S2N day10 Durcal _ Jayena, 50km 1230mD

Sveglia come sempre alle 07.00, ma ci vuole quasi mezz’ora perché ritorni operativo: colazione con succo e dolcetti presi ieri al Dìa, pulizia catena, bici carica e si può partire: ore 08.20 in strada, a seguire il suggerimento del coso per tornare in traccia.
Si lascia il pueblo tenendolo sulla sinistra, lungo strade di campi tra le fincas recintate: si inizia a salire le brulle mesas dal fondo ghiaioso, guadagnando quota.
Da questo poggio, messere, singletrack in discesa! Anca no, dai, resto sulla pista e vado giù comunque!
E quindi scendo tranquillo, anche se il fondo non è dei più regolari: finite le curve, eccomi in valle tra mandorli, ulivi, aranci e limoni che preannunciano Murchas, dove torno in traccia (09.00 km08).
Breve sosta per provare a dare una regolatina ai freni, e si può ripartire.
Si continua a scendere tra gli orti ed i frutteti per giungere  al rio Izbor, che costeggio ora in falsopiano in quel che sarà il punto più basso del giro di oggi (09.20 km10, 520mslm): da qui, dunque, si può solo salire!
E infatti: un erto sentiero, sporco ed irregolare, si incunea tra gli aranceti e conduce ad un ponte stradale per scavalcare il fiume.
Si segue il nastro asfaltato per giungere a Restabal (09.30 km12) e, proprio dal centro, prendere un cammino di servizio tra i terrazzamenti degli agrumeti, dalle pendenze spezzagambe
Si può solo soffrire. E spingere, a volte, nonostante il fondo principalmente in cemento.
Dal pueblo di Saleres (09.45 km14) si sale duramente fino ad Albunuelas Barrio Bajo (10.15 km17 690mslm) preceduto da begli orti che prendono il posto di arance e limoni: ancora un chilometro ed ecco il centro del pueblo, da cui una rampa criminale guadagna 50 metri di dislivello, almeno, in 200 metri lineari. La morte. Evitabile, tra l’altro (10.30 km18 750mslm).
Come si può evitare di scendere per risalire alla stessa quota, come vedo studiando la mappa: resto su e faccio un gancio per riprendere il track in un chilometro. Eccheccazzo.
Eccomi quindi alle stalle sopra il pueblo, località Los Tejares, dove il cemento lascia il posto allo sterrato: prima falsopiano e poi scende fino al fondo della barranca, rimanendo sulla sinistra orografica del fiume in secca.
Si prosegue facile e si imbocca poi il sentiero de los Arrieros, i conducenti dei muli, che impenna subito a mezza costa su rampa cementata (10.50, km21).
Si guadagna quota in modo deciso sul fianco del canyon, tra pini ed oleandri, poi la pendenza si fa meno severa e si torna bassi vicino al greto del rio.
È passata circa un’ora quando, ad un bivio, si sale lasciando il fondovalle su rampa in cemento cattiva, che per fortuna in breve spiana: ormai siamo oltre i 1000 metri di quota, ma è ancora caldo come a fondovalle (11.30 km27, 1050mslm)!
Bivio: seguo un altro arroyo in secca tra pini e oleandri ed in breve appare un’area di bivacco “attrezzata” ma ormai in rovina: c’è però una fuente che merita dieci minuti di sosta (11.55 km28 1170mslm).
Sempre su in ampie volute, ormai addentro alla Sierra de Tejeda, sul sentiero circondato dai pini, dal polveroso fondo bianco, abbacinante, che aumenta la sensazione di calore: non un refolo di vento, solo aria pesante, stagnante, soffocante.
Ormai sulla parte alta della sierra, un singletrack in discesa tra i pini si stacca dalla pista (12.40 km33 1330mslm): perde quota velocemente e raggiungo la carrettera che, subito dopo, abbandono per un’altra pista al Morro de los Prados, area di pascoli e fattorie.
Su e giù tra boschi e prati, quando si rende necessaria una riparazione volante causata dalle vibrazioni (13.00 km36 1270mslm): dieci minuti possono bastare e si rimonta in sella.
Ancora su pista: dopo tre chilometri lascio la principale per un cammino cortado… lavori forestali in corso!
Il fondo risulta stravolto dall’intervento delle macchine, molto impegnativo da gestire, specie senza ammortizzatori, ma in qualche modo si fa: tratti di polverone compatto (sempre lui), tratti rocciosi, tratti triturati, tratti bombardati… insomma, ti credo che le viti saltano!
La parte bassa, per fortuna, si rivela più semplice: in discesa sul veloce e boscoso fondovalle (1350 km46 1000mslm) si raggiunge un torrente che, una volta attraversato, permette di procedere veloce su asfalto fino a Jayena (14.05 km50), giusto all’ora di pranzo!
Oggi è domenica, tappa corta!

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