Dìa24, Lunedì 06 luglio, Cernadilla-Requejo, 34km

 

plata_070609_1138Dormito benissimo nel pseudo rifugio alpino, mi affaccio alla porta e più che fresco sembrerebbe fare freddo! Al massimo saranno 12 gradi, che dopo le calure passate sembra di essere in inverno! Chiudo tutto, riconsegno le chiavi (le metto dietro ad un vaso sulla finestra della senora alcalde), su la felpa e via, in camino!
Si esce dal paese imboccando stradelle morbide e divertenti, ed in breve si passano i paeselli semidisabitati ed alquanto diroccati di San Salvador e Entrepenas, e di bar neanche a parlarne, poi Asturianos, che il bar ce l’ha, ma è chiuso che sono solo le 08 e qualcosa, poi Remesal e Otero, Triufè ed infine Puebla de Sanabria, paesone dal piccolo ma carino centro storico, con chiesette e castello ed annessi bar e ristoranti.
Salgo direttamente alla rocca per una scalinata assassina, giungendo al castello: mollo la mochila al banco e per un’oretta mi dedico alla visita della fortezza-museo, poi gironzolo per le stradine e, finalmente, alle 12 passate mi concedo un cappuccino (un cappuccino vero!) ed una pasta al cioccolato.
Poi riparto, è la mezza passata, alla ricerca del camino del Ponton, che la guida giudica utile alternativa alla carretera… dopo alcuni tentativi lo becco e mi trovo a camminare tra collinette ricoperte da cespugli bassi ma fitti e praterie verdi ed umide.
Il paesaggio ha come sfondo le montagne che, a una trentina di chilometri ad ovest, segnano il confine con il Portogallo e, a nord, con la Galizia. Oggi sono passato da boschi di querce e roveri, popolati da uccelli e caprioli, a praterie di erbe e cespugli che, ad ogni passo, generano frenetico saltellare di miriadi di minuscoli grilli, rumorosi e salterini come grani di popcorn. Molto bella questa tappa, e molto varia, e resa interessante anche dalla possibilità di soste prolungate, non dovendo più sottostare alla spada di Damocle della calura pomeridiana: preoccuparsi del caldo, schiavi dell’imperativa immobilità extremena ed andalusa dalle 14 in poi, qua non ha senso… c’è molta più libertà di disporre del proprio tempo, potendo camminare fino a sera senza soffrire le martellate solari!
Bon, da Puebla giungo, attraversando i soliti paesini semiabbandonati di Lobeznos e Pedralba de la Praderia, a Requejo de Sanabria: l’albergue è, a dir poco, spartano, ma chissenefrega, lo facciamo andar bene lo stesso… doccia e bucato, stretching e un po’ di riposo. Poi alla tienda a comprare qualcosa e merendona a base di tortilla, jamon y queso e cerveza helada in vaso grande! Cazzo, quasi una cena, e sono le 19!
I milanesi sono in un hostal, che qua non ci sono manco le coperte di cui hanno bisogno, ma ci becchiamo per cena: sono le 21 e già mi tocca mangiare un’altra volta! Avanti, facciamo sto sacrificio! Sopa de cocido, merluza e un gran flan casero, agua y vino.
Ed ormai sono le 23, sarebbe anche ora di preparare le cose ed andare in branda…

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