Dìa28 21/07 Portomarin – Palas de Rei (23km, -66)
e infatti mangiare il minestrone non è stato facile: un albergue da centodieci e passa posti, fornito di cucina ma non di piatti, posate e bicchieri! epiche lotte per accaparrarsi un paio di piatti e scambi tipo “se ti do questa pentola mi dai due cucchiai?”, ed in qualche modo ci sediamo a tavola. il minestrone è buono, e sarà quasi un litro: per fortuna, cosi reintegro un pò di liquidi, che, come al solito, camminando non bevo (ok, mi sono fatto un paio di birre lavorando al computer).
bon, lavato i due piatti (molto richiesti, tra l’altro), si cazzeggia un poco e poi in branda: incredibile, sono solo le 22.45! mai cosi presto, credo.
ma c’è un motivo: sveglia alle 05 per favorire una partenza di cui non provare vergogna!
in realtà alle 04.30 i primi pellegrini entrano in fibrillazione, ed alle 04.45 alziamo il culo pure noi.
alle 05.40, siamo dunque in grado di partire: è buio, e si deve camminare alla luce delle pile frontali. la luna è piena, ma le nuvole la nascondono: il sentiero si infila presto in un fitto bosco di querce ed il buio ci avvolge.
si cammina in salita, fino ad uscire su di un poggio spoglio d’alberi, dove si fa strada un po di luce.
poi la carretera, e, complice l’ora, ormai la frontale non serve più.
alle 07.40 ci fermiamo al bar di Castromaior per la colazione del pellegrino e dopo la mezzora canonica ripartiamo.
non abbiamo percorso che 7 o 8 km, ma la mia giapponese preferita già appare affaticata e dolorante: le propongo di abbatterla con un colpo alla tempia tipo john wayne con il suo cavallo nei film western… sembra non apprezzare, chissà perché?
alle 09.40 già un’altra sosta si impone, sia pur breve… dopo un quarto d’ora si riparte.
comunque, chiacchierando con un tizio qui ed uno là, il tempo passa ed inganno il passo troppo lento (angelo, in marocco, lo chiamava “il passo della vacca stanca”).
in qualche maniera si arriva così a Palas de Rei alle 11.30, e belli belli si mettono gli zaini segnaposto nella fila canonica che serpeggia a lato dell’albergue municipal: vado a comprare il necessario per i panini e poi facciamo merenda e due chiacchiere per ingannare l’attesa.
apertura delle porte e trafila relativa alla registrazione dei pellegrini, poi doccia eccetera eccetera.
prendo la azusa per i capelli e la trascino al centro de salud per farle dare una occhiata, così le trovano una simpatica infezione alla zampa destra: cazzo, le mancava solo quella! ti credo che dura fatica a camminare! ok, in qualche modo la sistemano, e chissà che domani stia meglio e si riesca ad essere più operativi…
nel dubbio io ho chiamato un albergue privado ad Arzua ed ho prenotato due letti: mi sa che la giornata sarà lunga, anche se la distanza non è certo proibitiva (30km)… non mi sorride l’idea di farmi una decina di chilometri alla ricerca di un posto letto, magari trascinandomi dietro una cuoca giapponese dolorante!
il tam tam del cammino ha trasmesso la notizia di una compagnia di centosettanta messicani e di altri grupponi che puntano verso Santiago: già arrivare alle 12 (gli albergue aprono alle 13) è un rischio, figuriamoci più tardi, accompagnando poi una persona dolorante e zoppicante!
oggi si andava a velocità dimezzata, e solo la partenza prematura ci ha salvato: se domani sarà’ così, prevedo l’arrivo dopo le 14… no, meglio andare sul sicuro, più di 30 km non si può.
ok, dopo la parentesi ospedaliera, di ritorno all’albergue, ho assistito ad una lezione di Kip, il sosia di Walkertexasranger, professore universitario della Virginia che insegna filosofia e storia delle religioni: ne ho approfittato per collaudare il mio inglese, e ascoltarlo mi ha molto divertito. sembra proprio un tipo in gamba… poi ci siamo salutati, ci si rivede a Santiago.
ok, ora di pensare alla cena… ciao