Dìa23, Domenica 05 luglio, Calzadilla-Cernadilla, 33,5km
Stranamente è la mia, oggi, la prima sveglia a suonare: sono le 06, e nessuno dà ancora segni di vita… in previsione del tappino da 25km ho pensato di concedermi una mezz’ora di sonno extra, ma a quanto pare anche gli altri hanno avuto un’idea simile… La sveglia, comunque, crea un po’ di animazione e, di lì a poco, la camerata si anima: alle 07 siamo tutti per strada, si costeggia un canale e si raggiunge il vicinissimo paese di Olleros. Poi per strada e stradine si giunge, attraversando anche un suggestivo bosco lungo il fiume, alla diga sul Tera, che crea così un vasto lago, increspato dal vento. Costeggiando il bacino si giunge al paesino di Villar de Farfon: minuscolo e privo di bar o di punti di interesse, questo borghetto segna comunque il nostro ingresso in Sanabria.
Sono le 09, ci si inoltra tra pascoli, querce e muretti a secco raggiungendo, dopo una breve marcia, il paese di Rionegro del Puente. Sono le 10, ed il campanile del paese lo conferma suonando le campane… o meglio, diffondendo un jingle che simula il suono delle campane! Lo avevo già notato, attribuendolo ai paesini più piccoli, ma, in effetti, non ho ancora sentito il verace risuonare dei bronzi, qua in Spagna: ci sono sempre ‘ste registrazioni a farne le veci…mah! Qua il bar c’è, e sta aprendo proprio ora, ed io ed un gruppo di ciclopellegrini dell’Almeria siamo i primi clienti: café con leche e tostada per me, enormi bocadillos con tortilla e tomate per i ciclisti: invidia! Mi fermo un po’ con loro a chiacchierare e ad ascoltare le barzellette che si scambiano tra grasse risate, poi zaino in spalla e si riparte.
La via adesso attraverso una prateria spoglia, a lato dell’autostrada: in un’ora e mezza mi porta a Mombuey, meta della giornata. Sono le 12.10, trovo gli alemanni preoccupati per l’assenza della signora depositaria delle chiavi dell’albergue: a pochi metri dalla porta di casa sua c’è la chiesa, è mezzogiorno e c’è la messa… sicuramente sarà una vecchietta… due più due… becco una vicina e le chiedo la fatidica informazione: sarà o no, la nostra signora Teresa, a messa? Sì, basta avere un po’ di pazienza. Eccola qua, ed ecco le chiavi… ed un cazziatone al marito sordo, per buona misura! Prendiamo possesso dell’albergue, ma la giornata è buona e mi andrebbe di continuare fino al prossimo rifugio, anche se in un paese privo di servizi… potrei stare qua a pranzo, poi fare un po’ di spesa e rosicchiare qualcosa per cena al paesello. Arriva un sms di Luca: ha avuto la stessa idea, e ci diamo appuntamento qua a Mombuey per pranzo.
Ci troviamo al ristorante La Rapina, sperando in bene! Va di culo, nonostante il nome: si mangia bene e non ci spennano! Poi loro ripartono, io vado in albergue a dormicchiare fino alle 16.30, poi carico le provviste in zaino e riparto. Tra campi, colline e pascoli raggiungo prima il microscopico paesello di Valdemerilla e poi Cernadilla. Sono le 18, l’albergue è minuscolo ma molto carino, sembra un rifugio di montagna, tutto pietra e legno, con quattro materassi su tavolaccio di legno. Torno su in centro (saranno duecento metri), faccio timbrare la credencial alla moglie del sindaco (sarà solo la moglie, ma è lei che comanda!) poi lavo due cose e le stendo, faccio la doccia ed è ormai ora di cena: jamon, melon y queso. Molto bene.
Non resta che scrivere il diario…