Martedì 28, Santander-Bilbao
Dormito bene, alzato alle 09, colazione con Alessio e Bea, che vanno poi ad affrontare l’ultimo giorno di pinchos: la semana grande (che dura ormai da 12 giorni!) finisce oggi.
Organizzo uno zaino minimale, lasciando in conto deposito ad Alessio il superfluo, e vado a prender il bus per Bilbao, che voglio visitare il Guggenheim… purtroppo non posso prendere quello delle 11, che è già tutto prenotato, e devo rimandare la partenza alle 12, ingannando il tempo scrivendo cartoline: forse è meglio così, rischiavo di portarmele a casa! Chissà che quest’anno arrivino… l’anno scorso una su tre non ce l’ha fatta! Missing in Action?
Bon, eccoci sull’autobus, un’oretta e mezza e si arriva anche a Bilbao: la giornata è bellissima, soleggiata e molto calda. Compro già il biglietto di ritorno per domani, mi procuro una cartina della città, prendo la metro e vado a farmi un giretto in centro, nella città vecchia. Con l’occasione cerco una pensione per la notte: gli albergue, più economici, sono esauriti, e mi restano hostal da 45-50 euri! Eh no, non ci siamo! Dopo mille sbattimenti, un kebab e una fanta, una visita all’oficina de turismo che ha finalmente aperto, un mucchio di telefonate e un giro in metro fino al museo, riesco finalmente a procurarmi un letto in una pensione vicina al centro per 20 euri: così va bene! Questi sono prezzi alla portata del pellegrino!
Risolta la rogna posso visitarmi il museo… no foto, no video, 13 euro e alle 20 ti sbattono fuori con un calcio in culo! Considerando che sono le 17, ormai, un po’ mi girano, ma anche se di corsa mi tocca farmelo adesso, che domani aprono alle 10 ed è anche peggio!
Interessante il museo, architettonicamente, ed interessanti le opere esposte: c’è una personale di un artista cinese Cai Quong (più o meno) che lavora con la polvere da sparo ed i fuochi artificiali! Un pazzo geniale! È anche quello che ha diretto la parte pirotecnica della cerimonia d’apertura delle olimpiadi cinesi dello scorso anno, un’apertura col botto, si può dire! Insomma, è uno specialista di eventi… esplosivi! Ah ah! Bhè, comunque anche i suoi allestimenti senza deflagrazioni sono interessanti e visionari: c’è una sala che contiene 99 lupi volanti che si schiantano su una parete di vetro e da lì riprendono la corsa verso il suicidio, e c’è un relitto (originale e recuperato in Giappone) naufragato fra statue di budda e porcellane… insomma, un tipo interessante.
A me comunque ha molto colpito l’installazione di un americano (nome? Boh): tre differenti sale, tre differenti video, due col sonoro e uno no. Nel primo, l’unico a colori ma in bassa fedeltà, i Nirvana, con Kurt Cobain sempre in primo piano e parecchio incazzato, nella terza Jan Curtis dei Joy Division che emerge grigio dalla nebbiolina tipo schermo con l’antenna incasinata, in mezzo Micheal Jackson che prova i suoi passi di danza in una vecchia palestra (almeno così sembra) e poi cammina verso l’uscita, mentre sullo schermo sembra che la pellicola bruci… l’opera è precedente alla morte di Jacko, ed il suo è l’unico video a non avere il sonoro. Vederlo compiere i suoi celebri movimenti sulle note dei Nirvana o dei Joy Division è straniante… bhè, a me ha fatto impressione, e prima della chiusura sono tornato a vederlo. Sarà che, sia pure in modo diverso, si sono suicidati tutti e tre…
Io invece non ancora, e uscito dal museo passeggio lungo la riviera e raggiungo la pensione… doccia e breve descanso, diario compreso, poi vado in cerca di pappa.
Uscito dalla pensione trovo un kebab proprio sotto casa… faccio due chiacchiere: con il ragazzo indiano che lo gestisce ed il panino è proprio buono. Gironzolo poi per le calli della città vecchia: i bar propongono, di preferenza, rock ‘n roll… bella sorpresa! Entro al K2 e Pedro e Fernando attaccano bottone e non mi mollano più: mi portano a fare il giro dei bar del centro, ma alle 02 sono proprio piegati e farfugliano incomprensibili… il kebab fa la differenza!
Torno in pensione e buonanotte!