MediterraneanConnection2021 Day26 Belorado _ Villalcazar, 134km 1263mD
Una compagnia eterogenea e rumorosa, come è giusto che sia: ormai che son qua, mi ci fermo!
Sergio il valenciano, Manuel l’asturiano, Guillem il catalano, il Basco, Fabia ed Erica dall’Italia: bella compagnia!
Mentre scrocco lavadora e secadora loro preparano la cena ed estendono l’invito al sottoscritto: bravi, bella mossa!
Si cena in rumorosa allegria, ma vanno tutti in branda verso le 22.30, che partono alle 05.00… notte, fioi!
Io invece sveglia 07.30 e poi routine del mattino: anche oggi bello fresco, al punto da tirar fuori il merinos, vedi te!
Poi si parte in cerca, ovviamente inutilmente, di colazione nel pueblo: allora via ed ecco Tosantos (km05) e poi Villafranca Montes de Oca (09.10 km12.5) dove Enrique el peregrino con il burro Chico stanno facendo colazione: mi unisco a loro per due chiacchiere ed un panino con jamon serrano.
Solo venti minuti, però, che riparto a bomba per affrontare i Montes de Oca, antico spauracchio dei pellegrini causa lupi e briganti: oggi a far paura, più prosaicamente, son le salite!
Me le ricordavo peggio, comunque, sarà che all’epoca li ho fatti con la nebbia: pendenza sì, a tratti fondo al limite, pedalabilità 95%… si fa, si fa!
Una volta in altura, comoda e veloce pista forestale tra i pinares: divertimento a tutto gas, si frena solo per un saluto e due parole con gli amici di ieri sera, che procedono sgranati verso Atapuerca.
L’ultimo è proprio Sergio: saluti e Buen Caminos e poi giù a bomba a San Juan de Ortega (10.30 km25) dove, come minimo, una cerveza y limòn è d’obbligo!
Giusto dieci minuti e rieccolo pedalante: ad Ages (km28.5) si fa giusto un po’ di carretera fino ad Atapuerca (11.00 km31) dove inizia un duro sterrato, in forte salita e dal fondo roccioso, che mi obbliga ad un 50 metri di hike-a-bike per conquistare il Pico Matagrande (1082mslm 11.20 km33): foto con la croce “di vetta”, breve tratto di prateria e poi discesa assassina fino ad imbroccare la carretera (km36) per giungere a Cardenuela (11.40 km38) e, con 5km in più, Vilafria (11.55 km43) dove, purtroppo, si percorre per un po’ la carretera general e si giunge alla periferia della città, il cosiddetto poligono industrial.
Ricordo di averlo percorso tutto, però ho un’intuizione e scarto a sinistra su un duecento metri di ciclabile che muore a lato della ferrovia: boh, io costeggio e salto fuori sull’argine del fiume, ed in breve pedalo nel bel parco urbano di Burgos!
Raggiungo il centro storico in breve (12.30 km52), scatto qualche foto, gironzolo un po’ ma ne esco in breve, diretto a Tardajos (13.20 km64) per entrare nella zona delle mesetas e poi fermarmi ad Hornillos (14.05 km74) per un meritato menù!
Azzero i contatori e mi godo il pranzo ed un po’ d’ombra, mentre il sole si fa sentire: poi è ora di tornare in sella… il bello arriva adesso!
15.20 e si va ad affrontare le mesetas, le piatte e secche colline coltivate a grano incubo dei pellegrini: si sale per ripide sterrate ghiaiose e polverose in cima alle alture, poi si attraversano i desolati altipiani e si scende a bomba. Ripetere. Ripetere ancora.
Il pueblo di Hontanas appare dal nulla, emergendo dal grano come per magia all’ultimo istante (16.00 km10,5), poi discesa tecnica su fondo sconnesso e fichissimo single track tra i campi di grano fin quasi i ruderi di San Anton (16.25), antica cattedrale sotto il cui portale passa ora il nastro d’asfalto della strada.
Dieci minuti ed il paesone in pietra bianca e gialla di Castrojeriz, dominato dai ruderi dell’antico castello, si profila all’orizzonte: lo si percorre per intero (16.35 km19) e poi si torna tra le mesetas, con una salita severa del 10_12% (km23) di 1km, dopo la quale la collina spiana e torna pedalabile con più facilità (17.10).
Ci si diverte ancora fino alla Ermita di San Nicolas (17.30 km29,5), tutt’ora gestita da hospitaleros italiani con cui chiacchierare un po’, poi si attraversa l’antico ponte ed ecco in cinque minuti Itero de la Vega: siamo in provincia di Palencia!
Via sempre fino a Boadilla (18.20 km40) dove mi concedo un 15 minuti di pausa prima di agganciare l’argine, sempre sterrato, del Canal de Castilla, qui fresco ed ombroso.
La si segue senza tema di sbagliare fino alla chiusa, di francese memoria (km45), dove si accede all’asfalto e, in breve, a Fromista (18.55 km46).
Qua si conclude questa bella e divertente cavalcata offroad: anche se la trasmissione soffre e cigola, è un tratto troppo figo!
Una volta sulla carretera, non resta che seguire l’ovest, ed in breve, con ritmo fluido e costante, si arriva ad inchiodare la due ruote a Villalcazar (19.30 km60)… ora di doccia e cena!