theDesertSessions day12 Essaouira _ Safi 107km, 1000mD col cagotto e passaggio risolutivo finale!

Dopo una bella giornata dedicata a fare il bucato prima, e a visitare l’affascinante città di Essaouira poi, passeggiando nell’impianto fortificato europeo dai vicoli e dell’animazione inequivocabilmente levantini, è ora di barba, capelli, ripianificazione e relax.
Manca una buona cena in terrazza, e ci siamo.
Tutto bene, pronto per domani…
Notte terribile: minimo ogni mezz’ora mi alterno con una giovane coppia tedesca alla toilette, tra rutti, gemiti e flatulenze…. domani sarà dura!
Mi alzo comunque alle 06.00 ed in mezz’ora son pronto alla partenza: agguanto un caffè nero, al momento unica colazione disponibile, e via nella mattina caliginosa al 100% di umidità!
Due chilometri di stradine secondarie intersecate a novanta gradi ed ecco la RN8, pressoché deserta, che sale sul costone a dominare la baia.
Un tratto in falsopiano e, saltato lo spartitraffico, lascio la nazionale per stradine sterrate tra muretti e lottizzazioni (07.05 km07,5).
Basta poco per prendere quella che sarà l’unica direttrice di oggi, la Route Cotiere de Safi: cioè, la traccia che avevo preparato sarebbe un’altra cosa, ma viste le condizioni mi pare più saggio restare su questo bel nastro d’asfalto semideserto.
Ignoro quindi il bivio previsto e resto a pedalare nella foschia con visibilità a, forse, cento metri: dovrei poter vedere l’oceano, là sotto, e invece no (08.15 27,5km)!
Allo scoccare dell’ora una dura rampa mi mette un po’ in difficoltà: ho le gambe molli, senza forza (09.00 km40) e lungo la costiera, fino ad ora, solo complessi turistici, niente punti ristoro.
Un’altra ora e, finalmente, un chioschetto gestito da una serissima bambina sugli otto anni, dove mi bevo una Mirinda (10.00 km55).
Giusto dieci minuti e son in strada, a raggiungere il grosso villaggio di Sidi Ishaq, dove mi siedo all’ombra ad ordinare un tè: il barista mi da un cartoccio di spezie, curcuma credo, da mandar giù con la calda bevanda per aiutare lo stomaco: proviamo (10.40 km62)!
Mezz’ora e riparto, a coprire i venti chilometri che mi separano da Khemis Ouled Elaj, altro centro indaffarato, dove replico con tè e spezie (12.20 km82), cui aggiungo una visita alla toilette più piccola, buia e claustrofobica mai vista!
A Souira Kadima, grosso centro balneare (13.35 km90), gironzolo dieci minuti per trovare un posto all’ombra per le prossime due ore, e mi siedo sui gradini di casa di una famiglia, per la delizia del piccolo che mi bombarda di domande, purtroppo in arabo.
Mi fa compagnia un bottiglione di fanta lemon, con cui spero di sbloccare la situazione, ma nulla pare cambiare.
Con poco entusiasmo, ma si riparte: bisogna guadagnare quota (15.45)!
Ovviamente è una faticaccia, interrotta solo per qualche momento culo all’aria.
Sosta nello spiazzo di un distributore e si riparte (16.30 km98): mentre inizio a lasciarmi alle spalle impianti termici, fabbriche, siti di produzione, il traffico comincia a farsi più intenso e più aggressivo. Un paio di autisti un po’ troppo disinvolti mi buttano, di fatto, fuori carreggiata: mi rendo conto di esser troppo stanco e di avere i riflessi rallentati. Mancano poco meno di venti chilometri, tutti in zona industriale o in città.
Boh, provo: un lungo spazio ghiaioso si presta alla bisogna… Mohammed frena lungo e mi da un passaggio col suo furgone (17.05  km107)!
Per farci stare la bestia bisogna spostare un bel po’ di mercanzia, ma alla fine eccomi in cabina a tirare un po’ il fiato.
Il traffico è sempre più intenso e caotico, e si procede lentamente: alle 18.00 però la bici è sul marciapiedi poco lontano dal mio alloggio per la notte… merci beaucoup, Mohammed!

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