Jour06 Saint Jean la Blaquière_Joncelets, 43km
Lunedì 11 Luglio
Cena a St Jean, seduti al tavolino in piazza: l’aria è fresca e si sta bene, peccato che la cucina da ste parti sia un po’ limitata… ci pensa la cameriera a ravvivare un po’ il morale: al momento del dolce le chiedo la lista e mi risponde “le dessert c’est moi!”.
Ma anca no! Certo, un po’ di annetti in meno…
Cmq è ormai ora del tagliando ai piedi e poi in branda, facciamo i bravi.
Sveglia alle 6 ed in strada alle 0640: bar chiuso (ma và?) e quindi niente petit dejuner: ho in programma la colazione a Lodeve, meta di ieri, a 13km da qui. Il sentiero è subito simpatico su fondo sterrato e veloce, a incrociare un sacco di strade e mulattiere dentro e fuori da ameni boschetti, ma i conti non tornano quasi da subito: dovrei passare x il villaggio di Usclas, e invece no; dovrei arrivare in fretta ad un bivio e invece ciccia. Quando ci arrivo, sorpresona: ho 11,5km e ne mancano 6 a Lodeve… totale 17,5 a casa mia, non 13. Ho beccato qualche misteriosa deviazione? Le guide sono davvero così inaffidabili? Boh, fatto sta…
Cmq son due ore che cammino, e sono in mezzo ad un bosco: decido di tirar dritto fino al paese x colazione, come previsto. Ci arrivo nel giro di un’ora, son le 0950, ma mi ci vogliono 30min x: scoprire all’ufficio del turismo che il camino previsto è crollato e che quindi devo fare una deviazione (ovviamente più lunga); trovare un panificio aperto. Sosta 20 con due salsicciotti ripieni di cioccolato ed un succo d’arancia, poi via. 1040, becco la deviazione e nel giro di un’ora, saltato un colle, rieccomi all’appuntamento meridiano con la garrigue! Merda che caldo! Sempre in salita sotto il sole, inforco poi una mulattiera dal fondo bianco che ti spara i raggi solari sul muso tipo specchio ustore: ombra non prevista, ragazzi, e niente aria. Si muore! Un paio di soste da 10 ed alle 1240, finalmente, l’agognato filo di cresta: da qua si scollina e comincia la discesa. La vegetazione cambia, si fa foresta di conifere, ma il caldo è sempre quello! Cmq giù e, incrociando varie strade e stradine e stradette e mulattiere, si perde quota serpeggiando fino a beccare l’asfalto che ci accompagnerà negli ultimi, fatidici, km. Fa così caldo che le suole segnano l’asfalto.. l’acqua è già finita da un pezzo ed a niente vale l’accogliente cartello “Avis a le pelerin, proprietè privèe, svp pas deranger” (che, tradotto dal francese aulico, grazie alle mie incredibili compentenze liguistiche, significa più o meno “fuori dai coglioni”): ho sete e voglio vedere se sti stronzi hanno un po’ d’acqua! Ma niente, cazzo. Allora un po’ di sosta all’ombra di un tiglio: il termometro sul tronco segna 30°… michia!
Ma su, via andare! In breve (si fa x dire) sono a Joncel e, sorpresa!, un gite è chiuso e l’altro al completo, ma i gestori sono così carini da offrirmi un’acqua e menta e da telefonare 2km più in là x sentire se hanno posto x me. E allora sì, vado a Joncelets, da Valèrie e Fred. . H17: acqua e menta, due chiacchiere, doccia e bucato e svengo sul letto, mi tiro su alle 1930. Poi la cena con un gruppo di belgi che stanno facendo un giro con gli asinelli: sono tre adulti, due adolescenti e quattro bimbetti, pensa un po’. Mangio come una bestia, e negli occhi di Fred passa l’idea di chiedermi un supplemento, credo! Poi ciacole e ci sono i piedi da riparare ed il diario da aggiornare…
Sul Cammino
Giornata pesante, comunque: in certi momenti puoi solo staccare la spina e fissarti un piccolo obiettivo: arrivo a quell’albero là; ok, adesso a quell’incrocio lì; no, non mi fermo fino a che non smette sta salita di merda! E via così… non è che si pensi tanto…
Oggi ho passato il tempo a canticchiare nella testa stupide canzonette, troppo impegnato a non crollare in mezzo al sentiero… spero che doman sia più fresco!
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