MediterraneanConnection2021 Day30 Fuenterroble _ Canaveral 132,5km 1266mD

Nicola fa le veci dell’hospitalero ma è in Spagna ormai da marzo per problemi burocratici causati dal terribile virus: dopo un po’ di girovagare si è installato a Fuenterroble e, nel suo nuovo laboratorio, sta sfornando pitture e sculture.
Si chiacchiera un po’ ma son quasi le 21 e devo almeno lavarmi e cenare: ci vediamo dopo davanti ad una birra!
Dopocena, infatti, porto qualche lattina e si parla di un po’ di tutto con l’hospitalero involontario e Padre Blas: ma ormai è ora, tutti in branda!
Notte fresca e tranquilla, solita routine, saluto Nicola e, incredibile, il bar è aperto! Faccio colazione mentre chiacchiero coi giovani del pueblo che, dopo panino e birretta, concluderanno la serata e andranno finalmente a dormire!
Il cielo è nuvoloso, fa freddino e tira vento: mentre saluto e parto i ragazzi mi avvertono “occhio che la prendi!”.
Infatti, il tempo di lasciare l’asfalto fuori dal pueblo, passare dalla pista agricola ad un single track, principalmente in discesa, tra i rovi ed i muretti (si comincia),  ed in breve si aggancia la carretera… ed arriva la pioggia.
Vabbè, fa uguale, non è forte o insistente, si può continuare tranquillamente: ecco Valdelacasa (09.05 km08,5), ancora addormentata, dove si imbocca una bella sterrata veloce per Valverde (09.15 km12 m785) che si attraversa tutta e dalla quale si esce per solcare i bei pascoli addormentati, sterrando un ultimo tratto su single track facile e divertente fino a La Calzada de Bejar (09.40 km21).
Dal pueblo si continua in discesa proprio sulla calzada, la storica strada romana (km22,5), sinonimo di fondo pietroso, se non roccioso, e buon lavoro di muscoli per assorbire gli scossoni. Breve tratto di carretera e poi ancora sterrato variegato: si percorrono boschi e pascoli alternando tratti rocciosi ,sabbiosi, erbosi, ghiaiosi,
Sotto ai nuvoloni si solca quindi l’umida Sierra de Bejar e si scende poi lungo la valle del Rio Cuerpo de Hombre, fino a dove il fiume passa sotto all’antico Puente de la Malena (10.05 km26 640mslm _ evidente simbologia), da cui si risale duramente la calzada tra i castagni ed i muretti fino 860m di quota… poi per fortuna è di nuovo camino fino al Puerto de Bejar (10.35 km29,5 996m), ossia il passo dove si può scollinare.
Un po’ di chiacchiere e di info con un pellegrino a piedi diretto verso nord, su la giacchetta e poi (10.50 km30,5) giù sul comodo asfalto: aspetta, un segno! E mi tuffo sul single track nei boschi: bravo mona!
Radici, rami, rovi ed ortiche mi sbarrano la strada, il fondo è pessimo: alla fine devo usare la bici per sfondare i cespugli e poi tirarla fuori visto che non vogliono lasciarla andare! Riemergo dal bosco con le tibie graffiate, spellate e sanguinolente e con pedali, mozzi e pinze avvinti da tralci e rametti… minchia, che ideona!
Visto che ce l’ho giusto davanti, facciamo un’altra cazzata: in discesa sulla calzada fino a Banos de Montemayor (11.05 km33,5 700m).
Dopo la geniale risoluzione, che miracolosamente non causa nessuna perdita di componenti alla bici (ed al ciclista), meritatissima sosta colazione, che go fame de novo. Giusto un po’ di zuccheri e roba calda, poi tolgo le schifezze che bloccavano il freno davanti e riparto.
Vento minuti d’orologio ed eccoci di nuovo pedalanti e discendenti, stavolta sull’asfalto, fino Aldeanueva del Camino (1145 km43 500m) dove si sterra nuovamente tra querce da sughero e pecore al pascolo: sto percorrendo la Canada Real, un’antica via di transumanza.
Dalla diramazione, oggigiorno indicata come Via Pecuaria (12.20 km51 400m), intercetto una secondaria asfaltata che riporta al camino ed in breve ecco il primo cancello da aprire e richiudersi alle spalle (12.40 km60): si inizia a traversare i pascoli non più lungo le vie d’accesso che li separano ma proprio nel mezzo, e quindi è fondamentale non lasciare vie di fuga per il bestiame.
Diventerà il leit-motiv della giornata: poggia la bici, apri il cancello, riprendi la bici, passa, ripoggia la bici, chiudi, riprendi la bici e finalmente si pedala… almeno fino al prossimo cancello!
E insomma si rimonta in sella sulla pista, poi single track, tra rovi e cespugli: il sentiero si fa pista nuovamente ed ecco i resti della città romana di Caparra (13.10 km65,5 380m), con il suo famoso Arco, simbolo del Camino de la Plata in Extremadura.
Qualche foto ed una visita al sito archeologico, poi si attraversa l’Arco su due ruote, cancello apriechiudi, e via su buona pista ancora tra pascoli, querce e muretti.
Purtroppo non ci sono più le balize del percorso Btt, ed il camino diventa più difficile da seguire, data la natura univoca della segnaletica: mi affido dunque alla traccia sul cellulare che mi conduce senza errore… ad una recinzione!
Muro a destra, recinzione e corral di fronte, reticolato a sinistra: il coso insiste, devo passare di là. Nessun cancello, nessuna apertura: provo ad aggirarlo a sinistra, che a destra il muro è invalicabile.
Ore 13.45, km74, ho ufficialmente perso la possibilità di riprendere la traccia finendo in fondo ad una valle circondata da solidi muretti. Provo comunque a gironzolare tra querce e tori, ma non va: km76, ritorno sui miei passi.
Cancelli apriechiudi, traccia sassosa da risalire poi, visto che ci sono, mi arrampico su di una collinetta (km77,5) e dall’alto vedo, sul lato opposto al mio, un single track oltre un cancello: daje! Ci provo, ed ecco la freccia: slalom tra le querce e finalmente ritrovo la Canada Real (14.50 km82).
Un paio di chilometri ancora per imboccare una carretera secondaria (km84 250m) e subito dopo un camino spezzettato da numerosi cancelli. Un ultimo tratto, con le stesse modalità, si snoda su single track (13.45 km72) ed infine ecco Carcaboso (15.20 km90), dove è assolutamente ora di mangiare!
Menù completo ed un paio di birre all’ombra e va molto meglio, ma ormai è tempo: un’ora e mezza e si riparte su secondaria asfaltata fino ad Aldehuela (17.05 km05) e poi Galisteo (17.25 km11), bel pueblo murato cui si arriva in salita e dal quale scendo lungofiume per poi, ovviamente, risalire, mentre attorno tutto è verde e gli irrigatori fanno gli straordinari per il mais ed il tabacco (o almeno mi pare).
Mezz’oretta ed è la volta di Riolobos (18.00 km21 250m) dove mi concedo una bottiglietta al volo prima di affrontare il camino che si snoda ora sul fondo sabbioso del chaparral, la steppa disseminata di duri e rumorosi cespugli, e poi tra le querce, in saliscendi anche tosto: infine si sale duro per tornare sui 450m di quota, traversare altri cancelli, pascoli, greggi e pervenire all’ultimo appezzamento ed al penultimo cancello (19.10 km30 460m): dieci minuti ancora e mi lascio l’ultimo gregge alle spalle chiudendo l’ultimo cancello di una lunghissima, e a tratti snervante, serie.
Veloce tratto asfaltato  per scoprire che no, l’albergue di Grimaldo è chiuso (19.30 km35) e quindi la giornata non è finita.
Rimonto sulla deserta N630 e mi scaravento, in favore di gravità, a Canaveral (19.50 km42,5) dove l’Albergue è aperto ed è il momento di capelli, barba e doccia!

Potrebbero interessarti anche...

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
Translate »