theDesertSessions day10 Tamraght _ Imsouane, 103km 1530mD

Alla Agachill Surf House subito doccia, lavatrice, pulizia trasmissione, sonnellino: la terrazza è uno spettacolo, e scacciarmi è difficile!
Solo la fame riesce a farmi alzare: e cena sia. Passeggio nelle viuzze polverose scendendo alla principale per il mio tajine serale, poi tornando all’ostello sosta al negozietto per rabboccare la tanica per domani.
La sveglia suona alle 05.45, ed in breve sono pronto: passo a vedere se mi è stato lasciato qualcosa per colazione, e la padrona di casa è in cucina per prepararla!
Cazzarola, non posso certo andarmene!
Evabbè: di fatto la partenza slitta di un’ora, ma la colazione berbera ne valeva la pena, grazie mille!
Insomma ore 07.10 e si parte, scendendo alla principale e pedalando tutta la main street in direzione Agadir: raggiungo Aourir (07.25 km06) e, oltrepassata la città di un chilometro, abbandono la nazionale per risalire il profondo ed ombroso canyon scavato da uno ouadi.
Procedo in prevalente salita tra gli stretti paretoni, mentre sul fondo della gola si mostrano pozze d’acqua e macchie di palme: un bivio in discesa dove la valle si apre conduce al villaggio di Tamrout (07.45 km09,5).
Si continua a salire, il villaggio ormai alle spalle, ed il canyon punta ad est, contro il sole ormai alto, che evidenzia i velami di foschia che nascondono i palmeti e le linee montuose sullo sfondo (08.10 km15).
Ancora dieci minuti e, appena dopo Tadarine, di fronte al paretone che mi sbarra la strada ecco un bivio (08.20 km17 ): sono partito tardi, la salita è dura, il sole alto… mi fermo a fare il punto e a riconsiderare la tappa.
Dieci minuti e ho ricalcolato il percorso: risalgo il ramo sinistro della valle, in costante e dura salita, mentre le pareti si avvicinano… strada stretta, traffico zero, ultima rampa durissimo ed eccomi al valico (09.20 km29 790mslm 690mD)!
Esticazzi! Scollino ed inizio a scendere tra case isolate prima e villaggi poi, in strette volute e ripidi drittoni, la valle che si allarga sulla destra.
È meno verde dell’altro versante, più secca e a tratti bruciata: un primo bivio importante (09.30 km26), poi un’altro, e si scorre ormai sul fondovalle… preannunciato da un parco acquatico ecco Imi Ouaddar e, subito dopo, l’asfalto della RN1 (10.05 km 40).
Bè, è meno trafficata di quel che temevo, e c’è anche una sorta di corsia laterale: via verso nord, allora, srotolando curve lungocosta con ampie aperture su spiagge, ombrelloni e “pinete” oceaniche.
In prevalente saliscendi giungo in breve alle primeve grotte de Cap de Ghir (10.40 km51,5) dalle quali giungere al capo vero e proprio è questione di poco!
Lascio la nazionale per una sterrata, ma non è proprio un’ideona: il fondo di grossi sassi mobili è un fastidio, ma i cocci di bottiglia ovunque un pericolo (10.45km53)!
Un ultimo tratto in salita a spinta, per sicurezza, ed ecco il Phare de Cap de Ghir (10.50 km54,5 820mD): fine prima parte, punto mappa e ricalcolo seconda parte della giornata!
Quindici minuti e ci sono: contatori azzerati, nuova traccia e si riparte, mentre finalmente il sole si fa vedere (11.05).
Giusto venti minuti per giungere alla baia di Tamri (11.25 km09), che costeggio con un’ampia curva in salita ammirandone il fondo coperto da palmeti bananieri, e traversare poi l’animato villaggio omonimo, dalle griglie fumanti (11.40 km14).
Giusto un chilometro dopo Tamri si sale duramente, lasciando un piccolo promontorio sulla sinistra (12.05 km19): la strada impenna e si sviluppa a tornanti, decisa a raggiungere l’altopiano, seminascosto dalla foschia, che torreggia sopra la costa semidesertica.
Non concede tregua, la salita, e le ampie volute scavate di fresco nella roccia si avvitano verso l’alto: la temperatura è spettacolare, rispetto alla parte desertica ormai alle mie spalle, ma l’umidità dell’oceano esige comunque un prezzo da pagare!
La camicia è zuppa, così come i pantaloni, e sgocciolo sul manubrio: miracolosamente uno spiazzo a bordo strada offre caffè, biscotti e succo d’arancia!
Una pausa si impone: biscotti da una baracchetta, caffe americano dall’altra, ma succo niente, sorry (12.45 km 27)!
Quindici minuti di pausa con vista e tocca riprendere: un paio di chilometri ancora e si giunge alla spianata… il grosso della salita è finito (km29)!
Si bordeggia su e giù sull’altopiano, costeggiando acuni borghetti: il caldo si fa sentire, ed avrei anche fame! Un parcheggio con café e superette offre pure un po’ d’ombra, oltre ad officina meccanica e moschea: mi accontento del café (13.35 km36)!
Meritatissima sosta nei pressi di Asaka, quindi, godendo del fresco… pure eccessivo! Il vento mi incolla la camicia fradicia alla pelle, e dopo i primi momenti di piacere comincia a diventare fastidioso!
Faccio fuori il bottiglione di Fanta Lemon, un pacco di wafer ed una stecca di cioccolata: ultimo assalto, si riparte (14.10 )!
Momento di paura quando, sferragliando, la catena salta fuori verso l’esterno, ma inchiodo al volo sganciando i pedali e sistemo tutto… brivido!
Ok, si va sul serio: un paio di chilometri per riguadagnare la quota persa ed eccomi in falsopiano (km38,5): alcuni ampi curvoni tra i numerosi alberi che non riesco a riconoscere, torti e spinosi, ed al bivio si risale in direzione Imsouane (14.30 40,5).
Raggiungo un bel punto panoramico sulla costa e ne approfitto per rifiatare un attimo: la piccola surf city è perfettamente visibile là sotto (14.55 km45)!
Giù in picchiata, allora, con camicia sbatacchiante e sudore che gela sulla pelle: entro nella cittadina e, dopo un paio di centinaia di metri, inchiodo coi freni fischianti di fronte all’Emallayan hostel di Imsouane (15.05 km48,5 710mD).

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