CMSB day01 Iglesias _ Masua, 25km 710mD
Sveglia alle 07.00 e speriamo non mi cancellino il treno anche oggi!
Ok, c’è: via dritto a Villamassargia per cambiare convoglio ed eccomi ad Iglesias (08.45).
Due passi fino al centro storico e finalmente colazione all’antico caffe Lamarmora, poi via alla Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara a ritirare la credenziale e pagare i pernotti delle ultime due tappe.
Tra una cosa e l’altra un’ora passa in un attimo (ed un paio di chilometri non censiti pure), e finalmente lascio la città, ma subito modificando il percorso: è solo un venti minuti dopo che, all’uscita di Iglesias (ore 10.05), aggancio il cammino all’altezza della miniera di Monteponi, di cui posso già ammirare le vetuste strutture che sovrastano il percorso.
Varco i cancelli e ne raggiungo la parte sommitale, da cui si segue una sterrata carrabile e si scende sul lato opposto della collina, tuttora disseminata di fatiscenti infrastrutture logistiche.
Raggiungo così una frazione di Monte Agruxua (10.50 km05,5): il tempo di togliere i pantaloni lunghi e mettere quelli corti e riparto, uscendo dal villaggio lungo una strada cementata che si snoda tra le colline ricoperte di corbezzoli, ulivi e querce.
Ore 11.40: dopo aver oltrepassato un villaggio abbandonato e di aver scollinato un paio di volte, posso finalmente vedere la linea costiera e la bellissima spiaggia di Porto Paglia (vedi Cammino Minerario del 2019!).
Venti minuti dopo (12.00 km11,5) si scollina sotto un forte vento da nord est che fa a stormire gli alberi e piega la macchia mediterranea attorno a me… ormai sono davvero vicino alla costa ed il mare non è più un’apparizione fugace che fa capolino tra le creste in lontananza, ma è ormai chiaramente visibile alla mia sinistra mentre procedo in facile discesa.
Poco più di mezzo chilometro ed imbocco una sterrata camionabile a mezza costa abbandonando alla mia sinistra l’asfalto, che scende serpeggiando verso il mare: raggiungere Nebida è questione di poco (12.15 km13).
Sosta e spesa nel minimarket del paese, ovviamente con calma e ritmi rilassati: è passata mezz’ora quando mi siedo al riparo del vento a mangiare i miei panini e scolare un bottiglione di tè (12.45 km13,5).
Trenta minuti al sole, ritorno brevemente sui miei passi ed abbandono la strada principale di Nebida per una secondaria che scende a dare inizio al sentiero dei Cinque Faraglioni, che subito in discesa si addentra nella macchina mediterranea.
Un breve tratto in comune, poi il sentiero Cai piega deciso verso la costa, il cammino verso l’interno: diviene sentiero, poi mulattiera, poi ancora singletrack, finalmente con vista sul Pan di Zucchero… giù in dirupata discesa ed eccomi sospeso a mezza costa verso la spiaggia di Masua (14.20 km18).
Dieci minuti sopra gli scogli e le acque trasparenti ed eccomi a calpestare l’asfalto della strada che bordeggia la miniera e conduce in breve al porticciolo (14.40 km19). Quindici minuti di sosta al molo di Masua ed in breve eccomi percorrere il tracciato dell’ex ferrovia mineraria che conduce a Porto Flavia (15.15 km22): una birretta con vista per ingannare l’attesa, ed alle 16.00 visita all’impianto di caricamento dei minerali con vista sul faraglione più alto del mediterraneo!
Un’ora nel ventre della montagna ed alle 17.00 (km23) è ora di ripartire: torno per la stessa via dell’andata, ritrovo l’asfalto e lo percorro risalendo dalla spiaggia verso l’abbandonato villaggio dei minatori.
Ma Giuseppe non ci sta: torna dalla pesca alle palamite e ha voglia di chiacchierare anche solo per i cinque minuti ed i due chilometri scarsi che mi evita depositandomi alla sommità della salita… bè, grazie mille!
Dieci minuti sono sufficienti per salutare il vigilante ed entrare nel recinto della miniera: il rifugio scout nonché ostello del Viandante mi aspetta (17.30 km25)!