Alta Via del Granito day02 Malga Conseria _ Malga Sorgazza, km16,5 980mD+

Notte tranquilla sotto al piumone, sveglia alle 06.00… ma a che serve, se la colazione è alle 07.00?
E quindi poltrisco un po’ prima di smantellare yogurt, panini con la marmellata, ciambella, toast, tè e caffè: poi preparo lo zaino et voilà, 08.15 si va!
La giornata è bellissima, sole e cielo terso: risalgo i pascoli umidi di rugiada fino al bivio per i laghetti e più su, fino a Passo 5 Croci (08.35 2018mslm): qualche foto alle creste che fanno da sfondo al prato verde e si sale lungo il sentiero che si snoda tra larici e rododendri, guadagnando una panoramica posizione sopra al laghetto di Lasteati.
Via sempre in salita tra i pascoli sommitali punteggiati da rocce granitiche, a raggiungere una bella vallata solcata da innumerevoli ruscelli, dove il sentiero è proprio a bagnomaria!
Scendo sul versante opposto, calando su di una verde ed umida valletta (09.25 2090mslm) traversata la quale risalgo a forcella Magna (09.30 2117mslm).
Breve sosta, faccio il punto e giù a perdere quota sul sentiero 380, solcando una scorbutica pietraia in decisa discesa sotto ai paretoni stillanti acqua, dove il sentiero si fa meno roccioso ma decisamente zuppo e fangoso.
La risalita è pure più violenta, e tra prati scoscesi, placche di granito e onnipresenti rivoli d’acqua, riguadagna spietatamente quota senza lasciar tempo di fiatare, la massiccia sagoma della Cima ad incombere nuda e verticale.
Il Vallone Occidentale riserva un ultimo ostacolo: un lungo e stretto nevaio, percorso a tratti da una dorsale granitica, che conduce a Passo Socede (11.30 2581mslm).
All’ombra tra Cima d’Asta e Cima Socede tiro il fiato ed un sorso d’acqua, qualche foto e si riparte.
Traversata in quota tra i lastroni di ruvido granito e, girato l’angolo… il lago di Cima d’Asta è ancora ghiacciato! Elamadonna che spettacolo!
Foto a manetta sull’anello di neve che circonda lo specchio d’acqua screziato di bianco, grigio e blu, cui fanno da scenario le scure rocce strapiombanti.
Raggiungo il vicino Rifugio Brentari proprio all’ora di pranzo (12.00 2480mslm) e, come previsto, birra e cibarie, grazie!
Uova, speck, patate, birrotta e caffè.
Un po’ di cazzeggio, che tanto è presto ed in Cima non salirò: chi ci ha provato sta tornando, e riporta di troppa neve e necessità di ramponi.
Anche Emanuele, la guida del rifugio, sconsiglia l’ascesa: poco male, già fatta parecchie volte e, in alternativa, farò la variante del Passetto, che dovrebbe essere panoramica.
Allo scoccare dell’ora vai che si va: sono le 13.00 ed imbocco il sentiero 386, tra placche e rocce in leggera salita, per poi piegare in discesa e risalire verso l’evidente intaglio della forcella, mentre le nuvole salgono veloci a nascondere la vallata sottostante e le creste di fronte.
Evito stando sulle rocce a destra il nevaio che scende dalla sella ed eccomi al Passetto (13.25 2409mslm), coperto di grigia ed umida ovatta: panorama non pervenuto.
Ok allora, giù con visibilità minima tra ghiaie e sfasciumi, poi su erti pascoli, in continuo saliscendi, anche con forti strappi, attorno ai 2400 metri di quota.
Alle 14.00, sui 2480mslm, il sentiero affianca un torrentello tra massi erratici e verde erba, lo traversa e risale, giocherella un po’ con la quota e poi guadagna, verticale su fondo infido, uno scosceso intaglio (14.40 2480mslm) da cui mi calo un po’ a circumnavigare una crestina esposta per risalire ad una pala erbosa da cui, seguendo la cresta in discesa tra le nuvole, giungo al Monte Coston (15.00 2017mslm).
Tra borraccia e barretta, una veloce schiarita permette di vedere, 600 metri piu giu, il parcheggio dove il furgone mi aspetta.
Quarto d’ora canonico e, adesso su sentiero dal fondo molto più regolare e stabile, ma sempre sospeso tra le nuvole, la discesa serpeggia veloce abbassandosi verso la quota di larici e rododendri.
Quando il 386 entra tra gli alberi la visibilità, finalmente, migliora: l’acqua continua ad incrociare il cammino del viandante e precipita verso il fondovalle dove, impetuoso, rugge un torrente bianco di spuma.
Lo attraverso su un ponte di legno
(16.15 1510mslm) e, in un attimo, eccomi sulla forestale che, dapprima cementata e poi sterrata, mi porta a chiudere l’anello: in discesa costeggia il torrente e poi il cimitero del battaglione Valbrenta… qualche passo sull’argine del laghetto ed eccomi di fronte a malga Sorgazza (16.30).
Bel giro, di granito… e d’acqua!