Martedì 21luglio, Picos de Europa Day01: Amieda-Refugio Vega d’Avanu
Round I: Oviedo-Cangas de Onis-Amieda
Bhè, Oviedo mi è proprio piaciuta, bella città, belle ragazze! Sono uscito per cena, ma prima ho fatto un piccolo tour fotografico, che avevo lasciato la macchina in camera, alla prima uscita. La città offre begli scorci, anche ad uno sguardo frettoloso. Ho cenato con una sarten, una padella piena di patate, tritato di carne piccante e uova e bevendo sidra, tipica bevanda locale. Per dolce una specie di frittella con due palate di mascarpone e inzuppata di miele… magari non eccezionale ma sostanziosa. In camera ho poi passato un’oretta a cercare info sui Picos in internet.
Mattina: partenza da Oviedo per Cangas de Onìs, porta dei Picos. Autobus ore 09.30, arrivo ore 11, frettolosa incursione all’ufficio delle guide per un parere sul giro che ho architettato in autobus: stroncato! Il libro che ho comprato fa schifo (la guida non conosce l’autore), la mappa è anche peggio (la sua è meglio) ed i Picos sono solo per esperti, mica per turisti sprovveduti come me! Qua c’è da camminare anche 6-7 ore (capirai!) ed è tutto moooolto difficile! Vabbé, vado a comprarmi una carta come la sua e mi tengo il mio giro! A mezzogiorno ho l’autobus per Amieda.
Sorpresa! L’autobus non c’è, il chofer (parola spagnola per chaffeur! Incredibile!) mi ha preso per il culo! Pregunto ed investigo, risolvo con un taxi… merda, mi costa un botto ma mi salva la giornata!
Round II: CarloPicosdeEuropa part 1 – Amieda-Refugio Vega d’Avanu
Raggiungo il pueblo di partenza alle 12.45, sbudello completamente lo zaino e lo riorganizzo per il giro, mi cambio e parto. Sono le 13.15, vado a percorrere la Senda del Arcediano. Seguo una pista cementata che porta ad un sentiero che prosegue a mezza costa nella valle scavata da un rio. Lo si tiene sempre a sinistra, percorrendo la sassosa e a tratti molto sconnessa mulattiera fino ai pascoli alti, dove le mucche ruminano tranquille. Poi si scollina al Pazo de Beza, che segna il confine tra Asturias e Leon. Scendo ad una fonte e, invece di abbassarmi fino al paese di Soto e risalire, taglio la costa seguendo una difficile traccia, raggiungendo così il rifugio de Vega d’Avanu. Bei panorami e montagne pallide come le nostre dolomiti. Tappa introduttiva, comunque… domani vediamo, si dovrebbe fare sul serio ed inoltrarsi tra queste selvagge e poco segnalizade montagne.
Cena al rifugio Vegabano (no, non in un altro rifugio: tanto per complicare ulteriormente le cose la segnaletica è in castigliano e le mappe in asturiano… o viceversa, boh!) con una zuppiera di minestra di ceci, rotolo di ternera e budino di riso con verdure e moolto aglio: da stamani sto in piedi con la sola colazione fatta ad Oviedo e con un pezzo di pane offerto molto gentilmente da una coppia madrilena incontrata ad un paio d’ore da Amieda… inutile dire che i piatti si potrebbe fare a meno di lavarli… e pure la zuppiera!
Il rifugio è pieno, grazie anche ad una compagnia di scout di Barcelona, adolescenti allegri e rumorosi che per cucinarsi la zuppa ci mettono quasi tre ore!
Poi in branda: sono solo le 22,30, ma sono cotto… buonanotte!