Dìa14, Venerdì 26, Aldeanueva-Calzada de Bejar, 22,5km

 

plata_062609_1006Sveglia tardiva, che tanto c’è poca strada da fare. In più i primi chilometri sono su asfalto, e preferisco camminare in piena luce, che non voglio lasciarci la buccia.
Dura la partenza del mattino. I piedi, testè traforati e betadinizzati, dolgono molto e camminare normalmente risulta difficile. Bisogna concentrarsi parecchio per imporre al piede una rullata naturale, il consueto movimento di tutti i giorni: è importante perché appoggiare innaturalmente le estremità comporta la possibilità di sviluppare principi di infiammazioni tendinee o crampi, cose certamente da rifuggire.
E quindi grande attenzione e lentezza dei movimenti, per scaldarsi gradualmente poi, una volta in temperatura, si può cambiare marcia…
Comunque da segnalare il drastico cambio di temperatura, causato anche dal vento che da nord si incunea tra i Gredos e i monti Pinajarro, spazzando il solco vallivo in cui il vostro viandante si è incamminato. Non fosse che, assieme al resto della roba inutile, la felpa giace in una sacca stagna sul fondo dello zaino…
Incurante della pelle d’oca, timoroso per il traffico e, soprattutto delle vesciche in agguato, inserisco il turbo ed eccomi già superoperativo: da Aldeanueva si esce diretti sulla carretera (sono le o7) e non la si molla più: prima si raggiunge Banos de Montemayor (sono le 08.30) dove faccio colazione e la revisione ai piedi (e che lascio alle 09.15 sulla calzada romana restaurata), poi si arriva a Penacaballera e tra un po‘, finalmente, si può lasciare l’asfalto maledetto.
Alla faccia dei primi km, sono 15 su 22!
Da segnalare che, dopo Banos, si passa il confine tra Extremadura e Castilla y Leon.
Un vecchietto mi aspetta seduto su un masso, dopo Penacaballera, dove la strada bianca ha inizio: mi saluta e mi stringe un braccio con le mani forti e segnate dal lavoro dei campi… mi confida di fare questo giro ogni mattina ed ogni sera, per rinforzare l’appetito e mangiare più di gusto. Mi saluta e mi augura buon viaggio.
Finalmente il sentiero! Tra castagni e faggi, muretti e cespugli, si entra in una valle incisa da un allegro torrente, fino a raggiungere, in discesa, il ponte della Malena, che scavalca il rio Cuerpo de Hombre. Nei pressi un bovaro punk (cresta fuxia, piercing e tatuaggi, anfibi e cyberbraghe) ed il nonno barbuto, su un cavallo bianco, stanno radunando un branco di vacche.
Si riprende a salire, anche se con calma, sull’altro versante della valle e, con gran calma, raggiungo Calzada e l’albergue. Sono le 11.50: mi accoglie Alba, sui 10 anni… la mamma è fuori, ma mi spiega tutto lei e mi fa vedere le brande.
Lavo le cose, stretching, e mi occupo delle zampe. Inietto e spalmo betadine, poi le metto al sole e ci resto fino alle 15.30, ora in cui arivano anche i milanesi. Mi sono rasato barba e capelli e vado in doccia, poi altro round di betadine.
Stasera a cena qua nell’albergue: passato di verdura (tre piatti e do ciope de pan), insalata mista e tortilla de patata, vino tinto e agua, helado al latte ma con retrogusto di ginepro… o almeno l’impressione era quella! Poi orujo al bar del paese.
Oh, da segnalare che oggi è morto Micheal Jackson! Ma me ne sono accorto solo stasera, dal telegiornale…
Fuori c’è un bel fresco, e ho riesumato la felpa dal fondo dello zaino: mi sa che anche stanotte si dorme bene!

 

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