Day03 Santadi_Masainas, km29

Dopo una buona notte di riposo ed una bella colazione, puntuali alle 0800 ci lasciamo alle spalle la Casa del Cicloturista e l’abitato di Santadi per dirigere verso Santadi Basso: anche oggi è prevista tappa doppia, con una lunghezza teorica di 36km.
Visto che siamo in ferie, però, ci concediamo un iniziale taglio al percorso suggerito dalla guida ed andiamo ad intercettarlo all’altezza di Pani Loriga, evitando un largo giro e risparmiando un buon cinque chilometri. Attraversato il Rio Mannu, dunque, via subito a destra sulla provinciale 70 nel fresco del ventoso mattino ed alle 0835 eccoci ai piedi del sito archeologico della succitata fortezza di Pani Loriga, ovviamente chiuso.
Il percorso dovrebbe attraversare il sito: un occhio alla carta e procediamo dieci minuti lungo la statale per circumnavigare la collina e prendere a sinistra un bel tratturo tra vigne e pascoli, nel quale la traccia che scende dalla fortezza va ad innestarsi.
Risolto l’inghippo, basta camminare in amabile falsopiano o in leggera salita e godersi il bel panorama agreste ed il sole che si fa sempre meno timido.
Tre quarti d’ora e si inizia a scendere dolcemente ed in breve la sterrata cede il passo all’asfalto (ore 0930): ancora quindici minuti e riprendiamo la 70 in direzione Su Benatzu, cui giungiamo in poco più di un’ora.
Superiamo i ruderi della miniera e ci concediamo venti minuti di sosta al sole, ormai piacevolmente deciso.
Alle 1110 ripartiamo lungo la sterrata di fondovalle che costeggia e poi scavalca il
Rio Murrecci e proseguiamo in salita lungo le pendici del monte Moddizzi:
quarantacinque minuti in decisa pendenza, con bei panorami sulla valle sottostante ma a tratti infastiditi dal teso venticello… una forcelletta riparata è l’ideale per una breve sosta prima dell’ultimo assalto al colle Moddizzi (ore 1220, 374 mslm).
Da qui è tutta discesa: subito giù su antica e sfasciata mulattiera, incassata in un canalone nella macchia mediterranea, fino a confluire con una traccia proveniente da monte e poi su mulattiera in minor pendenza e buono stato di conservazione.
La discesa richiede un po’ d’attenzione e risulta più lenta del previsto: alle 1300 raggiungiamo la bella carrareccia a fondovalle all’altezza del villaggio abbandonato di Su Rai, dove sostiamo dieci minuti.
La sterrata diviene asfalto in fretta, ed in tranquilla discesa dirige verso Piscinas: ignorando l’indicazione dopo il ponte sul Riu omonimo, seguiamo la strada ed arriviamo dritti in paese, che attraversiamo per giungere alla statale 293 ed all’unico bar aperto visto oggi!
Ore 1410, tavolino al sole, bibite, focacce e “patatine” tipiche sarde: un’oretta di pausa ben meritata.
Ripartiamo dunque per lo sprint finale: raggiungiamo il centro di Giba (ore 1550) e da qui l’area picnic del paese, da cui si sale decisi per un buon chilometro tra i ginepri e si abbracciano con lo sguardo il bacino di Tratalias, il golfo di Palmas e Sant’Antioco.
Il sole ormai al tramonto sottolinea la linea di costa, le saline, i colli ed i promotori con la sua luce dorata: mentre scendiamo la luce si fa più debole e la temperatura si abbassa velocemente.
Raggiungiamo i pascoli di Masainas nei pressi del nuraghe Nuraxi Mesu, mentre un gregge di capre rientra all’ovile: lasciamo sfilare i pelosi cornuti ed in poco meno di mezz’ora eccoci alla periferia orientale del paese, all’agriturismo Sogno Sulcitano (ore 1730).
Doccia bollente, un po’ di riposo in branda, ed è ora di cena!

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