Dìa16, Domenica 28, Fuenterroble-San Pedro de Rozados, 29,5km
Non ho messo la svegli, sicuro che i rumori degli altri mi sveglieranno, ma non ho neppure l’orologio, sicché non so che ora sia quando cominciano a darsi daffare con i bagagli… vado a naso, e quando ne ho voglia mi alzo: sono le sei e qualcosa.
Alle 06.30 sono pronto, e via. Il sentiero corre diritto, tagliando un piatto ed esteso altopiano, popolato dalle solite vacche, che pascolano tra le querce.
Dopo un po’ si comincia a salire, ed il bosco di roverelle si fa più fitto… fa ancora fresco, e non sudo, sotto la felpa leggera. Poi la salita si fa più seria, ed il sentiero si arrampica sul fianco del Pico della Duena, la cui sommità raggiungo alle nove. Lo sguardo può spaziare sulla piana di fronte, il vasto altopiano è interrotto da collinette e filari alberati. Sosta al Pico per un paio di dolcetti e betadinizzare i piedi,
Poi giù, accompagnati dal vento, bello forte e quasi freddo.
Niente da segnalare in discesa, se non le grosse ed anziane querce che fiancheggiano il sentiero dopo il bivio per San Pedro, che raggiungo quando mancano pochi minuti a mezzogiorno.
Trovo i Caballeros che stanno sistemando i cavalli e decido di fermarmi con la compagnia in una casa rural, dove aspetto Piotr per vedere se divide con me una doppia. Intanto mi faccio una birra ed un panino.
Ma ecco il polacco ed i due di Granada: ok, si fermano qui, affare fatto.
La signora ci dice che se le lasciamo la roba mette su una lavatrice: grazie, ecco qua!
Poi doccia, e giù qualche birra nel patio parlando di cavalli e camino…
Un po’ di descanso, ma la finestra della camera dà sul patio, dove i giocatori di domino sbattono con violenza le tessere sul tavolo, gridando ed insultandosi fino all’ottava generazione… si dorme comunque, e poi giù per una birretta, due chiacchiere e, con tutta la calma del caso, la duena ci porta il menù: nessuna possibilità di scelta, ma per me i tre piattoni di minestra con pasta e uova e le quattro fette di lombata (gli altri non hanno gran fame, sembra) con un po’ di insalata non rappresentano una brutta sorpresa. Innaffiamo tutto con vino, decisamente superiore alla media spagnola, e birra. Come dessert prendo arroz con leche (riso al latte), tanto per cambiare. Poi ancora chiacchiere e via, in branda.
Prima, però, vado a controllare la roba che la signora ha steso di sopra: cazzo, è ancora bagnata! Prendo stendino e tutto e me lo porto in camera, che almeno con la finestra aperta ha più chance di asciugare… mi rovina un po’ i piani, che non posso preparare lo zaino insaccando la roba bagnata… boh, doman vediamo: il letto ad una piazza e mezza, con enorme cuscino-salsiccia, lenzuola pulite e coperta pelosa, mi chiama e promette un buon riposo…