Dìa21 Salas – Campiello, 32,5km


Domenica 15 agosto
Sveglia alle 06, anche se rubacchio qualche minuto guardando il soffitto… poi mi alzo, ed anche la fauna che popola l’albergue inizia a muoversi e rumoreggiare: solita colazione al volo, tagliandino ai piedi, zaino e via, io ed un ragazzo tedesco siamo i primi a levarci dalle palle… sono le 0650.
Fa ancora buio, e sui marciapiedi ed in mezzo alle strade sono stesi i naufraghi ubriachi della feria di stanotte qui al pueblo: a quanto pare il 15 di agosto è un festone nazionale, in occasione del quale la gente torna al paesello a trovare i parenti e a fare un po’ di festa… i bar sono (ancora) aperti e molti sono i ragazzi che ciondolano ubriachi… ne dribblo alcuni ed imbocco il camino, inoltrandomi nel bosco ancora scuro.
Il sentiero costeggia un rio, tra muri d’alberi e foglie, arrampicandosi sui fianchi delle colline che circodano Salas: in fretta si guadagna quota, per poi tagliare a mezza costa. In breve si passa per Bodenaya, di fronte al piccolo e molto carino albergue, poi si prosegue fino a El Pedregal, per un meritato café con leche. Son le 0930, e mi concedo un dieci minuti di relax, chiiacchierando con il padrone del bar: mi racconta della volta che la senora Franco, asturiana, ha portato il marito (proprio quel Franco, il dittatore spagnolo) a mangiare la minestra di verze a Campiello, dove son diretto io… gli luccicano gli occhi al ricordo del padre che lo prende sulle spalle per fargli vedere l’auto del caudillo che passava per la strada. Ridendo, lo saluto dicendogli che chiederò zuppa, per cena, quella di Franco!
E via ancora tra i muretti ed i pascoli, tra i cavalli e le pecore, tra le vacche ed i boschi, tra fango e ruscelli, su e giù per le verdi colline asturiane. Poco è l’asfalto, e anche se ogni tanto compare, non riesce a rovinare questa bella giornata: anche il tempo fa il bravo, ed una brezza frizzante tiene a bada le nuvole e l’umidità, permettendo di camminare proprio bene.
Raggiungo Tineo ed il suo albergue alle 1045, chiacchierando un po’ con l’hospitalero per prendere info sulla tappa di domani, poi con altri viandanti ed infine, in piazza al sole, con un paio di vecchietti… la tiro lunga, insomma, ma alle 1125 riparto, sempre su ridenti sentieri. Si sale ancora, si scende, si taglia a mezza costa, si passano borghi e borghetti e si arriva infine a Campiello, ore 1340, dove, preso un letto all’albergue locale, infilo i piedi sotto la tavola con un basco ed un madrileno, per un supermenù: antipasto di empanada e bollo (una specie di pane ripieno di chorizo, queso e patate), la minestra di Franco, proprio lei! (tre piatti, corretto con pane bello grezzo e ciccione), prosciutto di maiale al forno con patate e vino di casa (proprio buono e che sa di uva). E un cornetto al cioccolato come dolce. Così mi piace!
Saluto i due, che fanno ancora un 3km fino a Borres (è gratuito) e vado in albergue: programma descanso domenicale, con doccia, barba, capelli, lavalava…
La sera a cena con Chiara e Lorenzo, giovane coppia milanese, e Cristobal e Joshua, catalani che viaggiano con loro: dopo la mangiata di oggi non ho il coraggio di andare oltre una cerveza ed un pezzo di empanada!
Ma ormai è tardi, ed è ora di fare lo zaino ed andare a letto…

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