Dìa22, Sabato 04 luglio, Tabara-Calzadilla de Tera, 33.5km
La cena di ieri era anche buona, ma risentiva della vicinanza con il Portogallo (teoria di Luca): porzioni misurate, pane ed acqua al risparmio… alla fine avevo ancora fame, ma il paese non aveva molto altro da offrire: tocca andare a letto dopo aver mangiato un gelato al cioccolato veramente striminzito.
Sveglia con incazzatura incorporata: stamattina hanno deciso di fare un sacco di casino, di parlare a voce alta e di accendere la luce… risultato: mi alzo mandandoli a cagare, mi preparo, e poi mi tocca aspettare fino alle 06 che ci sia quel minimo di chiarore per partire.
Si esce dall’albergue e dal paese seguendo i segni scoloriti ed un po’ equivoci, poi si calpesta la carretera, lasciandola quasi subito per un lungo rettilineo di morbido e polveroso sterrato rosso che, di filato, porta a Villanueva de las Peras, frutto di una deviazione che ha escluso dal camino il paese di Bercianos: la guida lo dava infatti come prima meta della giornata, le frecce, invece, ci portano fuori di 1km abbondante per ributtarci, dopo la sosta al bar Mona (café con leche y tostada), sul camino… perfida manovra del barista per acquisire clienti? Potrebbe essere, non è la prima volta che ci parlano di frecce cancellate o aggiunte per dirottare il traffico pellegrino da un paese all’altro… e sembra funzionare, dato che arrivano anche Luca e Yvonne. Gli alemanni no, che seguono alla lettera la guida che, con teutonica precisione, segna le svolte e le distanze senza pietà o comprensione per i baristi spagnoli.
Comunque sia, riguadagnata la via principale, si va per la comoda sterrata tra odorosi cespugli ed arbusti, in allegro saliscendi, per inoltrarsi nella valle del rio Tera. Si raggiungono così Santa Croya e, stranamente attaccato, Santa Marta, importante tappa jacobea in quanto custodisce la più antica immagine scolpita di Santiago pellegrino: la custode quasi mi rapisce per sellarmi la credencial ed illustrarmi le particolarità della chiesa. Dopo la sosta contemplativa ed aver salutato gi alemanni, piombati sul paese seguendo l’infallibile guida lungo l’antico percorso, si riparte seguendo le anse del fiume Tera, che si addentra in una zona di marcite e pioppeti, molto simile ai fontanassi di casa nostra.
Il sentiero scorre così tra gli ombrosi filari dei pioppi, sonori del canto degli uccelli, e nella frescura è piacevole e facile camminare. Si passa il fiume su di un ponte cambiando riva e si prosegue fino al paese di Calzadilla, meta della giornata: stando alla guida, dispone di un buon albergue, ma non della possibilità di mangiare… Verifico con un paio di indigeni, e risulta vero: per cena occorre andare nel paese qui vicino, a 1km o poco più… bhe, intanto entro e mi faccio la doccia, poi vediamo. Arrivano Rikard e Ebhardt, già noti come gli alemanni, e io lavo e appendo le mie robe, curo le zampe, cazzeggio un po’ ed ecco i milanesi.
Poi un po’ di diario, dopo cena vediamo: il ristorante nel paese limitrofo sembra avere il wiffi (versione spagnola del wi-fi)!
Eccomi qua: dormito fino alle 20 (vergogna! Ben due ore!) e via, al ristorante che ho prontamente prenotato per telefono, che sta un buon chilometro più in là… ci danno da mangiare richiamando la cuoca, che è ad un matrimonio, ma che, tra la cerimonia e la cena, ritorna per prepararci qualcosa! Brava! Mangiato bene, e mi hanno offerto pure il bis, che hanno capito che non mi bastava… poi mi sono fatto un orujo e due gelati extra, che ho veramente fame!
Adesso sono collegato per controllarmi online la logistica delle tappe, che domani è domenica e mangiare nei paesini è difficile, si trova tutto chiuso da ste parti! Bon, ho ripianificato il percorso, e chissà di aver imbroccato la soluzione giusta… sono rimasto solo io, qua al bar ristorante, ed è ora di levarsi dalle palle, che sono le 23… Buonanotte!