S2N day11 Jayena _ Riogordo, 80km 1690mD

Domenica.
Un plato combinado rinforzato a pranzo, che so già che stasera trovare la cena non sarà facile: infatti alle 21.00 l’unico bar aperto è preso d’assalto, e già ottenere un panino con la tortilla pare un gran risultato!
Cosa ho fatto nel lasso di tempo tra pranzo e cena?
Corvèe domenicale: pulisci e lubrifica la trasmissione, regola i freni, serraggio viti, lava tutto, capelli, doccia, diario… collassa nella camera non proprio fresca, spiritosamente nominata “Cueva de los Alacranes”!
Non sembra, ma il tempo non basta mai!
Sia come sia, panino, birretta, due passi nel fresco della sera, perlomeno a mille metri, e in branda!
Lunedì mattina, ore 06.45 e occhi spalancati: dai che arriva “la segunda Ola de Calor!”.
E moriremo tutti, o giù di lì, a sentire la tele che troneggia in ogni bar e ristorante d’Espana!
In ogni caso, meglio non sottovalutare: una buona scusa per fare tappe un po’ più corte e partire un po’ prima, diciamo…
Solita routine ed eccolo, ore 07.40 si parte nel bel fresco del mattino: scelgo di iniziare sulla veloce asfaltata che esce dal paese in prevalente discesa e raggiungo in un lampo il pueblo di Fornes (07.45 km04) per poi restare sul bitume a costeggiare il profilo del pantano locale, non senza qualche strappetto,  per tornare in traccia dopo il ponticello che preannuncia Arenas del Rey (08.10 km11), che costeggio senza entrarci veramente: poi salgo tra le case e approfitto di una buona fuente al limite superiore del paese per una breve pausa di dieci minuti.
Da qui si sale su bella sterrata tra le colline coltivate ad ulivi, che stanno venendo ulteriormente sbancate per fare posto a nuovi terrazzamenti e rampe tra di essi (un po’ tipo da noi col prosecco, mi pare…).
Il sentiero G7 ed il percorso E4 anche oggi, come già ieri, sembrano rappresentare l’ossatura della traccia odierna: è facile notare le balise a bordo pista, marcate con le rispettive sigle e colori.
Si sale tra i mandorli su rampe sabbiose o su fondo di ghiaia molto mobile, abbonda la polvere, anche “quella lì”, e le pendenze, con queste superfici, sono al limite del pedalabile, almeno per me. Vabbè, nel caso si spinge per superare qualche strappetto, cosa vuoi che sia!
Ed eccolo che si porta in quota e spiana tra i mandorli (08.55 km15 1080mslm), solcando la sommità della sierra ed agganciando la carretera appena dopo una casa ultramoderna che da ste parti c’azzecca poco (09.05 km17).
Giù in discesa per tre chilometri e al ventesimo diventa una bella sterrata veloce che, circa un chilometro e mezzo dopo, incrocia a zigzag la carretera che abbandoniamo subito per prendere la sterrata Ruta de la Sierra de Jatar (09.15 km21,5).
Si procede tra ulivi, mandorle e fichi d’India su fondo compatto molto migliore della sierra precedente, alzandosi facilmente tra i coltivi e le querce. Quassù, però, il singletrack che dovrei prendere è chiuso con un reticolato, privo di cancelli: un’occhiata alla mappa e tiro dritto su pista sabbiosa, derapando in discesa tra i roveri (09.25 km23,5) e, sul curvone dopo una cava, agganciando la traccia sul tratto asfaltato che ne esce.
Seguo le indicazioni del coso e risalgo fino ad una fattoria: a destra dell’aia sale un sentiero sassoso che termino a spinta e procede poi in piano lungo il reticolato (0940 km26,5) e da lì in discesa a bordeggiare a mezza costa la collina… tratto centrale impossibile da fare in sella: crode grosse come teste di bambini e ghiaia a badilate!
Tocca accompagnare le bici fino ad un tratto più fattibile, su fondo sabbioso, che però dura poco: c’è da fare un ghiaione, avete presente?, ma a grana grossa, di quelli brutti… e allora giù, frenando la bici al fianco, per arrivare su una traccia a fondo barranco, da cui riguadagno il cammino risalendo a spinta… non proprio un gran divertimento, ma si fa anche questa che, va detto, risulta come “Segmento fuori rete”, che mi par di capire significhi “Devi arrivare fino a là. Arrangiati”.
Rieccomi sulla traccia, insomma, quando scoccano i 28km e fischio ad una volpe, che si gira con lo sguardo tipo “cazzovuoi?”, ma secondo me le secca non avermi sentito arrivare!
Un chilometro ancora e traverso un torrentello grazie ad un “ponte” di bancali: approdo in un pioppeto e da qui seguo la fresca pista che ne esce e procede su e giù seguendo il corso d’acqua, con logica evidente, e ritrova la carretera nei pressi di un’area più o meno attrezzata (10.15 km33).
Dieci minuti d’asfalto sono sufficienti per raggiungere Alhama de Granada, nella parte superiore del pueblo (10.25 km35 5 610mD): trovo una tienda e mi concedo una sosta a base di frutta ed un litro e mezzo di tè, che fa caldo!
Poi chiudo e cambio la traccia, azzero i contatori e si riparte: ore 10,40 e si ritorna all’area di sosta… cavolo, non me ne ero reso conto, avrei potuto non lasciarla… vabbè.
Ritorno quindi al rio per la stessa strada (10.50 2km) e piego a destra, inoltrandomi verso la sierra: si sale tra le vigne, le tipiche basse piantine locali, gli onnipresenti mandorli e, grazie alla presenza del fiume, anche pioppi e ontani.
Qualche colpo di pedale e mi riunisco alla traccia che scende dagli ulivi alla mia destra, sul curvone che precede una azienda agricola (11.25 km06,5): da qui discesa verso fondovalle e a destra sul Camino del Robledal, ancora in favore di gravità tra gli orti che si aprono a destra e sotto le creste rocciose alla sinistra.
Il camino termina sulla carretera, tra due ristoranti (11.35 km10): il paesaggio si apre in un’ampia valle coltivata ad orti di piselli e cavoli, bordeggiati da filari di mais, ma non mancano i campi di grano e le querce, mentre le pendici delle sierras sono coperte di pini fin sotto le grigie pareti.
La traccia devia su un camino rural a sinistra della carretera (11.45 km12) e solca i coltivi, fortemente segnato da tutti i tipi di prodotti in plastica necessari alla produzione agricola in corso… sfocia in un enorme area di stoccaggio casse ed imballi per i vegetali, con traffico di camion e muletti (1200 km15,5).
Tiro dritto in leggera salita, attraverso una zona manutenzione macchine agricole ed intercetto il track all’altezza di un allevamento di capre, da cui si scende veloci per tornare sulla carretera appena prima del borgo di Pilas de Algaida (12.10 km17).
Un ultimo tratto di camino agricolo tra zucchine, carciofi, piselli e mais ed ecco la zona magazzini di Venta de Zafarraja: ancora cinque minuti ed un chilometro ed eccomi a sciacquare la polvere dalla gola al bar “Aqui te quiero ver” (12.25 km20).
Venti minuti di sosta, contatori nuovamente azzerati, che il cellulare frigge, ed è ora per l’ultima tranche: 12.45 e riparto bello fresco!
Giusto un centinaio di metri e, appena alla fine del paese, cambia la provincia: da Granada si passa a Malaga… e si vede il mare!
Si lascia subito la carretera per correre su quella che sembra proprio una Via Verde ricavata dall’antico sedime di una linea ferroviaria: dapprima un tunnel, poi il bivio el Aguadero (13.00 km03,5) e la si lascia al bivio per Riogordo: il “treno” va per Periana, il sentiero invece scende deciso tra gli ulivi fino a Guaro (1315 km07,5) e poi continua zigzagando tra gli ulivi ed i poderi, su sterrate a volte molto buone, a volte poco frequentate o molto dissestate.
Ma comunque si procede, a volte traversando l’aia di antiche haciendas: un ultimo passaggio, però, non va a buon fine.
Già il fondo, non dei migliori, fa presagire qualcosa, ma è l’enorme muraglia di massi con scritto “Privado” a togliere i dubbi: di qua non si passa (13.45 km12,5)!
Scendo e provo anche sul limitare dell’uliveto, dove sembra esserci una traccia per mountain bike, ma la discesa è troppo estrema per me, quindi torno giù sulla pista (13:55 km13,5 ) e scendo su cemento in picchiata bruciafreni verso l’asfalto, giungendo a bomba sulla carretera sopra Mondron, a cento metri da un bar (1400 km14,5).
E quindi, vista l’ora, sosta: cerveza y limòn, bocadillo, sonnecchio sul tavolino… ma solo un’ora, che la strada chiama: ultimo round!
Ore 15.00 e si va, nell’aria oramai rovente, alternando la discesa a qualche strappetto in salita, guadagnando in fretta il piccolo Puerto Sabar, 20km quota 590mslm: da qui è tutta discesa con camicia sbatacchiante ed in breve eccomi a Riogordo (15.35 km25, 350mslm).
Lo ammetto: anche stasera hostal!
Formalità di rito, una birretta, pulitina alla bici e poi doccia e descanso, che ormai son 40*C!
La segunda Olaaaa!
Moriremo tuttiii!!!

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