S2N day13 Ardales _ Ronda, 51km 1430mD
Un po’ di descanso dopo la pulizia bici ed il bucato, poi in cerca di una cenetta leggera, visto il pranzo tardivo: paella de arroz negro nella bella cornice della plaza de Ardales, nel fresco della sera, e si può tornare, un po’ a malincuore, in hostal.
Si ronfa della grossa, e ho scordato pure la sveglia, tanto la tappa dovrebbe essere corta e semplice: apro gli occhi alle 07.00, colazione più efficiente del solito al piano di sotto, ed alle 08.00 in punto si va!
Si entra brevemente nel pueblo e si raggiunge in un chilometro l’inizio del camino del Rio, sterrata lungo il corso del fiume che diventa asfalto e poi, in direzione di Jimenez, pista in cemento segnalata come Gran Senda de Malaga.
Sì procede in comoda salita tra allevamenti di capre e campi di mandorli ed ulivi.
Appena al di là della prima linea di alture ecco il Castillo del Turon, arroccato sul colle alla sinistra del sentiero, ora sterrato, in posizione di controllo (08.20 km3,5).
Poi si abbandona la zona dei coltivi e ci si inerpica sul fianco della sierra, a tratti su sterrata e a tratti su vecchio bitume tra i pinares, guadagnando facilmente quota nel già torrido mattino, quando il sole è ancora basso sull’orizzonte.
Raggiungo un colle, e qui la traccia spiana, diventa pista forestale in terra rossa, compatta, su cui è facile procedere, anche grazie alla piacevole ombra proiettata dagli abeti (08.45 km06,75 630mslm).
Si continua a salire e, giunto al crinale, si apre una valle di ulivi e mandorli che si attraversa rimanendo in quota (09.10 km10).
Cinque chilometri pedalando un po’ su e giù e la discesa si fa affar serio: si prende velocità e si arriva in valle aperta (09.45 km17, 750mslm).
Si scende ancora tra i campi di grano già mietuti e si risale su rampa sabbiosa al limite del pedalabile, molto incisa da acqua e mezzi agricoli, con grosse vene sassose (09.55 km18): a fine salita ecco il bivio per El Burgo!
Si scende dunque tra i familiari coltivi di mandorle ed ulivi mentre la valle si allarga: al ventiduesimao chilometro si corre ormai sulla pista in cemento che conduce tra le case verso il centro di El Burgo.
Neanche un bar aperto!
Ma trovo una tienda e ne esco con un bottiglione di tè: sosta un quarto d’ora (10.15 km29).
Poi si scende fino alla riva del rio, si passa sotto al ponte, si risale e lo si attraversa per andare ad agganciare il passeggio lungo la sponda opposta: il sentiero che inizia subito dopo il ponte in breve diviene una pista sterrata che affianca il Rio Turan e si addentra nella sierra sotto le rosse pareti rocciose lungo il sinuoso letto del fiume.
Più ci si alza sul costone della sierra, meno la barranca si fa profonda e più ci si avvicina al greto del torrente, ormai in secca, bordato di oleandri.
Se però sulla sierra aperta stamani il vento si faceva sentire, rinfrescandone le pendici, qui nella barranca il caldo si fa opprimente: il sole, ormai alto, riesce a farsi sentire con forza nonostante a tratti si riesca ancora a pedalare all’ombra dei pini.
Ormai è proprio qui, per addentrarsi nel cuore del Parque Natural Sierra de las Nieves, che la traccia indica, giusto sotto ad un rovere sul bordo della pista, un singletrack in forte discesa (11.15 km32,5 730mslm).
Ormai sarò prevenuto, ma lo guardo con sospetto: consulto la mappa elettronica ed ho ragione, è ancora il GR7, un percorso di escursionismo… sarà da sputare sangue, ma non c’è alternativa praticabile, pare.
La discesa è la parte facile: in 400 metri scende ad traversare il torrente in secca. Porto giù la bici a mano su fondo molto ripido ed instabile, attento a poggiare bene i piedi e controllare la dueruote… bastano cinque minuti.
Tiro su la bestia sull’altra sponda e, senza troppe illusioni, riesco a pedalare un piccolo tratto di sottobosco: poi si fa sul serio, e tocca spingere.
Dopo venti minuti sto ancora spingendo nel bosco sempre più fitto e sulla traccia sempre più stretta e sconnessa. Ah! E ripida, ovviamente (11.40 km34)!
È evidente che devo risalire il costone e passare di là della cresta: ad occhio punto un pilone dell’alta tensione, di solito ci sono dei passaggi per la manutenzione…
pianta i piedi con le ruote inchiodate, sposta un piede, sblocca le ruote, butta su la bici se va bene trenta centimetri, riblocca le ruote, sposta l’altro piede, ripeti.
Ho ragione, ma solo parzialmente: la durissima erta, per pendenza e fondo mobilissimo, conduce proprio al manufatto metallico, ma il camminamento non c’è, solo un passaggio da capre (12.00 km34,5 870mslm).
Punto il pilone successivo: bici verso valle, cengia friabile a mezza costa, occhio a metter giù bene i piedi, pazienza e qualche bestemmione motivazionale che qua non si molla un cazzo (12.30 km35,5 950mslm).
Ultimi metri scivolosissimi, ma guadagno una valletta erbosa chiusa tra le creste: continuo a seguire i piloni, ma adesso andrà meglio! Basta alzarsi qualche metro e vedo una bianca malga sul colle davanti a me: è fatta! Attraverso la steppa erbosa aprendo cancelli, oltrepasso l’aia della fattoria, mi chiudo il cancello alle spalle, ed ecco la pista (12.45, 36,5km)!
Sarà sconnessa e sassosa, ma a me pare una cazzo di autostrada!
La seguo, ovviamente in salita, attraverso un altro allevamento e chiudo altri cancelli e finalmente i pilastri con doppio passo canadese segnano l’uscita dalla valle (13:15 km39, 1160 mslm). Sono giunto al Puerto de Lifa: muchas gracias y adiòs, Sierra de las Nieves! No mas!
Si scende!
La pista sembra farsi progressivamente migliore, anche se alcuni tratti sono da affrontare con attenzione visto il fondo parecchio mobile, ma si procede spediti ed in breve, mentre lo sguardo si apre verso valle e sulle sierras circostanti, ecco i pascoli dove si allevano i famosi tori di Ronda, culla della tauromachia (13.30 km44, 840mslm).
In venti minuti ho già abbandonato la pista per un cammino in cemento e poi per l’asfalto cittadino: una passerella pedonale mi permette di bypassare la principale ed entrare in periferia.
Sosta al minimarket per seccare un bottiglione di tè, ed in breve, percorso con attenzione il viale pedonale della città, eccomi in centro, davanti l’hostal San Cayetano (14.10 km51, 1430mD).
Lavata sommaria alla bici con la pompa dell’acqua, pulizia e lubrificazione, lavare e appendere in stanza la roba, doccia.
E adesso un menù e poi a passeggio per Ronda!
Me la sbrigo in fretta ed alle 16.30 sono già a visitare la Plaza de Toros che ha dato i natali alla tradizione delle corridas: un posto affascinante, al di là delle valutazioni morali contemporanee.
Poi una passeggiata tra le vie del centro, al Puente Nuevo ed alla città vecchia, di là del ponte: l’importante è camminare sul lato all’ombra delle viuzze, che il termometro segna 41*C alle 19.00!
Un salto in hostal e poi per cena, visto l’orario ravvicinato, stasera tapas…