HeartQuakes day08 Amatrice _ Mascioni + 28km 1120mD
Sveglia alle 07.00, che la colazione a base di crostate multiple e biscotti caserecci sarà mezz’ora dopo: zaino pronto e, nonostante la timida pioggerella, si va.
Esco dell’agriturismo ed imbocco subito il sentiero in località Villa San Cipriano (08.30 993mslm): si sale lungo la mulattiera tra i muretti a secco, e tra bosco e prati si giunge al bivio di Serreripa (09.10 km02 1200mslm) da cui è facile raggiungere una radura tra gli alberi, il Malopasso (09.35 km03,2 1338mslm).
Attraverso l’asfalto e salgo ancora: il sentiero attraversa una radura, solcata da pecore erranti con pastore chiacchierone e cane timido, poi un bosco di conifere dai rami molto bassi… pioviggina tranquillamente mentre seguo la pista forestale che costeggia ad angolo la radura successiva, mentre due cowboys abbruzzesi avanzano tra l’erba alta (10.10 km05,5)
Duecento metri ancora e la pista confluisce in un’altra, gira ad angolo retto verso monte in falsopiano e si inoltra tra i roveri, lasciando il bosco di conifere alle spalle e sulla destra il rifugio delle Serre, in realtà un capanno che di sano forse ha il tetto (10.25 km06,3 1351mslm).
Salendo raggiungo una zona di pascolo, da cui esco nel punto più alto (11.00 km08,5) per entrare nel folto dei faggi, nel cui sottobosco la mulattiera si fa più pulita, almeno a tratti, ed inizia a scendere.
In località Macchie Ardenze (11.05 1488mslm) spavento delle mucche al pascolo e mi infilo lungo il reticolato, in un profondo fosso erboso in cui procedere è parecchio fastidioso.
Ne esco coperto di graffi, foglie, ragnatele e semini vari per poi inoltrarmi nuovamente tra i faggi (11.15 km09,5) dove muoversi è quasi sempre più agevole ed il sentiero è sporco in maniera intermittente.
Una sorta di schiarita sulla cresta rocciosa rappresenta un buon punto per sostare (11.25 km10,2): classico quarto di giro di lancette per mangiare un paio di biscotti della colazione e bere dell’acqua… riposate le spalle riparto in discesa sulle roccette e attraverso uno stretto fossato che scava un piccolo canyon: lo seguirò per un paio di centinaia di metri fino ad agganciare la mulattiera (km10,5) che mi porta verso la prossima meta, Campotosto.
La ghiaia lascia posto al bitume e, seguendo la main road, giungo alla piazzetta ed al bar: ostessa, una birra (12.05 km12 1410mslm)!
Rosicchio il panino pecorino e prosciutto, mangio un gelato e, dopo il caffè e la pedicure, è ora di azzerare i contatori e ripartire.
Un’ora e mezza e torno sui miei passi, risalendo la via principale: cinque minuti e si alza il vento, portando con sé delle raffiche di pioggia… approfitto di un angolo riparato per infilare il gilet e capire cosa succede.
Giusto dieci minuti di incertezza, ma non pare che la pioggia sia imminente: proseguo quindi verso il bivio da cui sono giunto, ma questa volta prendo l’asfalto alla mia sinistra, in direzione Mascioni.
La secondaria costeggia dei recinti guardati a vista e porta tra i pascoli a Collabate (13.55 km01,25 1464mslm), poi spiana e diventa strada bianca (14.10 km02): alla mia sinistra è già visibile la diga a nordovest del lago di Campotosto.
Giungere al Colle di Valle Bove (1561mslm) è un attimo e da qui
la mulattiera mi accompagna ad un panoramico pascolo sul Monte Cardito (14.25 km03 1592mslm): di fronte a me e sulla destra posso seguire con lo sguardo il percorso di questa mattina che nasconde, oltre il crinale boscoso a nord, Amatrice.
Osservando verso sinistra, invece, posso osservare il braccio nord del lago e la mia destinazione serale, sulla riva opposta del bacino.
Alle mie spalle, sulle montagne del gruppo del Gran Sasso, il maltempo sembra colpire duro: nuvoloni neri e scure cortine di pioggia si abbassano a coprire creste e pareti, mentre un vento freddo soffia nella mia direzione, sospingendole… bisogna muoversi!
Seguo i reticolati che delimitano un ennesimo pascolo in quota che culmina sul monte Coculle
(14.40 km04,2 1564mslm), da cui si inizia a scendere tra cespugli ed erba alta a nascondere il sentiero, secco e a tratti roccioso.
Via rapido in verticale discesa, ma il vento è stato piu veloce di me ed inizia a sferzarmi con le prime raffiche di pioggia: niente di grave, anzi un po’ di fresco fa pure piacere!
Si prosegue, quindi, ed in breve eccomi sulla strada asfaltata (15.05 km05,8 centro1297mslm): seguo a sinistra e, curvone e poi drittaccio, eccomi al borgo di Poggio Cancelli (15.15 km06,5).
Il giovane Gregorio, serio serio, mi viene incontro con la sua bici e si informa sulla mia destinazione e proclama “devi prendere la Biforca”.
Poi, guardando il cielo con fare grave, sentenzia “stanotte ne farà delle belle!”.
Bè, spero che il tuo vaticinio sia errato, o giovane menagramo!
Comunque sia, saluto e mi dirigo verso la diga, raggiungendo in fretta il bivio per il sentiero che mi porterà a scollinare (15.35 km08).
Le zampe distrutte si meritano una sosta ago e betadine (ed un sorso d’acqua per me), ma allo scoccare dell’ora si riparte: il tracciato, inizialmente erboso e sporco, sì infila in una valle seguendo un corso d’acqua e sale con decisione, a volte quasi a balzi sulle erte e scabre pendici.
È qui che mi raggiungono Pier e Camil, con le loro mtb al limite della pedalabilità: sosta a rifiatare per tutti e poi si riparte… lascio alle spalle il tratto roccioso in forte pendenza per guadagnare il costone erboso punteggiato dalla linea elettrica, dove si può salire più comodamente (16.30 km09,3 1500mslm).
Ancora un po’ di metri da conquistare fino al crinale, sospeso tra i due rami del lago, da cui si procede in quota tra gli ispidi pascoli (16.40 km09,9 1570mslm).
Attraverso la folta prateria arbustiva per sterzare poi ad angolo retto e scendere ad un fontanile, evidentemente molto frequentato, dove mi concedo un’altra breve sosta (17.10 km11,5 1540mslm).
Dieci minuti sono sufficienti: riparto e mi sparo un quarto d’ora di discesa su fondo abbastanza scorbutico che porta rapidamente a trovare l’asfalto che conduce in paese (17.35 km12,5).
A Mascioni mi dedico ad un po’ di ricerca: dove dormire, dove mangiare, se c’è un market aperto… faccio con calma, tempo ce n’è!
Provo a scendere al “rifugio” in riva al lago, ma vengo scacciato dalla kriptonite rappresentata dalla terribile trap (18.15 km14)!
Ormai sulla riva, seguo la strada per giungere al ponte: area camper, tende sulla riva, la Chioscheria ed il Ristoro del Porcello, maiale a km zero con self griglieria… c’è da avere dubbi (18.45 km16,2 500mD)???