OrientXpress Day30 Zadar_Senj, km142

Giovedì 01 agosto

E infatti, relax col cavolo: tira su bici e bagagli tre piani, lava tutto, doccia e due ore a passeggio per la bella cittadina, ad ammirarne le architetture e le belle ragazze.
Poi una grigliata mista ed un paio di birre e, abortito il tentativo di diario, si dorme.
Notte afosa e faticosa, ma in qualche modo mi alzo alle 0700 ed alle 0810 colazioni già fatta e via di pedali: si esce facilmente seguendo le indicazioni Pag, spesa liquida in un kiosk e su e giù tra le boscose colline.
Un’ora basta per arrivare a Ljubac (0910, km4199) dietro la quale già si intravede il forte contrasto tra le sue pendici erbose ed il bianco lunare della penisola sullo sfondo.
Raggiungo il bivio Pag-Razanac (0940, km4203) e procedo verso nord-ovest iniziando a percorrere la penisola di Pag, immergendomi nel suo incredibile paesaggio, quasi monocromatico: rocce, sassi, ciottoli, sabbia, tutti in gradazioni del bianco, tutti abbacinanti nel sole.
Nei pressi di Oirtyska (1040, km4221) inizia una zona acquitrinosa, con le tipiche geometrie delle saline.
Passo il bivio per Povljana (1105, km4227) e procedo nell’umida valle chiusa tra le bianche dorsali: un’ampia distesa di saline ed un bacino precedono la cittadina di Pag (1135, km4235) dove sosto una ventina di minuti, girando per le viuzze e facendo un po’ di merenda.
Esco da Pag sulla lingua di terra che unisce le due dorsali, poi la strada impenna: inizialmente la salita è nella media, poi sfodera un buon 8%, a tratti abbondante, che mi porta a scollinare solo molto sudore più tardi(1220, km4240)!
Si scende sul lato opposto della cresta, ricoperto di bassi e fitti arbusti, ma a Simun il famigerato 8% si ripresenta spietato (1250, km4249). Ovviamente giù di nuovo, questa volta in una zona in cui capre e pecore possono pascolare: è la zona di Kolan, il paese del formaggio migliore di Croazia, mi dicono.
Nella zona di Novalja (1325, km4259) torna la pineta mediterranea e con essa il frinire incessante delle cicale, che tra le sterili rocce non trovavano ambiente favorevole:
la zona è invece favorevole alle salite!
Tra lunghissimi muretti a secco e brulli pascoli, il 9% è subito servito (km4262): si scollina e subito si risale, stavolta al 6%.
L’ultima, decisa, discesa conduce a Zigyen, all’imbarco del traghetto (1355, km4267) che mi salpa davanti mentre faccio il biglietto.
Prendi un radler ed aspetto all’ombra.
Un’oretta scarsa da ammazzare, ed alle 1500 si salpa puntuali: quindici minuti di traversata ed ecco Prizna e la brutale salita che mi riporta alla strada costiera (1545, km4270). Mezz’ora a pestare sui pedali, tra l’onnipresente 8% ed i suoi fratelli maggiori: mi sto sciogliendo sulla bici, ho solo la borraccia d’emergenza e non ho pranzato… Fortunatamente all’intersezione con la principale, dei ragazzi danesi in panne mi regalano una bottiglia di similgingerino o che ne so, che anche caldo mi pare buonissimo!
Rinfrancato dal liquido misterioso riparto, finalmente in quota e col mare a sinistra, fondamentalmente in falsopiano per poi godere di un po’ di discesa (1625, km4799) e giungere al bivio per Jablanac, il traghetto verso Rab che non prenderò (1635 km4283)!
Ancora via di pedali ed ecco quattro scalmanati a bordo strada, con megacassa sparacchiante technomusic, agitare un cartello “Free Beer” (1710 km4295): inchiodo subito, eccheccazzo!
I ragazzi sono di Stuttgart, in ferie qui a Starigrad, ed erano intenzionati a rifornire di birre i partecipanti francesi ad un giro d’Europa in Peugeot 205 (infatti ne ho viste un casino): hanno avuto poca fortuna, per cui decido di aiutarli e mi fermo con loro un buon quaranta minuti a sparare cazzate e bere birra fresca. Per buona misura mi regalano anche due bottiglie d’acqua: danke schon, giovani tedeschi folgorati!
Dieci alle sei e riparto, per imbattermi poco dopo in alcuni dei sunnominati cugini d’oltralpe: tre equipaggi erano impegnati a farsi i selfie, e stanno per ripartire.
Col cavolo: prima un selfie assieme a me!
Un po’ di cavolate dopo è ora di aurevoirmesamis e bonvojage ma la mia corsa dura poco: la prima locanda che vedo da Pag appare dopo una curva nei pressi di Lukov (1820, km4302)… è ora di merenda!
Primo, secondo, dolce e due radler dopo mi sento meglio: 1925 e si riparte, questa volta con una vera discesa, che in dieci minuti mi fa guadagnare nove chilometri (1935, km4311)… che figata!
Poi è il solito su e giù serpeggiando lungo calette ed insenature, ormai all’altezza della punta nord di Rab: raggiungo la periferia di Senj e poi all’uscita della cittadina ecco un autokamp.
Mi fermo a chiedere: posto ce n’è, il prezzo è onesto… affare fatto (2020, km4322)!

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