Mercoledì 22 luglio, Picos de Europa Day02: Refugio Vega d’Avanu-Posada de Valdeon


CarloPicosdeEuropa part 2 – Ref. Vega dAvanu-Posada de Valdeon

 Sveglia alle 06.45, tardi, eh? Tanto qua prima delle 07 non si sveglia nessuno, mi dice la guida che gestisce il rifugio: raccolgo le mie cose e vado fuori a preparare lo zaino. Come da previsioni il tempo tira al brutto, spero di farcela senza beccare il diluvio… vorrei traversare dal Vegabano al Ref. del Frade, percorrere il camino del Perro e poi piegare a destra (a vista, niente segnali) fino la cima della Bermeja, da cui intercettare una senda che porta al paese di Posada: tempo stimato, 5-6 ore.

Mangio quattro biscotti, partenza veloce, raggiungo il Frade (semplice capanno incustodito) alle 09… il camino del Perro non è segnalato, ma leggendo la carta lo si intuisce, e difatti eccolo qua, che sale subito deciso… un vento teso e freddo da sud e al traverso mi sballotta con forza, sembra di essere in moto in retromarcia a 80all’ora! Sfiorando i paretoni de los Moledizos si raggiunge il Col del Burro… niente segnali per la Bermeja, che comunque ritengo sia meglio non sfidare, visto che non so se ci sia un filo di cresta da percorrere o che: nel caso, temo che il vento mi tiri giù, è veramente fortissimo, meglio non rischiare!
Decido di proseguire per il Camino del Burro fino alla Vega Huerta e poi di cercare il traverso al Hoyo Cabrero che porta al paese. Alle 10.30 giungo alla Huerta, anche qui niente segnavia o tabelle… probabilmente la via si infila in questo canalone ripidissimo e pieno di neve, mah! Non son attrezzato alla bisogna, decido di ripiegare sul traverso che passa sotto ai paretoni della Torre Santa de Castilla e porta al Puertu Cuba, per scendere a Cain. Niente segnali, per cui mi armo di pazienza e attacco ad ispezionare tracce e sentieri di pascolo… alle 13 mi devo dare per vinto: ho percorso in lungo ed in largo questa parte di mondo e l’unico passaggio probabile è anche parecchio rischioso con questo tempo… oltre al vento impetuoso ed incessante piove da un’ora ormai, a raffiche accecanti.
Cambio programma (ancora!) e decido di provare a raggiungere il rifugio Vegarredonda, sarà a 3 ore da qua… segnali? no! Ma traversando becco una traccia e poi un segnavia giallo, il massimo del lusso, da ste parti! Lo seguo aggirando El Gato ed infilandomi tra Los Estribos per poi piantarmi di fronte all’ennesimo traverso su neve compatta e ghiacciata… devo proprio cedere: è tardi, piove a dirotto, sono bagnato fradicio e le nuvole si abbassano sempre più, grosso problema, dovendo navigare a vista nella pietraia, seguendo gli ometti e i radi segnali.
Dietrofront, dunque, si torna alla Huerta: sono le 15.30, forse le 16, non lo so: non mi sono mai fermato, e cammino ormai da 8 ore, il massimo del lusso consultare la carta inginocchiato a terra, bloccandola con le ginocchia che non voli via, zaino in spalla.
Imbocco la via del ritorno, mi spingo ben addentro per essere sicuro di non perderla, poi mi concedo una pausa mangiando biscotti e bevendo mezza borraccia di the: la pioggia si fa più forte, non c’è tempo, via di nuovo. Raggiungo veloce il passo del Burro, scendo al Frade, provo a raggiungere Veda de Llos: il primo tentativo va male, il sentiero non mi convince, riprovo da un altro lato… no.
Torno al Frade, seguo una traccia che mi piace di più, mappa alla mano dirigo ad Est e poi mi abbasso ad intercettare le piste delle vacche al pascolo: tombola! In fondo alla valletta, una pista ed un capanno… ed una tabella! Sono le 17, e un’ora dopo raggiungo Posada, dove, fradicio ed indolenzito, riparo all’Albergue Cuesta. Lo zaino è inzuppato come me, tiro fuori tutto e imbottisco di giornali vecchi le scarpe e le custodie di pc e macchinetta fotografica. Lavo tutto, anche se di sicuro con sta pioggia e sto umido non si asciuga… e finalmente una doccia bollente. Mi sbatto in branda un’oretta, poi al restaurante Begona una superzuppa di lenticchie, empanada di tonno e flan casero, in compagnia di due spagnoli incontrati in albergue.
Tiriamo tardi chiacchierando, e ne approfitto per informarmi su sti cazzo di Picos: bisogna ammetterlo, orientarsi è difficile, a dir poco! Mi sa che sarà meglio accontentarsi di fare degli anelli panoramici, e di lasciare le traversate per la prossima volta!
Domani riposo!

 

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