S2N day03 quasi Albacete _ Alcaraz 97km 980mD
Notte perfetta, fresca, asciutta e ventosa ma… funestata dalle zanzare!
I piccoli mostri mi assaltano fino mattina, costringendomi a chiudermi nel sacco a pelo a sudare e smadonnare… stravolto, verso le 06.00, sopraffatto dalla stanchezza, svengo per un’oretta, ma un piovasco mattutino mi costringe ad alzarmi e trascinare tutto sotto la tettoia vicina.
Alle 07.15, però, mi alzo sul serio e mi accorgo che la ruota davanti è sgonfia… buongiorno!
Sistemo la cuccia ed alle 07.30 daje alla ruota: sembra tutto ok, copertone intonso e pulito, cerchi in ordine, la camera tiene la pressione… boh, cambio e rimonto lo stesso, poi ricarico tutto e via, sotto il cielo grigio e con il vento contrario (08.40). Uff!
Alle 09:15 km09,5 eccomi ad Albacete, sfruttando le efficienti piste ciclabili, per una sosta in gasolinera a controllare la pressione delle gomme, poi, finalmente, è ora di colazione!
Mezz’oretta in cui, oltre a prendere il caffè, scrocco il bagno per un po’ di toilette mattutina e poi si riparte per imboccare la Ruta de Quixote, che inizia nella periferia urbana appena dopo un parco pubblico: molti i corridori ed i ciclisti domenicali… oltre ad un gregge di pecore dirette al pascolo!
Ore 10.00, il vento cala ed inizia a piovere, dapprima con calma per poi divenire temporale: approfitto di un sottopasso per una breve sosta e lasciare che le nuvole si scarichino un po’… bastano 5 minuti e poi la pioggia torna a farsi più tranquilla. Riparto, quindi, ed in breve raggiungo la Via Verde della Sierra de Alcaraz (10.30 km22), strada ferrata schiodata e convertita ad uso ciclopedonale.
Via quindi tra i campi brulli e sassosi, coltivati a grano, praticamente in linea retta per chilometri… poi il giallo paesaggio manchego si fa più verde: i campi sono coltivati ad aglio, mais ed erba medica, e ovviamente gli irrigatori sono ben in funzione (10.45 27km)!
Il paesaggio ritorna poi quello classico, bruciato dal sole: al trentesimo chilometro la via scavalca un canale artificiale dall’aria familiare… l’ho incrociato nel Camino di Levante, se non erro!
Via sempre di sterrata, senza cambiamenti… lascio la via verde dove lo impongono i lavori in corso, ma devio comunque dalla traccia per raggiungere la statale e la piscina comunale di Balazote, giusto all’entrata del pueblo (1125 km40).
Sosta radler d’ordinanza e poi gelato ciccione al cioccolato: come si sta bene all’ombra! Ma è mezzogiorno e bisogna tornare in pista, porca miseria!
Riparto dalla piscina ed in breve la principale mi porta a riprendere la via Verde: non più nella piatta campagna, ora si sviluppa in trincea, tra pareti scavate a viva forza, e poi abbandona la mezzacosta per valli più aperte e proseguire parallela alla strada principale, sul lato opposto o subito alla sua sinistra.
Via a testa bassa, effetto tapis roulant, tra colline e coltivi, interrotti da qualche galleria: tocca proprio accendere il fanale, specie in quelle lunghe in curva, nere come l’inferno!
Che bel fresco, però!
Al km61 area di sosta con ombra, tavolino e acqua potabile: sosta obbligatoria, testa sotto il rubinetto e cappellino e camicia inzuppati!
Cazzarola! Solo al km63 mi rendo conto, preso dall’entusiasmo per l’acqua fresca, di non aver controllato la mappa, ed era proprio lì che dovevo girare per il pueblo di El Jardin, unica oasi disponibile nei paraggi: devo quindi tornare indietro di un paio di chilometri ed abbandonare temporaneamente la via Verde.
Dietrofront e,13.20 km65, ecco El Jardin e la mia sosta cerveza y plato combinado: no me par vero!
Sarà la notte insonne, sarà il caldo vento contrario, ma e gambe no gira… boh!
Si chiacchiera con un terzetto di pensionistas con nipoti al traino in tandem elettrico, impegnati in un tour settimanale della zona, mentre si ammazzano birrette e cacahuetes.
Piatto semplice ma sostanzioso, ulteriore cazzeggio ma, nonostante il caldo infernale, è ora di muoversi:
15.30 e si parte, ma è ancora un forno con cottura ventilata, speremo ben!
Salita ferroviaria sul fondo bianco, nel vento caldo… benedico le gallerie autoilluminate molto lunghe che mi riportano in vita per un attimo, ignoro il bivio per Los Chopos e tiro dritto, così pure per l’area descanso di fronte el Cubillo, sull’altro lato della valle (16.05 km76); ore 16.20, km79, bivio per el Robledo, 5 minuti di sosta idrica; 16.30, km81, sosta nell’ombra del ponte stradale che scavalca l’antica trincea dei binari.
Basta un quarto d’ora culo a terra a sonnecchiare per recuperare un po’ di lucidità e ripartire: si arriva in un chilometro a quella che sembra essere la stazione sulla sommità della Sierra… ancora un po’ ed ecco infatti che la via verde incontra la strada (18.55, km85), gira a destra e si butta in discesa! Evviva!
Una fonte d’acqua ghiacciata appare d’improvviso a fine trincea, una goduria alla quale abbeverarsi e sciacquarsi la testa!
Qui c’è da dire che il fondo, fino ad ora impeccabile, inizia a mostrare segni di incuria (o più probabilmente dell’età): la discesa con pendenza ferroviaria si rivela comunque piacevole, specialmente nel percorrere le lunghe e fresche gallerie che, dopo la calura di oggi, sono un vero toccasana!
Un’ultima galleria completamente buia e lunga conduce alla fine di questa via Verde della Sierra de Alcaraz, per agganciarsi alla strada che porta in paese (17.25, 94km).
Un paio di rapidi chilometri ed eccomi ad attraversare la Plaza Mayor, una delle più belle della regione, a quanto pare, e raggiungere l’Hostal Rosales (17.45, km96,5 980mD).
Alcaraz, fondata dai mori, e conosciuta come “la llave de Espana”, altitudine 962mslm sull’omonima Sierra e 1700 abitanti circa, ritenuta prolungamento della Sierra Morena, e le cui acque scendono sia verso l’Atlantico che verso il Mediterraneo (angolo Quark terminato).
Eccomi dunque: prendo possesso della mia stanza portando la bici con me, e subito procedo con lavare camicia maglietta pantaloni eccetera e poi posso godermi una doccia ed un po’ di cazzeggio prima di andare a cena.
Mentre le rondini sopra di noi turbinano nell’inseguire gli insetti, volando in un carosello impazzito faccio fuori un hamburgesa, un gelato ed un horujo… potrebbe andare peggio!