Day02 Rosas_Santadi, km27

Il porceddu continua a sfuggirci, a quanto pare, ma… andiamo con ordine!
Si dorme così bene nelle casette dei minatori, che la sveglia passa inosservata: un quarto d’ora extra ed un po’ di ritardo sulla tabella ma eccoci al bar per la colazione.
Il tempo di regolare il checkout (e di salutare Pulce, il cane mascotte aromatizzato al caprone) ed eccoci in strada: le 09 passate da poco e si risale verso monte tra le casette del villaggio, si supera il bacino artificiale (che, solo pochi giorni fa, ha esondato causa le forti piogge) e si guadagna quota con calma nel fresco del mattino, fino a giungere sull’altopiano di Ega de Fenugus. Lo solchiamo sulla comoda sterrata ed in breve è già ora di discesa: serpeggiamo sul bel fondo regolare godendo del sole già caldo e dell’ampia vista, superiamo i ruderi di un sito estrattivo (ore 0955), fiancheggiamo un rumoroso torrente che a tratti invade il sentiero, e giungiamo alla ferrovia abbandonata Siliqua – Calasetta (ore 1010).
La linea, a scartamento ridotto, ha garantito per mezzo secolo la mobilità di uomini e merci nel Basso Sulcis, per esser poi chiusa a metà anni ’70: passiamo sotto al viadotto e proseguiamo fino a dover guadare, tolte le scarpe, il torrente Riu Mannu, oggi bello carico (ore 1025)!
Rinfrescati ed asciugati i piedi, si riparte ormai in falsopiano per giungere alla strada in località Acquacadda (ore 1055), dove è possibile pasticciare un po’ con i segnali (attenzione, c’è una variante): risolto l’arcano a colpi di bussola e con qualche ricerca, ci riorientiamo ed in breve, attraversato il villaggio e percorsi in saliscendi i campi verso sud, giungiamo alla statale all’altezza di Crabì (ore 1145)… mezz’ora di facili secondarie ed eccoci a Nuxis, coi piedi sotto ad un tavolino, al sole.
Meritata sosta di un’oretta con bibite e focacce e si riparte: quattro chilometri di secondaria asfaltata (deviazione compresa) tra vigne ed ulivi, per giungere in località Tattinu e visitare il Pozzo Sacro, antico sito votivo del XI secolo a.C. Tentare di visitare, diciamo, visto che (le piogge dei giorni scorsi?) la struttura che lo protegge vi è crollata sopra!
Sulla via del ritorno verso il percorso principale ecco Massimo, il nostro anfitrione per stasera, che si unisce a noi per il finale di tappa.
Giungiamo in breve alla chiesa bizantina di Sant’Elia (ore 1445), arroccata su di un cucuzzolo, da dove imbocchiamo una traccia che, in discesa, taglia un pascolo (chiuso da reticolati) per riportarci al tratturo principale, da cui si sale il versante opposto.
Un breve e deciso strappo per scollinare e salire poi con calma a Punta Su Burroni, da cui ormai si può solo scendere: mentre lo sguardo spazia dalla piana del Carignano fino al golfo di Palmas, ci avviciniamo serpeggiando al villaggio di Is Cosas (ore 1630) da cui, in breve, tramite strada asfaltata giungiamo a Santadi, dove Massimo ci consegna le chiavi della Casa del Cicloturista.
Doccia e cambio, e ci godiamo un po’ di riposo nella confortevole casetta, amorevolmente curata e rifinita a tema ciclistico da Massimo e Katia, prima di cenare con specialità sarde da Cibus: festeggiamo il compleanno di Jorn ma… il porceddu no, neanche qui!
La ricerca continua!

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