sono arrivati anche Miguel e Manuel, a piedi, e Diamantino, in bici dal Portogallo: si chiacchiera trafficando con bici ed attrezzi fino alle 23 circa, poi tutti a cuccia!
Ore 06.45 ed il tonante “Bonjour peregrino!” di Francisco non lascia dubbi: giù dalle brande!
Colazione con cafè y tostada e poi toilette, borse e affardellamento… con un po’ di calma sistemo anche il coso portatelefono e, finalmente, si va!
08.30 e giù in discesa nelle strette stradine medievali fino a raggiungere il fiume, che si attraversa sul lungo ponte in pietra: bella vista sulla muralla e sullo zoccolo roccioso sul quale sorge il nucleo storico della città.
Appena dopo l’ultimo palazzo della periferia si imbocca la senda BTT ufficiale della Ruta de la Plata, ben segnalata dalle apposite colonnine in legno: molto più facile da seguire che le frecce gialle, per fortuna!
Si risale in quota attraverso la campagna zamorana e già la città è fuori vista (km04): via su buona pista polverosa fino al monumento trilitico del Camino (09.00) dove si imbocca un bel single track che in venti minuti (09.20 km10,5) allaccia la carretera e in un amen è di nuovo offroad su polverose canadas calpestate dalle greggi, ampi orizzonti e cieli sconfinati a fare da sfondo fino a Villanueva del Campean (09.50 km19) dove le piste sulle colline di terra rossa si colorano di vene di sabbia bianca molto difficile da pedalare, mentre a lato scorrono appezzamenti delle tipiche viti alte come cespugli.
Il terreno si fa più tecnico, tutto sabbia e canalini disegnati dall’acqua (km22) mentre si scala con decisione una notevole collina coronata da una piana a pinares (km24,5).
Finalmente un tratto veloce tra mais e robles (km27) conduce a El Cubo del Vino (10.45 km32) dove è ora di una breve pausa a base di cerveza y tortilla.
Ore 11.00 e di nuovo a pedali, su camino di servizio a lato dell’autopista fino a Rivera de Canedo (11.40 km47), dove gironzolo un po’ prima di ripartire per Calzada de Valdunel (12.00 km53,5) dove il rumore della ruota davanti mi fa capire che ho bucato, cazzo!
Smonto e controllo e sì, uno spino, sembra acacia, ha lavorato parecchio ma ce l’ha fatta a passare il battistrada e mangiucchiare la camera d’aria: cacciagomme, mastice e toppa, pompa, ricarica la bici e insomma un tre quarti d’ora va via. Almeno stavo comodo, all’ombra e con una fuente vicina: poteva andare peggio!
Riparto a testa bassa ed ecco Castellano de V (13.00 km58), poi Aldeaseca (13.20 km63) e la periferia nord di Salamanca (km65) da cui, quasi sempre dritto, raggiungo la Plaza Mayor (13.45 km70): foto, un po’ di turismo, catedral e son già proiettato verso la periferia sud per proseguire il mio cammino (14.20 km74).
È subito steppa, e si risale sui rossi e rocciosi sentieri il Cerro San Miguel fino alla Cruz omonima (14.30 km77): discesa tra rocce spigolose e poi bella pista fino a Miranda de Azan (14.45 km81 850mslm) dove è finalmente ora di pranzo!
Ricaricate le pile all’ombra è ora di tornare in sella: 16.20 e di nuovo sullo sterrato camino rural, mentre i rapaci volteggiano nel cielo, quasi a vigilare sul bestiame e sulle roveri sottostanti, mentre si sale tra muretti a secco e reticolati, aprendo cancelli o traversando passi canadesi.
Circa al km06 o 07, nei campi tenuti ad encinas, il fondo estremamente sassoso fa preferire la pista btt a lato; poi, nonostante un incrocio abbastanza confuso, riesco a scollinare sui 1050mslm e piombare in discesa nei pressi di una grande pozza da cui si alzano in volo alcuni gipeti.
Ancora un po’ e sono a Morille (17.30 km11) e da qui in un attimo è già San Pedro de Rozado (17.50 km15,5) dove una birra non me la toglie nessuno! Dieci minuti per rifiatare ed è di nuovo su e giù tra le balle di fieno e le encinas: mentre il vento onnipresente si sempre fa più forte, imbocco una tranquilla secondaria (18.15 km18) che conduce, nuovamente in salita, sui fatidici 1000 metri.
Nuovamente discesa, saluto i felici maiali in libertà tra le querce ed ecco Calzadilla del Mendigo (18.25 km22) dove al ponte, in corrispondenza di una specie di plaza de toros, si sterza deciso sulla, appunto, calzadilla veloce costeggiando corrales di toros y ganados fino a Pedrosillo de los Aires (18.45 km28) dove mi sciacquo la gola con una rapida cerveza.
Poi ancora sterrata, si scende e si risale, si aprono e si richiudono in serie i cancelli dei corrales, si rimonta a 1000 metri su fondo tecnico mentre i mosquitos ti mangiano vivo, poi si circumnaviga Navarredonda in quota su buon falsopiano per attraversare un pascolo: scampanello ininterrottamente tra i toros bravos per dargli il tempo di decidere se spostarsi o ignorarmi e sembra funzionare (19.45 km39) visto che nessuno mi incorna!
Ancora un po’ di sassi, sabbia e pedali, un breve tratto asfaltato ed ecco Fuenterroble de Salvatierra, sede dell’abergue più emblematico del Camino de la Plata (20.05 km47).
Ovviamente è ora di fermarsi.