Traversée Corse Day06 Calvi_Saint Florent 130km 1900mD

Collaudata sveglia alle 07.00, ma la colazione è tra mezz’ora, quindi si fa con calma: svuoto il buffet come da tradizione, finisco di preparare il mezzo ed eccoci, si parte nel fresco del mattino!
08.30 e resto parallelo alla costa su strade secondarie e poi su bella sterrata nella garrigue, che porta tra i vigneti: purtroppo nei primi chilometri la traccia studiata sull’app rivela un paio di criticità… mappa alla mano improvviso un detour e risolvo, ma mi costa un po’ di tempo e di pedalate in più.
Riesco comunque a bordeggiare l’aeroporto ed agganciare, oltre Suare, una strada tra campi e fattorie che mi riporterà in traccia (09.30 km14,5).
Ovviamente sul lato in ombra, risalgo quindi la valle, chiusa da colline dalle sommità rocciose, il fondo ricoperto da pascoli e ulivi, o dalla garrigue.  Un secco tornante a destra per tornare al sole (09.50 km20), con lo sguardo alle vette innevate che sbarrano l’orizzonte verso est: oltre il crinale ecco un’altra vallata, con i villaggi dai comignoli fumanti a fare un po’ di effetto presepe… sarà la suggestione natalizia!
Passo dunque i borghi di Moncale, il più piccolo (10.00 km 21,5), Calenzana la più grande (10.05 km23,5), Zilia dall’acqua rinomata (10.35 km30,5), Montemaggiore sullo sperone (10.55 km35), e proseguo a scollinare tra muretti a secco (11.15 km39) per ritrovare la D71 a San Cesareo (11.20 km42,5).
Si pedala ora a mezza costa, circumnavigando la vallata di Avapessa: il paese rimane sotto la strada verso valle, in lontananza spicca un lago dalla forma a mezzaluna molto panciuta, probabilmente una vecchia cava.
Seguo l’asfalto bordato di castagni ed ecco Felicetu, lungo e deserto (1145 km50), e poi il bivio per la ancor meno principale D663 (1155 km53,5) che resta in quota tra i pascoli alti ed i roveri e poi impenna per agguantare il nido d’aquila di Speluncatu (12.10 km57), da cui, ormai, si può solo scendere.
Precipiti e stretti tornanti per riagguantare la D71 (12.20 km61), ora in falsopiano e poi giù a bomba fino a Belgodere, piccolo borgo dalla bella piazzetta rumorosa di chiacchiere da bar (12.40 km69): ne ignoro il richiamo e sterzo duro verso l’alto sulla T301 diretto senza paura alla Bocca di San Columbanu (13.30 km76,5).
Eccomi sul passo deserto, il mare a sinistra e le vette bianche di neve a destra: giusto qualche foto e via a seguire, in favore di gravità, l’angusto e consunto nastro d’asfalto che copia il corso dello stretto torrente.
La valle inizia ad allargarsi, le pendenze si fanno meno scoscese e c’è giusto qualche vacca da schivare, o a cui inchiodare vicino, prima di riprendere a spingere sui pedali: la strada prosegue a fondovalle lungo il torrente in direzione Ponte a Leccia, io invece mi muovo verso il versante sinistro, in direzione Novella, sulla decisamente trascurabile D12 (13.45 km83).
Proseguo a mezza costa spezzando tra i pascoli punteggiati di ruminanti e muretti a secco: al un paio di chilometri e la strada passa sopra ad una galleria ferroviaria, da cui continuo a salire su asfalto rovinato, circondato dai corbezzoli.
Mille metri ancora ed ecco un bivio tra una forestale, che scende da destra, e l’asfalto che prosegue in discesa a sinistra, nella garrigue: una croce in ferro domina il piccolo incrocio, sullo sfondo le rocce rosse a picco sul mare.
Bè, visto che sono le 14.00, pausa!
Culo sulla pista sabbiosa, panino risultato della spesa di ieri, barretta al caramello, mezza borraccia, via che si va: 25 minuti e pedalare!
Un paio di strati per sopravvivere alla ombrosa, fredda e scassata discesa: 87km e, curva secca, ritrovo la ferrovia… anzi, è una stazione quella?
Boh, così pare ma non freno per controllare: in breve però eccomi a Novella (14.30 km89), che non pare sta gran metropoli, anche se è seguita da una ola di fichi d’India da invidia… sono ovunque!
Tratto molto wild, quasi un deserto verde di soli arbusti attraversato da una pista cementata; poi un ponte, una inversione ad U, ed ecco spiana tra muri e casere (14.50 km97).
Risale (15.00 km101) e porta ad attraversare la trafficata T30: prendo la secondaria in direzione Saint Florent dove nessuno mi vuole morto.
Ovviamente c’è un prezzo: è in salita.
Non è niente di terribile, comunque, ed eccoci qua: non so se abbia un nome, ma sulla cartina è il passo sotto la cima di U Pesu (15.45 km108 quota 310mslm).
Ed uno pensa: adesso si scende!
Eh no, non proprio… anzi, un po’ si sale…
Ho fatto l’errore di rivestirmi, e sudo come un maiale: un po’ in piana, un po’ in salita, qualche illusione di discesa… poi ecco, isolata a guardia del deserto vegetale di Agriates,  casa Baccialù (16.00 km112).
A Casta Osteria (16.20 km118)  la strada sembra scendere con un po’ più di decisione, anche se a scalini, alternando alla perdita di quota tratti in piano con alcuni in leggera salita… sulla sinistra lo sguardo corre sempre alla desertica zona arbustiva rocciosa di Agriates.
Per fortuna gli ultimi chilometri sono discesa vera, e posso così giungere in riva al mare, alla famosa località turistica di Saint Florent, quando ormai la luce si affievolisce (16.45 km130 1900mD).

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